«Sospetto e diffidenza con me sulle piazze...» di Milena Milani

Una scrittrice racconta la sua esperienza elettorale Una scrittrice racconta la sua esperienza elettorale «Sospetto e diffidenza con me sulle piazze...» Si era presentata come indipendente nelle liste del pri • «Una campagna molto dura: gli altri candidati mi boicottavano, le donne non avevano ancora coscienza politica» - «Ma lo rifarei» Per le date non ho memoria, comunque la mia avventura elettorale nel partito repubblicano italiano incominciò quell'anno che venne eletto Bue alòssi. ex sindaco di Milano, e i conteggi, abbastanza complicati, Io portarono con i «resti, al Parlamento. Io ero candidata per Milano-Pavia ed ebbi subito una delusione, perché alla Rai dovev'à'andare in onda una punita' dedicata a me, era una trasmissione sulle scrittrici Italiane, ma venne messa da parte e poi, quando le elezioni furono terminate, le bobine che mi riguardavano non furono più trovate e io scrissi una letteraria a Granzotto, che era amministratore delegato, ma non servi a niente. . . Questo fu soltanto l'Inizio. La mia esperienza (come indipendente) presso un partito tu molto dura, e anche comica, tanto è vero che ho scritto un atto unico, ancora inedito, -dal titolo -La candidata», dove più o meno racconto quanto mi succedeva. Oggi mi auguro che le donne elettrici siano più mature e sappiano votare almeno per le rappresentami femminili, con una certa coscienza politica. Ugo La Malfa, che era mio amico e che mi stimava, mi aveva convinta a presentarmi per 11 suo partito, dicendomi anche che. per qualsiasi motivo, io dovevo parlargli delle mie perplessità. In quel tempo io ero nota per avere scritto il romanzo «La ragazza di nome Giulio», con relativo sequestro, processo e condanna. La Malfa aveva avuto coraggio mettendo in circolazione il mio nome, considerato quel certo alone di scandalo che mi accompagnava. I miei amici non capivano come mai fossi candidata per t rephbbllcani, e specialmente alcuni «Socialisti k'kotìa.tdbve^llt do) facevano illazioni pesanti, "Dna donna5cklbHttaBì eWsoi spetta, si volevano capire 1 motivi segreti del suo esporsi pubblicamente. Le liste furono presentate, c'era il mio nome e cognome, che molti credevano uno pseudonimo, ma che invece è cosi. Il mio comizio avvenne in piazza del Duomo, a Milano. Fui letteralmente buttata allo sbaraglio, e c'era l'avvocato Salmoni (vice di La Malfa) che mi chiese se avessi mai parlato in pubblico, dall'alto di un palco. Io risposi di no, e con l'Incoscienza del giovani non avevo preparato un vero ! discorso, soltanto qualche ap-1 punto, confidando nella mia' faccia tosta. Compresi che si può galvanizzare la gente, che i tribuni del popolo avranno sempre fortuna. Infatti, pur essendo digiuna di comizi, me la cavai benissimo. Avevo idee e questo contava. Parlai di divorzio (che non c'era ancora), di programmi culturali, di lavoro e abitazioni per tutti. Credevo che dopo le parole sarebbero arrivati 1 fatti. Non pensavo che invece bisogna procedere con i piedi di piombo, che ogni partito guarda che cosa fa l'altro, che tutti dicono di essere nel giusto per accaparrarsi i voti degli elettori. 0 Quel giorno, al crepuscolo, davanti al Duomo, c'erano pochissime donne a sentirmi, non avevano nemmeno la ior'za di venire sotto il palco, di applaudirmi o di fisdHianriì. Ricordo che a un tratto le' Invitai più avanti, ma erano intimorite, non si mossero. C'erano soltanto uomini che mi guardavano interessati, ma cnfdcssldpTtcpnninlRrtmcnatmiMsIcLtviprmscdgdmlcdEicszg capii che le mie idee politiche non-gli facevano né caldo né freddo; loro mi osservavano dal lato estetico e basta. Mi ero gettata nell'impresa, con tanto entusiasmo, come sempre mi avviene. Credevo sinceramente nella politica, leggevo tutte le prime pagine del quotidiani, studiavo tutti i partiti, paragonandoli al mio. Tuttavia mi accadevano fatti terribili. Andavo a tenere un corrìlzlo In un posto, per esempio a Lodi, e non funzionavano,! microfoni; a Pavia il mio nome sui manifesti non c'era; in.un paese, quando arrivavo, non sapevano niente. Ogni mattina, alle sette, telefonavo a Ugo La Malfa, a Roma, che mi rincuorava. Gli raccontavo i guai che mi capitavano. 1 dépliant sbagliati o mancanti, 11 sistematico boicottaggio di certi candidati nei miei confronti. Uno. un avvocato (che adesso è morto), voleva portarmi assolutamente a letto, per convogliare i miei possibili voti nei suol. MI ' giurava eterno amore, sperava che io, come donna. Immolassi al suo altare politico le mie ambizioni elettorali. La Malfa, con la sua voce sotterranea, dove la esse sibilava, mi dava consigli e quando io protestai dicendo che 11 suo partito dell'ordine e della moralità si comportava male con me, mi spiegò che sempre ci sono cose che non vanno e che dipende da ognuno di noi di raddrizzarle, di migliorarle. Arrivai alla fine delle ele¬ Messaggio sii Pettini a Logorio ! 1 ROMA — .All'on. Lelio Lagotjioì'ministro della Difesa, deàdero esprimere il mio ammirato appressamento per l'elei$t$0ì$&Hramento ed effici&tii&dimostratì da tuttiirepartecipanti alla rivisto militare svolta in occasione della festa della Repubblica». E' detto in un messaggio che il Presidente della Repubblica, Pertini, ha inviato al ministro della Difesa. «L'entusiastica partecipazione della popolazione — prosegue il messaggio di Pertini — attesta l'alto contenuto ideale di una tradizione die, dopo lunga interruzione, è stata riannodata negli stessi luoglti in cui, 40 anni orsono, le forze armate furono protagoniste di luminosi atti di eroismo per la difesa della città di Roma. Tragedia della zioni con parecchi voti di preferenza che non furono sufficienti, però, ad essere eletta. Del resto. In quegli anni, i repubblicani erano ancora una minoranza. Vissi quelle giornate in maniera elettrizzante, non mi pento affatto di avere partecipato ad una campagna elettorale, che mi ha fatto del bene. Può essere (non lo escludo) che in futuro mi ripresenti, ci sono molte cose che le donne possono fare, al di fuori dei ruoli stabiliti. Intanto, adesso devono votare liberamente, scegliendo 1 nomi di quelli (uomini o donne) che danno maggior affidamento. Anch'io cerco di portare il mio voto a chi stimo, a chi mi dà fiducia. Milena Milani Una banda inte

Persone citate: Granzotto, La Malfa, Lelio Lagotjioì'ministro, Pertini, Ugo La Malfa

Luoghi citati: Lodi, Milano, Pavia, Roma