II venerdì nero del dollaro

II venerdì nere del dollaro II venerdì nere del dollaro NEW YORK — Alla fine Alan Greespan, nuovo governatore della Federai Reserve, s'è deciso. La Fed, la banca centrale americana, ha aumentato ieri il tasso di sconto dal 5,5 al 6 per cento. L'incremento era atteso sul mercati, dove in questi ultimi giorni erano aumentate le preoccupazioni che un dollaro debole e una economia in espansione potessero indurre la banca centrale a prendere un provvedimento del genere. La decisione ha avuto un effetto immediato sui mercati (il biglietto verde è balzato in avanti a quota 1,8020 contro il marco tedesco, dagli 1,7960 punti dell'apertura, e a 1305 lire) ma poi ha avuto un andamento nervoso: prima è ripreso a scendere poi si è stabilizzato intorno alle 1303,50 lire e a 1,7985 marchi, valori leggermente superiori a quelli registrati alle quotazioni ufficiali europee con 1300,7 lire e 1,7957 marchi Anche Wall Street ha reagito in modo nervoso: a metà seduta l'Indice Dow Jones del 30 titoli industriali segnava 2586,58 punti, 12,91 in meno della chiusura di giovedì pari ad un calo percentuale di mezzo punto. La decisione della Federai Reserve è giunta nel pomeriggio, in un mercato convulso, quando il dollaro, proseguendo nell'andamento decrescente che perdura da tre settimane, era ormai sceso a 1300,7 lire, poco piti di tre punti in meno di giovedì ma in perdita dell'1,3% dalle 1318,3 del venerdì della scorsa settimana. L'altra sera a New York e ieri mattina in Asia 11 biglietto verde aveva toccato punte minime di circa 1296 lire. Un certo sostegno tecnico è derivato al dollaro da una serie di ricoperture,. ..cautelative effettua^ dagli'operatori ih vista del 1 lun'éàfflne settlrtanVdi New York, dove lunedi è festa (Labor Day). Inoltre, 1 contrasti politici sui temi del disarmo che dividono gli alleati governativi in Germania pesano sul marco, con van¬ taggio del dollaro ed anche delle altre valute. Infatti, nonostante il nuovo cedimento della valuta Usa, il cambio marco-lira è rimasto ieri fermo a 724,465, a poco più deUe 724,225 di Una settimana fa. A Francoforte il dollaro è stato fissato a 1,7957 marchi, contro 1,8003 di giovedì. Non si sono verificati interventi delle banche centrali né in Asia né in Europa. Ieri però si è saputo che, negli ultimi tre mesi, le autorità monetarie Usa sono intervenute per difendere il dollaro in modo consistente effettuando acquisti della moneta verde per oltre 800 milioni di dollari. Le autorità centrali Usa hanno venduto in queste operazioni forti quantità di marchi (circa 400 milioni di marchi) e di yen giapponesi. Secondo le autorità americane, il recente ribasso del dollaro non costituisce una seria minaccia all'accordo di stabilizzazione del cambi raggiunto a febbraio a Parigi dai maggiori paesi industrializzati. Anche 11 ministro delle Finanze giapponese Kiichi Miyazawa ha smentito le voci secondo le quali 11 .gruppo del cinque» si riunirebbe questo fine di settimana per concordare la difesa del dollaro su valori più bassi di quelli impliciti nell'accordo del Louvre di febbraio. Miyazawa ha osservato anche che un maggiore indebolimento del dollaro nel riguardi dello yen causerebbe difficoltà agli Stati Uniti, n ministro, nel corso di una conferenza stampa in programma da tempo, ha detto che «la riunione (del G-5) è una riunione che non avrà luogo». Per quanto riguarda la possibilità che in un'eventuale riunione ad hoc o in occasione itegli incontjkdel fpndo rjj^ netario internazionale a fine mese a Washington 1 maggiori paesi industrializzati abbassino gli obiettivi di difesa del dollaro, il ministro ha detto: «No e no. Provocherebbe guai anche all'America». (Agi) Alan Greenspan

Persone citate: Alan Greenspan, Alan Greespan, Kiichi Miyazawa, Labor Day, Miyazawa