Il discorso dell'on. Raimondo

Il discorso dell'on. Raimondo Il discorso dell'on. Raimondo Primo oratore della giornata è il nuovo deputato socialista di San Renio, on. RAIMONDO. In mezzo all'attenzione generale della Camera, egli dice: — Io intendo portare alla Camera una questione di grave importanza, cioè la posizione reciproca fra l'Assemblea che discuta la politica elettorale del' Govèrno e "l'opera dellà^ Giunta delle elezioni. Veramente mi si potrbbe osservare che la discussione in seduta pubblica ' su questioni elettorali, mentre la Giunta esa- mina e decide, può costituire un'apparenza di pressione sulla Giunta deUe elezioni. Ciò può essere vero in apparenza ma non è vero in sostanza perchè, mentre noi facciamo qui una|discussione di carattere generale, la Giunta'delle elezioni giudica caso per caso. Io quindi credo di essere in diritto di portare taluni casi elettorali davanti alla Camera. Il Ministero si; ritiene sicuro della sua esistenza; ma bisogna però notare che le Maggioranze ministeriali si mangiano i Ministeri, come Saturno i suoi figli. (Bumori). RAIMONDO: Perchè urlate? Una voce di Destra: — Perchè siete rivoluzionario anche in mitologia! (Ilarità). RAIMONDO : — Fra i casi clic voglio citare vi è anche questo. Nel 190't un prefetto scriveva ad un senatore, avvertendolo che, se continuava a prodigare blandizie ai socialisti, avrebbe avuto gravi noie, tanto che avrebbe anche potuto essere mandato all'Alta Corte di giustizia. Il senatore era il mare. Sant'Elia, il prefetto ern ilcomm.Veirat.il senatore rispose che se i reati erano di competenza dell'Alta Corte di giustizia, l'on. Gioiitti avrebbe dovuto essere il priifto.ad andare davanti. Per essere preciso aggiungerò che l'epistolario fra il senatore ed il prefetto si svolgeva a proposito del collegio di Ragusa Superiore, in Sicilia, durante le elezioni, del 1909. In quelle elezioni furono condannati per violenze e lesioni personali cinque funzionari di pubblica sicurezza. Orbene, non poohi di quei funzionari, i quali in passalo acquistarono una triste celebrità in materia elettorale,, sono stati ultimamente mandati in collegi dove più vivo era il fermento tra i varii partiti. RAIMONDO : — Orbene, io domando all'onor. Gioiitti: Che sosa ne avete fatto di quei funzionari? Li avete sottoposti al Consiglio di disciplina? Avete preso contro di loro.dei provverimenti? Io non so se questi provvedimenti siano stati presi; ma, se anche furono adottati, furono certamente circondati da grandi cautele e misteri. Io so che uno di quei funzionari, l'Ippolito, fu inviato a Molfetia e ad Adria nelle recenti elezioni. Egli fu assolto poco tempo prima dall'acusa di furto qualificato per insufficienza di indizi. Non mi pare quindi giusto mandare in quei collegi un funzionario sospettato come l'Ippolito. Perchè non lo avete mandato a Milano 0 a Torino? La politica delle minoranze Passando a parlare della questione coloniale dice : « La questione della Libia e delle spese militari rimane sempre la questione più urgente e scollante del momento. Io protesto contro coloro che pretendono di dividere gli italiani jn buoni e cattivi a seconda che si siano dichiarati libici od antilibici. (Bene all'Estrema Sinistra). « L'on. Luigi Luzzatti, nella sua infinita cultura, ha scritto che la rivoluzione francese ha avuto per causa occasionale una questione di bilancio. Io richiamo l'attenzione della Camera su quanto avviene, ora, in quasi tutti i paesi di Europa, dove le maggioranze sembra diano ragione a noi utopisti che siamo—per la ristrettezza delle spesejnllltari. « Ieri in Francia si è aperta una profonda crisi per la spesa di 1300 milioni richiesti dal Governo. In Germania un'altra crisi parlamentare sopra lo stesso argomento si è verificata, provocata da un dissidio tra le autorità militari e le autorità borghesi in AlsaziaLorena. Al Parlamento austriaco le Delegazioni chiedono stretto conto al Governo dei 5(»0 milioni spesi per la mobilitazione che non ha spaventato nessuno, L'Austria protesta per che è uù paese povero ed insorge. La Francia, che è ricca di denaro ma povera di vite, insorge per la ferma triennale. Non può quindi essere censurato il partito socialista se ha combattuto e continuerà a combattere incessantemente in Italia e fuori contro la politica imperialista. La politica delle minoranze ha sempre avuto dei successi in tutti i pai-lamenti e forse è dovuta ad una minoranza, la minoranza nazionalista, l'impresa di Libia. (Bumori e proteste sui banchi del Centro e della maggioranza). La dittatura! / 1 Ma che vale parlare di questo, quando noi 1 siamo giunti sotto la bandiera democratica alla dittatura personale dell'ori. Gioiitti, che ha fatto le elezioni quattro volte in Italia, òhe nella sua lunga vita parlamentare nominò tutti 'i senatori, 1 prefetti, i consiglieri di Stato, le alte cariche della gerarchia politica, ammi rOstrativa .mJUtarp. e giudiziaria?. E. otsumoidi noi può'urr pc-'"recitare la'sua parte òTf wjij culpa. Perchè all'onorevole Gioiitti tutto è sta permesso, anche di contraddirsi amabilmente, Uno sguardo retrospettivo alle elezióni gene rali precedenti fatte tlall'on. Gioiitti, è altamen te istruttivo: nel 1832 egli mette fuori deili» Camera Cavallotti e Imbriani, nel 1902 chianiu a Bardonecchia il compagno e amico Filippo Turati, nel 1904 fa partecipare i clericali al blocco costituzionale, nel 1909 Gioiitti cerca presso i nostri vicini di casa, i radicali, un aiuto, offrendo loro dei portafogli; e alla chiu sura della 23.a legislatura diceva all'on. Fera che del partito radicale egli ignorava persino l'esistenza! « A spiegare l'attuale situazione politica parlamentare italiana varrebbe la pena di ricordare quanto in due discorsi hanno detto due uomini illustri: uno', l'on. Zanardeni nei discorso di Iseo;'l'altro, l'on. Nitti, attualmente al banco del Governo. L'on. Nitti scrisse parecchi anni addietro che per arrivare in Italia a qualche cosa non bisognava mai andare contro a cricche affaristiche. Ora, on. Nitti, bisognerebbe domandare a lei se si sia convertito a cricche affaristiche... (Bumori; ilarità vivissima). E, per citare un esempio della fortuna dell'on. Gioiitti, ricorderò come egli abbia potuto avere l'aiuto del nartito socialista, malgrado gli episodi sanguinosi della sua politica. Inoltre l'on. Gioiitti ha potuto avere ubbidiente anche il Senato, il quale non si adontò neppure allorché il Governo di lui inviò soltanto un sottosegretario di Stato ai funerali di S. E. l'on. Saracco. « Ciò si spiega riguardando al metodo usato per formare il Senato. La prima eccezione ai metodi «letterali del Senato fu fatta nei 1U09, quando due vecchi esiliati dal Parlamento furono fatti entrare >in Renaio; nel 1913 l'eccezione si fa per lutti quelli che furono onorati di un portafoglio di -ministri e che furono respinti dai rispettivi Corpi elettorali, si arriva cosi in pratica ali'auiiullanteiitto delle istituzioni 'paiUaml-nUir-i .( apprd Dazioni). « Ma il vostro trasformismo da quale idea politica è giustificato? Quale è il principio clie tiene unite queste forze con le quali voi costituite la vostra maggioranza? Noi una risposta a questa domanda attendevamo nella relazione che precedette il decreto di scioglimento della. Camera, e l'abbiamo attesa ancora invano nel discorso della Corona. La relazione che precede il decreto di 1 scioglimento delia Camera non è altro che una enumerazione burocratica di quanto la legislatura precedente aveva compiuto. 11 Ministero non ha voluto che nel Paese si creassero delle correnti di dibattiti. Si è voluto far credere che la politica sia l'arto di conciliare le tendenze, 'mentre la politica è l'arte di suscitare i dissensi (approvazioni vivissime). Il fenomeno clericale a In'questo ambiente un po' lubrico è scivolato nei Comizi il partito clericale. Badate bene, onorevoli colleghi, che noi- troviamo logico che i clericali votino In confronto ui un socialista per 1 liberali. Ma quali sono le. cause di questo fenomeno? VI è stata e vi è tuttora aperta una questione territoriale con il Vaticano, ma non vi è il pericolo urgente di rivendicazioni temporali. Io non disconosco l'Importanza del fenomeno religioso, come non rinnego la efficacia dei valori morali, -Ma. la Chiesa cattolica non è ttna esaltazione. spirituale, è una gerarchia, con interessi economici e interessi politici da difendere. La Chiesa ha creduto di mettere a vantaggio dello Stato ed a prezzo le sue funzioni, di fronte all'irrompere del proletariato. 1 liberali avevano bisogno dell'aiuto della Chiesa, ed il Governo le ha fatto la corte. Trovandosi a tu per tu con se stesso, l'on. Gioiitti avrà forse detto a se stesso : « Giovannino, Giovannino, sei tu o non sei tu ? » (■ilarità vivissima). Ed ha trovato la soluzione (nuovo scoppio di ilarità). Io non so, e non credo, anzi, che l'on. Gioiitti abbia materialmente parlato con il conte Gentiloni. .Ma qualche contatto c'è stato... magari un contatto telefonico (Ilarità vivissima). E come il Pontefice ha li caricato delie trattative il suo rappresentante generale per gli affari elettorali, il conte Gentiloni, così il Presidente del Consiglio avrà incaricato qualche suo funzionario di condurre in porto le trattative. Per lo meno, il Governo ha. gradito l'in tervento della Chiesa; ma la Chiesa, che ila, più abile delle istituzioni e. che ha sto¬ calo tutti ranche il- j Governi, giocherà probabilmente Governo dell'Odi. Gioiitti. :io non rlèredo alle donazioni spontanee. Come non jjlexed'O alla donazione spontanea di Costanti- ^ a; d .' i a' o a; o nf o.; etb>f! o aa e r- a o a e to, i . non credo nemmeno a. quella spontanea Bel conto Gentiloni (ilarità vivissima). ' Gli episodi elio a questo proposito potrei oliare sono numerosi. Certo e che, per esemio, il non emeriti non fu sospeso in alcuni ollegi, nei quali era candidato qualche per'ja molto vicina al banco del Governo: e , *è l'episodio di Cuneo dove andò l'onorevole Gentiloni (ilarità viviAima). . Voci: — Ma non è ancora deputato! 'I^-JHAIMUNDO : — Se non c'è qui lui, c'è per xHMira (ilarità vivissima). Cpntintiando, Raimondo .dice: — Gentiloni fi andato a Cuneo, e leggo albi Camera una lettera, dalla quale trasparisce come la visita del .Gentiloni a Cuneo e. come l'opera da Ini esplicata durante il periodo elettorale dovessero essere determinate d>ccordo con il Governo, la una lettura indirizzata appunto al conte Gentiloni dalle supreme .autorità cattoliche del. Collegio di Cuneo, o detto che « i cattolici del Collegio obbediscono, alle prescrizioni precedentemente inviate dal conte Gentiloni . per difendere alti interessi disordine nazionale». Quali èrano questi alti interessi di ordino nazionale?, GIOLITTI: — Lo domandi al conte GentiIoni, -non a me (ilarità). RAIMONDO: —■ Erano- forse le. teste di- qualche candidato democratico richieste dai liberali? L'on. Gioiitti ha cercato di fare l'accòrdo coi clericali, cosi come precedentemente aveva cercato di farlo con altri uomini politici di altri partiti alla Camera. L'on. Gioiitti aveva cantato il « Vieni meco » anche all'on. Bissolati; ma l'on. Bissolati fece come l'eco: rispose, ma -:rn venne (ilarilà vivissima). Voi on. Gioiitti. i socialisti li avete voiutl bandire'dal Parlamento con l'accordo fatto coi clericali : ma essi • sono ritornati alla Camera con una compagine più forte Quale sarà il compenso che voi darete af clericali? GIOLITTI: — Lo aspetteranno un pezzo! (Ilarità vivissima). L'accordo fra liberali' e clericali RALVIONDO : — La risposta che mi dà l'onorevole Gioiitti, mi fa rammentare un episodio della mia vita forense. V'era un uomo condannato a trent'anni. che. appena udita la condanna, disse al presidente: «Trent'anni li ho, trent'anni li devo fare; quando esco ne. ho sessanta e ti laccio la pelle ». Il presi- lbslccstefdmmoiaenie. rispose: «.--■iessanfanni li- ho," li-em'au- jij e, eni» u o al a n ua no rrue ite c a noto sa ola. npto E. to ne ei ael uri etapea io oi rila linLa liuaro elere di e). oeoun le. vi le rdioori na on di a nala rte. n. o » o e ani. un ove ari te uo tin ito¬ ni li devi faro; quando sarai uscito, io sarò già morto » (ilarità vivissima). Ma mi pare che il Governo non si preoccupi. troppo del fatto che l'appetito viene mangiando, e che, per stringere un matrimonio o un contratto, bisogna essere almeno In due. Còme l'on. Gioiitti può supporre che i clericali non vogliano nulla, in. contraccambio deU'appoggio che hanno dato ai candidati liberali nelle elezioni recentissime? L'on. Gioiitti potrà deplorare 11 fatto, come lo hanno deplorato del resto tutti coloro che hanno firmato il patto GentiIoni. .Ma c'è nel fatto una certa gravità inorale, che è lo spirito che informa il documento. Le mire dell'Unione elettorale cattolica erano così modeste — si dice. Ed allora, perchè, essa ha richiesto la firma di coloro ai quali aveva promesso il proprio appoggio? E se questi liberali, che hanno firmato il patto Gentiloni, hanno creduto che quanto nel patto era contenuto facesse parte del loro bagaglio politico, perohè hanno domandato all'on. Gentiloni che mantenesse il segreto, dietro parola d'onore, sui nomi di coloro che lo avevano firmato? Una notevole dichiarazione di Gioiitti GIOLITTI: — Ma non chiami liberali quelli che hanno firmato il patto Gentiloni I MARCHESANO: — Bravo Gioiitti! RALMONDO : — Mi dirà aUora poi lei quali sono i liberali in questh. Camera! (Bumori sui banchi della Maggioranza: applausi all'Estrema Sinistra). Che cosa chiediamo noi, in sostanza? Noi non chiediamo nessuna legge restrittiva di fronte all'intervento dei clericali nella vita pubblica. Noi non chiediamo nessuna legge restrittiva per il fatto che i clericali nelle elezioni si sono valsi del loro potere morale sulle masse per coartare le coscienze e le volontà degli elettori. Noi domandiamo: Che cosa pensa il Governo di questi fatti? Che cosa pensano i nostri vicini di casa, i radicali? « Un giorno Cavour portò alla Camera una sanzione a una pressione religiosa. Noi domandiamo se questa Camera crederà di annullare le elezioni nelle quali le pressioni religiose vi furono. «'-DI fronte a questi fatti, il Governo risponderà che le funzioni dello Stato rimangono intangibili, 0 che la Giuta ft?Se elezioni si occuperà della questione? Ma l'on. Gioiitti deve pure ricordarsi che la Giunta delle elezioni non è solo un Corpo giuridico, ma un Corpo a metà giuridico e a mett} politico e dispone e regola la propria condotta sempre a seconda degli umori della maggioranza parlamentare dalla quale emana. Verd è che in politica noi non abbiamo formule che governano, come le formule che possono esistere in chimica. E' dai fatti che si rivela lo spirito del Governo ed è da questi fatti che noi lo giudichiamo. Divorzio, scuole, congregazioni « Che cosa pensa il Governo, per esempio, sull'insegnamento religioso nelle scuole? « Vuole conservare ancora l'equivoco art. 3 del regolamento Rava? « Clie cosa pensa il Governo sul divorzio ? L'insegnamento religioso non può preoccupare chi ha sentimento religioso profondo. La verità è che i preti non si vogliono ritrarre dal governo deUe scuole. E cosi è del divorzio, che^siste in tutte le nazioni cattoliche e che ognuno può procurarsi con un biglietto di-andata e ritorno (ilarità vivissima). Quella dei clericali è una questione di puntiglio politico, non di concetto religioso. Che cosa avete intenzione di fare per le Congregazioni? Vi è la legislazione del 18CG-67, dovuta ai vecchi uomini della Destra iapplausi. Bene, bravo! dalla Destra. Voci: Ve zie stufe accorti adesso!). RAIMONDO: — Noi vogliamo la libertà religiosa, ma ristretta alle coscienze degli individui. Io non so se i radicali abbiano idee nette in proposito, se vogliano la separazione della Chiesa dallo Stato, se vogliano la separazione come quella proposta da Waldek-Roussean. o quella proposta dal giacobino Combes. In verità, nói abbiamo una giurisprudenza cinquantenaria che ha distrutto quanto era sancito nella legge 1860-67. « Volete voi una legge interpretativa della legge presente? « Noi non ci accontenteremo, vi avvertiamo in precedenza, di una risposta a parole. Vogliamo che ci siano esposti dei fatti. L'onoiwole Gioiitti ha fatto e disfatto- la maggioranza come meglio gli è piaciuto. Egli ha un po' seguilo l'esempio del conte Ugolino, che (divorava 1 figli per conservar loro il padre manta vivissima), « On. Gioiitti, permetta: che io le rivolga un ammonimento. 'L'on. Gioititi si trova'col Ministero tra i radicali, che-inon si decidono di abbandonarlo, e i conservatori, che non si decidono a sostituirlo (ilarità vivissima). Il mònito finale « La -verità è,che tale è ia sua potenza parlamentare, che, anche quando ha sentito il bisogno di allontanarsi dal potere e di lasciare 1* sede Vacante, ha potuto fare occupare il suo posto da amici o da nemici. Lo insegni l'on. Sonnino con il duplice esperimento dei cento giorni; lo .indegni 'Luigi Luzzatti, che, col suo atteggiamento fra l'eroico e il tarasconese (ilarità vivissima), ha voluto sfidare tutti i nemici occulti ad una singoiar tenzonee non si accorgeva clic non i nemici del di fuori, ma quelli di dentro recidevano lo stame della.sua vita parlamentare. (Ilarità c vivissime approvazioni). ' « Io non so so l'on. Gioiitti potrà mantenere in bilico questa maggioranza che lo sostiene. Certo non si può. sottoporre il Paese per un troppo lungo tempo ai-bisogni del proprio Governo. Nel 1893 l'on. Gioiitti si ritraeva dal Governo con il Paese in subbuglio e con le finanze rovinate; e il Paese dovette. 6hiamare Sonnino, il quale, con provvedimenti anche troppo radicali e antipatici, richiamando su di sè l'antipatia del suo operato, riportò le condizioni finanziarie ad* uno stato: migliore' di quello che non lo fossero precedèntemente. Io auguro al Paese, e a lei,. on. Gioiitti, che, abbandonando U Governo' un'altra volta, non abbandoni il Paese ad un più profondo ed insanabile disastro morale. L'on. Gioiitti si congratula coll'bratore Appena l'on. Raimondo siede, dopo aver parlato per poco più di un'ora e un quarto, scoppiano applausi nutriti e prolungati su tutti i banchi deU'Estrema Sinistra. Si grida : « Bene ! bravo ! » da quasi tutti i settori dell'Estrema Sinistra e della Sinistra. Ben presto all'applauso della Sinistra si unisce tutto il settore dei radicali, poi la Sinistra democratica e costituzionale. ' Tutti i deputati di Estrema »er 1 prinii, poi la maggior.parte dei radicali e 1 deputati democratici e costituzionali vanno a congratularsi con l'on. Raimondo, il quale effettivamente ha pronunciato mi'discorso quala da parecchi anni alla Camera non. si udiva.. Dopo le congratulazioni degli amici e degli affini, assistiamo alle congratulazioni d«£le maggiori personalità parlamentari. Il primo "a rriuoversi dal suo banco è l'on.. Fradeletto^ poi è la volta de'J'on. Ferdinando Martini; quindi dell'on. Salandra, Rava. An.ici, Sonnino, Bianchi Leonardo, \nche l'on. Federzoni abbandona il sjo banco di destra e, fra la curiosità e l'interessamento generale, va a stringere la mano all'on. Raimondo. L'on. Gioiitti intanto è uscito dall'aula ed il pubblico s^gue con curiosità questa scena di sincere >'congra,tulaziomi, che uomini di' ogni parte della Camera fanno al deputato so-' eialista. Fra i deputati che più espansivameiK le dimostrano la loro soddisfazione per quanto l'on. Raimondo ha saputo dira, uotiamoi gli onorevoli Fumarola, Agnelli. TflseanellayAncona. Flnocahiaro, l>i Palma, lf)i Capo-; riacco ed altri. Ad un certo punto, quando le congratula-! zioni sono al loro termine e quando l'on. Rai-j mondo c rimasto sul suo banco di Estrema,1 circondato da pochi intimi, rientra nell'au-j la l'on. Gioiitti, il quale, traversalo il banco del Governo, si dirige risolutamente verso l'Estrema Sinistra e va personalmente a confabulare con l'on. Raimondo. L'on. Raimondo si ritira di un passo e sale il primo gradino de! banco di Estrema Sinistra. L'onorevole Gioiitti si fa anche più vicino al'do-., putato socialista, e, congratulandosi con lui,: gli stringe con effusione la mano. La stretta, di mano è cordialmente ricambiato dal Rai-, mondo. .Naturalmente anche quest'ultimo incontra fra l'on. Gioiitti e l'on. Raimondo è seguito' con viva attenzione ed interessamento dalla' maggior parte della Camera e da tutte le tribune. La seduta rimane cosi di fatto per circa' un quarto d'ora sospesa, e quando, alle 17,30,; l'on. MARCORA dà la parola ad mi altro orac| toro socialista, l'on. Modigliani, nell'aula non1 vi sono più.di una quindicina di deputai* ad ascoltare l'oratore socialista. Tutti gli altri si sono riversati nei corridoi, dove commontano animatamente il discorso Raimondo.