Giuseppe Depanis candidato liberale del III Collegio

Giuseppe Depanis candidato liberale del III Collegio Giuseppe Depanis candidato liberale del III Collegio La decisione dei Senatori Ieri alle ore 15 ha avuto luogo la progettata riunione dei senatori residenti in Torino per l'esame della situazione elettotale del terzo collegio e la scelta del candidao, sul cpiale il partito costituzionale sarà concordemente chiamato ad ingaggiare la battaglia. Come ai maggiori e più anziani mommi del partito liberale sia stato deferito piesto delicato compito, per quali cause e per quali precedenti questa riunione sia (tata indetta e cqrdialmehte accettata da lutto il partito liberale è oramai noto. La Bttuaiions elettorale del terzo collegio di iorino si presentava ber II partito'''liberale taolto .dubbiosa, anzi quasi in ? pericolo di fronte ài partito socialista, poiché due Candidati scendevano in lizza entrambi fortemente appoggiati da associazioni, enti e gruppi elettorali. Un nucleo di industriale Commercianti ed esercenti, facendo capo Specialmente alla Camera di Commercio ed fella Lega elettorale esercenti, aveva proclamato la candidatura del comm. avv. Ferdinando Bocca. Ma d'altra parte l'Unione liberale monarchica, che è il maggiore sodalizio politico di Torino, dopo la rinunzia del comm. Sabbióne e dell'onorevole Alberimi, offerse la candidatura al comm. avv. Giuseppe Depanis. Entrambe le associazioni ed entrambi i gruppi sostennero con ardore le rispettive candidature. Ora, se già la vittoria : dèi partito liberale si presentava non sicura, nel terzo Collegio di Torino, rappresentato' dai socialista on. Giulio Casalini, ton un solo candidato che avesse raccolto attorno al «ùo nome con fede ed entusiasmo e convinta concordia tutti gli elettori Vii parte liberale, questa vittoria appariva a tutti gli uomini di buon senso quasi imposGihile quando, persistendo le due candidature, le fòrze del partito si fossero scisse lavorando ciascuna delle parti a fare la propria strada; escludendo e perciò necessariamente deprimendo l'altra. Di fronte alla evidenza del pericolo di tale situazione, la Gazzetta del Popolo faceva una proposta intesa a scongiurare l'insuccesso sicuro ed immeritato a cui il partito sarebbe andato incontro per divisioni di persone e non di politica. E la proposta si concretava precisamente in ciò che siraccogliessero in una specie di collegio arbitrale tutti i senatori residenti à Torino ed esaminata la situazione del terzo collegio indicassero agli elettori quale, a loro avviso, fosse il candidato che nel partito liberale potesse affrontare la. lotta, con maggiori probabilità di successo." La « Gasserà » osservava che i senatori potevano nel lóro giudizio riuscire misurati e liberi da preoccupazioni e simpatie personali e le asBociazioni torinesi avrebbero dovuto ' èssere liete di deferire ad essi il modo di uscire Ida una penosa situazione, che avrebbe pre parato gravi responsabilità a chi si fosse ostinato a battagliare per l'uno e per l'altro nome senza riconoscere che, così facen Ido, condannava a un certo insuccesso anfehe il candidato del suo cuore. A questa proposta della Gazzetta del Popolo noi ci affrettammo ad aderire completamente e bon tutta la sincerità dell'anima nostra. I due. candidati, dando prova di disciplina e di correttezza, accolsero entrambi la proposta, rimettendosi completamente al giudizio dell'alto Consesso dei senatori le Associazioni, che avevano sostenuto l'uno o l'altro dei candidati, si dissero liete del modo col quale si era venuta a chiarire la situazione. Del resto, la proposta ebbe larghissimo consenso e plauso nella cittadinanza e nel Corpo elettorale. ddgsinpI bdnlatae bnteaptoMsCgiltolisGDsCtmcnszulmrrdoasrtneiacrvdcsdt1 ( i a l e e e In seguito a questo accordo, la Gasserai dodel Popolo si rivolse ai senatori, conte Guido San Martino di Valperga e comm. Angelo Rossi, come anziani tra i senatori residenti in Torino, pregandoli di volére riunire i colleghi per potere dare attuazione pratica a questa specie di collegio arbitrale. I due senatori inviarono il giorno 2 settembre una circolare a/ loro colleghi invitandoli ad una riunione, che appunto si è tenuta ieri, alle ore 15, in una sala del palazzo Carignano. Con puntualità inappuntabile i senatori convennero all'adunanza, e sui trentun senatori residenti in Torino ben 24 furono presenti e gli altri mandarono le loro giustificazioni per l'assenza. Si tenne, per la sua delicata posizione, fra gli assenti il senatore Vittorelli, prefetto della provincia. Primi di tutti giunsero il senatore Angelo Rossi ed il senatore Di San Martino ; poi il sindaco conte Teofilo Rossi, il cónte Biscaretti di Ruffia, il conte Carlo Lanza, ex-ambasciàtore a Berlino, il generale D'Oncieu de la Batie conta Paolo, il prof. comm. Lorenzo Camerano, il senatore conte Secondo Frola, il conte cavaliere Gran Croce Tullio Pinelli, ex-primo presidente di Cassazione, il prof, commendatore Giuseppe Carle, il prof. comm. Enrico D'Ovidio, il senatore Grand'ufficiale Alfonso Badini Confalonieri, il comm. Michele Chiesa, il Grand'ufficiale avv. Michele Bertetti, il prof. comm. Giampietro Chironi, il marchese Luigi Medici Del Vascello, il marchese Domenico Fracassi di Torre Rossana; S. E. cav. Gran Croce Alfonso De Biasio, primo presidente della Corte di Cassazione, S. E. Tommaso Villa, il nobile Grande ufficiale Giacinto Cibrario, il Grand'ufficiale avv. Romualdo Palberti, il prof, commendatore dott. Antonio Carle, il professore Grand'ufficiale Camillo Bozzolo La riunione avvenne nella sala maggiore del Consorzio Nazionale, a pianterreno del palazzo Carignano. Naturalmente gli ordini più severi furono dati per creare trl'odidetezifadutrnsuproascdsezitudlaraddddsdpcnrscplettlcdtattorno all'alto ed eletto consesso il più'as- gsoluto isolamento. Due uscieri in panciotto rosso ed in livrea azzurra con gesto risoluto, sulla soglia dell"anticamera, impedivano il passaggio a chiunque avesse voluto entrare nei locali del Consorzio. A presiedere la riunione venne invitato il senatore San Martino di Valperga, il più anziano dei membri della Camera vitalizia che risiedono a Torino. Egli, dopo aver ringraziato dell'onorifico incarico, con brevi parole espose la ragione del convegno, del resto ben nota, agli aderenti, e compiacendosi del largo concorso dei senatori, disse che il fatto stesso della loro presenza dimostrava come la proposta avesse incontrato il pieno loro consentimento. Lesse poi le adesioni dei senatori De Gerbaix de Sonnaz conte Alberto, del prof. comm. Pio Foà, del barone grand'uffiziale Antonio Manno del grand'uffiziale barone Annibale Marazio, del generale grand'uffiziale conte ingegnere Ottone Tournon, i quali scusarono! la loro assenza perchè impediti da malattia 0 da impegni imprescindibili. E' notevole l'imponente concorso dei senatori all'adunanza: su 31 senatori ne mancavano 7 soltanto e di questi 3 per malattia, 3 per essere in paesi lontani e il prefetto per la sua speciale posizione. Prima che la riunione si aprisse, qualche senatore era del parere che si sarebbero avanzate dell» pregiudiziali, tra le quali quella se si dovesse limitare la discussione at- 1 torno ai due candidati, o se pure si doves(se allargare ad altri nomi, quasi ritornan- fdtrgnpTCptsdmD do ab ovo nella situazione del-Collegio. AI tra pregiudiziale sarebbe stata quella del l'opportunità di rinviare la riunione e la discussione a quando fosse stato emanato il decreto di scioglimento della Camera. Si riteneva anche che ci sarebbe 8tata una.mozione d'ordine sul modo col quale doveva farsi la discussione, e se cioè, limitata' ai due nomi in lotta, si dovesse scendere a trattare dei maggiori o minori titoli dell'u no o dell'altro candidato, o se si dovesse subito venire ad una votazione segreta: A- figstrlo mdabusgperitfigdrcosuportasi la discussione, le pregiudiziali fu- jbrrono. abbandonate. Solo da un senatóre f# accennato all'opportunità di rinviare la discussione a dopo avvenuto lo scioglimento" della Camera, ma la proposta non trovò seguito nei convenuti. In quanto alla mo zione d'ordine, essa fu resa Inutile dalla natura e dall'andamento che subito prese la discussione, la quale tutta si concentrò nel la personalità dei candidati. Ed è per questa ragione, che j senatori,, vista la piega presa dalla discussione, s'impegnarono con parola d'onore di non rivelare alcuna particolarità della seduta e della votazione. Ad ogni modo la discussione si svolse calma, dignitosa, elevatissima. Si ebbero tre o quattro discorsi in favore osststgndisualpogeririSfgucaI redell uno e dell altro candidato, senza che.| <iperò mai alcuno degli oratori tentasse, an che lontanamente, di menomare la posizione del candidato meno favorito. Dopo un'ora e mezza di questo scambio sereno di osservazioni, — in taluna delle quali si accennò anche alle non lievi difficoltà che presenta la battaglia elettorale nel III Collegio, — si decise di addivenire ad una votazione a schede segrete. L'impegno formale assoluto assunto da tutti i convenuti di nulla, far sapere della discussione avvenuta, ci vieta di far coconoscere più minuti particolari della seduta. Siamo però in grado di dare il risultato numerico della votazione che fu il se- guente: voti favorevoli a Depanis 18; voti o ù a r , a e , o o! a e r a e - - favorevoli a Bocca G. Prima di sciogliersi l'assemblea deliberò di diramare alla stampa cittadina la seguente comunicazione: « L'adunanza del senatori residenti in Torino, in adempimento del mandato 'di designare il candidato che nel partito costHuzio-, naie possa affrontare la lotta con maggiore] probabilità di successo nel terso Collegio dì Torino, « dopo aver esaminato la situazione 'del Collegio stesso, riconoscendo che i candidati proposti dalle Associazioni costituzionali cittadine sono persone degnissime di rappresentare in Parlamento la città di Torino, dopo votazione segreta, ha designato il nome del commendatore avvocato GIUSEPPE DEPANIS ». La seduta ebbe termine alle ore 17,30. Noi piamo veramente lieti di questa soluzione, perchè con essa il grande partilo costituzionale liberale ha ritrovato la sua integrità, e con la sua integrità la sua iorza. Noi siamo certi che ora. tutti metteranno la massima -lealtà nell'adempimento dal dovere che incombe al partito e a quanti hanno in onore le libertà costituzionali. . quabCptedpedpdmddvmtebnacvvasi mfbdisld—dtdQrtsatpislpgbbesrA