Calcoli biliari veri e falsi di Angelo Viziano

Calcoli biliari veri e falsi Discussi alla "Settimana italiana di terapia,, Calcoli biliari veri e falsi Quando le pietrozxe si sono formate, non esiste praticamente la possibilità di dissolverle • Pseudocalcoli creati e poi eliminali da farmaci assolutamente inutili • Necessità dell'intervento operativo Si ha un bei dire, ma è comprensibile che qualche malato, finché spera di tro- vare nella terapia medica un cerlo rimedio al suo male, temporeggi a lungo prima di arrendersi alla cura chirurgica, anche se gli viene prospettata come l'unica, radicaie. Ce ne offrono dimostrazione ogni giorno i sofferenti di calcolosi o litiasi biliare, specie le donne che d'altronde sono le maggiormente colpite (rapporto rispetto all'uomo da tre o cinque a uno in genets; in Italia, secondo Messtni. addirittura da otto donne ad un uomo). Pause del male Mentre si dichiarano prontissimi a ricorrere al bisturi, appena sia clinicamente possibile, nei momenti dell'acme dolorosissimo delle prime coliche, lergrversano poi durante le pause intervallati più o meno lunghe di apparente quiescenza del male, pause spontanee o meglio ancora indotte e prolungate da tera pie dietetiche, medicamentose ed idropiniclic: le quali tutte avrebbero avuto un valore « contro-bisturi » più so stanziale se fossero state attuate preventivamente alla formazione di calcoli biliari veri e propri, cioè cominciate j ^ KOpririi deaa tendenza | morbosa del soggetto eviden- ziata magari da una certa sabbioitna intestinale. (Sono terapie, d'altronde, raccomandabili pure successivamente all'intervento operatorio, stante che la malattia litiasica biliare promana nella enorme maggioranza dei casi da una condizione dismetabolica, ossia da un alterato ricambio: che persiste anche dopo l'intervento chirurgico e, in difetto di relative precauzioni, può permettere una nuova formazione di calcoli nel fegato o nei residui con dotti biliari extraepatici). Comunque formatisi i calcoli, la possibilità di una loro dissoluzione è praticamente nulla: indagini ipotizzanti diversamente restano nell'ambi- to teorico. Circa la elimina bilitu. essa vale per i calce!: di piccolo diametro, in rap- porto ai limiti di dilatabilità o e e a i o a i delle vie biliari e dell'anello o sfintere di transito tra il canalino coledoco ed il duodeno, prima tappa intestinale. E' ben vero che si danno casi in cui anche un calcolo gigante passa tal quale nel tubo digerente: ma è pur certo che vi arriva solo quando gliene fornisce il passo un processo patologico, qual e una fistola creatasi tra la vescichetta biliare (colecisli o cistifellea) e l'intestino. Come possono allora trovare credito presso un certo pubblico taluni preparati [ (perlopiù importali clandesti- \ munente dall'estero) vantati ! come capaci di espellere cai- ! e a - a , a i o e o ea i n lo e ii- coli anche di grosse dimen- ■ sioni? Sta il fatto che setac- j ciando i rifiuti intestinali dei ; pazienti dopo il trattamento gli interessati possono rintracciare la presenza di col-1 coti anche grossi e molti. Senonché l'occhio esperto (cioè l'analisi chimica) li riconosce come pure concrezioni forma tesi direttamente nell'intestino (quali enteroliti) proprio mercè quei preparati pseudoterapeutici. Sono in genere concrezioni dure, gessose, di varie dimensioni, friabili, perlopiù costituite da carbonato di calcio e di magnesio e da tracce di fosfato di calcio, tinte da sostanze coloranti fecali, comunque di composizione ben diversa dai calcoli biliari. Commerci truffaldini Ne scrivemmo quando comparve un commercio clandestino anche da noi di uno di tali preparati lforniti da una farmacia di una capitale estera) e contemporaneamente avvenne lo smascheramento della sua turlupinatura. No nostante l'emissione di pseudocalcoli a ritmo continuo sbalorditivo tn seguito alle sue somministrazioni per boc ca i veri calcoli preesistenti restavano bellamente, radiograficamente controllati, nella vescichetta biliare lutti quanto prima. r. allora sono passati alcuni anni. Ma situazioni analoghe sono pure attuali. Non è senza significato che ti Mes¬ stai, grande autorità nel campo della epatologia — in una sua relazione di questi giorni sulla terapia della colelitiasi, nell'ambito della « Seconda settimana italiana di terapia » svoltasi a Montecatini — ab- [ \ Possibilità di pseudocalco ! " ltel venere erano già state ! intuite in un lontano passa- bla illustrato a fondo anche questo argomento collaterale degli pseudocalcoli da inge- stione di particolari sostanze, e di come si sta prestato e tuttora si presti alla fortuna di intraprendenti Un monito uirlatani. ■ j ; 1 to eppoi accertate in anni a noi più vicini. E furono per una medicina qualificala e responsabile utili per ridimensionare gli effetti di talune cure: mentre per certi cialtroni servirono ad impostare tiuffalduiv pratiche pseudomedwumentose. attuate con un suggestive cerimoniale nell'ambito dt altrettante pseudo-case di cura. in qualche pur suggestivo sito straniero. E notizia c'è che recentemente al materiale pri- ma usato ai Uni di costituire .'e concrezioni solide del tubo digerente sono stati aggiun ti. a titolo di perfezionamen i fo antidolorifico, antispastici I e una miscela a gocce di di- i scutibile azione, ma in parte i sedatii-a. « La stupefacente dabbenaggine di taluni mala- ' ti — conclude Messini — sta nel continuare a ingerire per giorni e giorni polveri e polveri e nel raccogliere dai propri rifiuti "calcoli" e "calcoli " come se fegato e colecisti fossero una inesauribile cava ». I veri calcoli eventualmente esistenti nella colecisti del malato restano dov'erano: ma il paziente si sente meglio non di rado per « effetto placebo ». psicologicamente. Sino a quando? Angelo Viziano

Persone citate: Messini

Luoghi citati: Italia, Montecatini