II minorenne condannato all'ergastolo polemiche fra i giudici e gli avvocati di Giuseppe Zaccaria
II minorenne condannato all'ergastolo polemiche fra i giudici e gli avvocati Per la prima volta nella storia dell'Italia unita II minorenne condannato all'ergastolo polemiche fra i giudici e gli avvocati L'imputato, 17 anni, aggredì a Milano, in casa, la moglie di un brigadiere di polizia: dopo averla violentata assieme a un complice, la strangolò - La Cassazione ha confermato il verdetto ROMA — Un anno e mezzo fa Marco Caruso, quindicenne, romano, reo di aver ucciso a colpi di pistola il padre che lo seviziava, fu condannato a otto anni dal tribunale dei minori e subito rimesso in libertà provvisoria. L'altro ieri la Cassazione ha confermato la pena dell'ergastolo per Abramo Leone, milanese. Anche in questo caso si trattava di omicidio: anche in questo caso il reato era stato commesso quando l'imputato era minore. Al momento dell'arresto. Leone aveva 17 anni. Nella storia dell'Italia unita non era ancora accaduto che un minorenne venisse condannato a trascorrere il resto della sua vita in carcere: fino a ieri, il riguardo della legge verso i giovanissimi rimaneva I uno dei pochi punti fermi del | nostro sistema giuridico. Molti adesso bollano questa seiv I tenza come un segno dell'im ! barbarimento che il Paese sta subendo: sicuramente, tra le due decisioni è racchiuso tutto l'itinerario compiuto negli ultimi mesi dal nostro vivere comune. I due casi mostrano differenze sostanziali: Caruso aveva reagito in maniera incontrollata a una serie di ingiuste violenze. Leone, spalleggiato da un complice. Biagio Jaquinta. si era reso protagonista cinque anni fa di uno dei delitti più raccapriccianti che la ..nera» milanese ricordi. Con l'amico. Leone aveva fornito informazioni riservate ad un brigadiere di ps. Antonio Mascione. su un traffico di droga: l'operazione della polizia era andata per il verso giusto, e i due informatori pretendevano un compenso di milioni. Il brigadiere non li aveva potuti accontentare. Per «convincerlo», il 14 giugno '75 i due avevano deciso di minacciarlo attraverso la moglie. Andarono nell'abitazione del brigadiere, con un pretesto si fecero aprire dalla moglie. Luisa Fantasia, la trovarono in casa con la figlioletta di 18 mesi. Prima la violentarono, mentre a turno uno dei due cullava la bimba per tenerla addormentata. Poi la picchiarono selvaggiamente, le spezzarono tre costole, la trascinarono per la casa. Infine la strangolarono sul letto, molto lentamente, per farla soffrire il più possibile. Da quel giorno la figlia del brigadiere Mascione piange quando vede un giovane vestito con un giubbotto di pelle: comincia a tremare, gli grida «Hai ucciso mia madre». I due vennero presi pochi giorni dopo. Si comportarono come se il fatto non li riguardasse. Pochi mesi più tardi, la Corte d'Assise li condannò all'ergastolo sulla base di una nuova interpretazione. In pratica, nell'aula era accaduto questo: una legge dell'll aprile '74 aveva stabilito nuove norme per l'applicazione delle attenuanti, che avrebbero dovuto risolversi a favore dell'imputato. Sarebbero dovute servire, attraverso il gioco delle equivalenze tra attenuanti ed aggravanti, a evitare che un ladro di polli venisse condannato a tre o più anni di galera. I giudici di Milano avevano rovesciato l'impostazione della legge: se le attenuanti potevano essere considerate prevalenti anche al di là dei casi previsti fino a quel momento dal codice, era vero anche il contrario. Quindi ad Abramo Leone si poteva non riconoscere quella della minore età. vista la particolare ferocia con cui l'assassinio era stato compiuto. La pena era stata confermata dalla Corte d'Assise d'Appello: giovedì scorso i difensori dei due giovani — Franco De Cataldo e Luigi Gullo — si sono presentati in Cassazione per discutere il ricorso che avevano presentato. Il risultato, l'abbiamo già riferito. Ma a questo punto, conviene lasciar parlare chi a quella storica udienza ha preso parte. Avvocato Armando Cillario. milanese, parte civile per il marito della donna uccisa: «Questa decisione costituisce un grosso passo in avanti: la Cassazione in pratica ha stabilito che l'attenuante della minore età non dev'essere concessa in modo automatico. Trovo la sentenza ineccepibile anche sul piano morale: servirà da monito per molti giovani delinquenti", Avvocato Franco De Cataldo, romano, difensore di Abramo Leone: «Ho già sollevato eccezione di incostituzionalità su questa interpretazione della legge, che contrasta sia con la Costituzione che con l'intero sistema penale. Il codice dice chiaramente che il minore è giudicato in modo diverso rispetto all'imputato maggiorenne. La sua capacità penale è ridotta. L'Assise di Milano ha negato a Leone il giudizio di maturità, cioè un esame del suo modo di porsi rispetto al fatto criminoso, preferendo una delle consuete perizie psichiatriche. Insomma, si tratta di un'interpretazione aberrante: speriamo che non preluda a una chiusura della giustizia verso i minorenni-. Avvocato Luigi Gullo. cosentino, difensore di Biagio Jaquinta: «E' una decisione gravissima: sul piano tecnico, quasi una follia. La minore età non è solo una circostanza attenuante, ma un dato strutturale del reato rispetto a chi l'ha commesso. Hanno condannato all'ergastolo uno che fra dieci anni potrebbe essere un uomo completamente diverso». Franz Sesti, presidente di sezione della Cassazione: «La nostra non è decisione che debba stupire. Il caso che ci hanno sottoposto era singolare: dovevamo solo discutere sull'interpretazione dei giudici milanesi, e l'abbiamo trovata esatta. Entrare nel dettaglio della pena, non era nostro compito-, Giuseppe Zaccaria
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