SE IL GAY VA IN CATTEDRA

SE IL GAY VA IN CATTEDRA SE IL GAY VA IN CATTEDRA Grimaldi: «Per discutere al di là dei facili pregiudizi» Il regista Aurelio Grimaldi, autore del film «Un nuovo giorno", che viene presentato sabato 17 aprile al Festival (Massimo 2, ore 22,30). ha scritto questo intervento per «TorinoSette». LA storia del nostro film comincia parecchio tempo fa, attraversata, senza che lei ancora lo sappia, dalle opinioni e polemiche di un noto uomo politico. Al Costanzo Show l'onorevole Gianfranco Fini sostenne una tesi piii diffusa e popolare di (manto molti di noi possano immaginare: gli insegnanti dichiaratamente omosessuali non possono essere dei buoni insegnanti. Disse (credo; cito a memoria) ima frase che molti non hanno il coraggio di esternare ma che di certo sin troppi condividono: «Io non permetterei mai che mio figlio avesse un insegnante dichiaratamente omosessuale». Seguirono polemiche su polemiche; articoli, dichiarazioni, dibattiti. Con Ida Di Benedetto e il produttore Paolo Landolii stavamo lavorando da tempo al progetto di un film televisivo dal titolo «Un nuovo giorno». Il film raccontava le vicissitudini di una professoressa napoletana impegnata in una scuola «di confine», denunciata per avere avuto una relazione omosessuale con una sua ex alunna di liceo. Un progetto abbastanza lontano dai preti e dalle ginecologhe che impazzano nella nostra tv Al momento dell'uscita dell'on. Fini la complicata gestazione del nostro film durava già da quasi un anno e mezzo. La Rai l'aveva pericolosamente rinviato (non la realizzazione del progetto; ma persino la semplice sua determinazione! Della serie, troppo di moda in quei luoghi: «Un di vedremo se...») all'infinito. Da tempo, scusate la parentesi, bisognerebbe aprire questa pesante pagina sui criteri, le modalità, i tempi di decisione e realizzazione delle produzioni cinetelevisive Rai. Mediaset sembrò invece subito interessata: il grande capo Carlo Bernasconi ci ricevette con entusiasmo dicendoci: «La nostra azienda è privata ma per il suo molo pubblico deve aprirei su argomenti scomodi che suscitino dibattiti costruttivi». Uscii dal suo ufficio in brodo di giuggiole senza poter credere alle mie orecchie. Ma il dibattito si apri di certo anche all'interno dell'azienda. Probabilmente non tutti condivisero l'entusiasmo di Bernasconi. Dopo oltre un anno e mezzo (nel corso del quale l'ottimismo più spesso fu sopraffatto dal pessimismo) finalmente ci diedero il via. Ma in quei giorni scoppio la bomba-Fini. Tememmo che la valanga di dibattiti e polemiche sotterrasse anche il nostro progetto che qualcuno poteva giudicare «indirizzatoa...». E invece niente: altri mesi di pesante rinvio ma poi, finalmente, il sospirato via. Dunque anche in tivù, e nei canali privati!, si possono affrontare «certi argomenti». Non c'è bisogno di vedere il nostro film per comprendere la nostra posizione nei confronti della polemica sugli insegnanti omosessuali. Di questo sarebbe anche molto bello poter discutere proprio al Festival gay di Torino, magari proprio con fon. Fini. Quello che ci preme sottolineare non è solo il discorso sui contenuti (che ovviamente ci stanno comunque a cuori! tantissimo) ma anche sul linguaggio. «Un nuovo giurilo» è il mio primo, e finora unico, film televisivo. Nei miei film «cinema¬ tografici» («La discesa ili Aclà a Fioristella», «La ribelle», «Lebuttane», «Nerolio», «Il macellaio») ho cercato, lo ammetto, di raccontare storie «forti» con un linguaggio spesso esplicil o e disi orbante. «Un nuovo giorno», invece, è stato il tentativo di raccontare una storia comunque forte, ma cercando di coinvolgere, nel suo seguito, un pubblico più vasto, quello comunemente chiamato «di prima serata». Tra gli oppositori del progetto (ma tra i suoi sostenitori vogliamo qui ricordare Giancarlo Guastini, che sempre ci è stato vicino in questa lunga avventura) ci fu un dirigente che mi disse: «Lei Grimaldi forse vede poca televisione. Ma le posso assicurare che in nessun film televisivo i personaggi si esprimono emettendo la parola "cazzo"». Insomma, abbiamo tentato ili mantenere la forza ilei fatti e del linguaggio ma cercando di condurre lo spettatore all'interno di una vicenda serrata che lo conquisti e lo coinvolga, Ovvero, presuntuosamente, di comunicare agli spettatori di prima serata televisiva tenendoci peri) distanti speriamo tantissimo dagli schematismi psicologici e dai dialoghi cuore in mano dei suddetti preti, ginecologhe, medici in prima linea. Non sta a noi dire con quale risultato. Ma nel frattempo siamo ansiosi di confrontarci con il pubblico del F'estival, perché si ripeta una delle più belle magie del cinema: raccontare una storia e, insieme, creare l'occasione per un confronto, anche serrato, di opinioni e illeali. Aurelio Grimaldi I/nltrict' Ida Di Benedetto interpreta un inseinniiiite lesinili iti ■ I il ninni) giunto» di Grimaldi Sopra, min scemi di ■ tennis ■

Persone citate: Aurelio Grimaldi, Aurelio Grimaldi I, Bernasconi, Carlo Bernasconi, Costanzo Show, Giancarlo Guastini, Gianfranco Fini, Grimaldi, Ida Di Benedetto, Paolo Landolii

Luoghi citati: Torino