«Non cercate di assomigliare a Monna Lisa» di Marina Verna

«Non cercate di assomigliare a Monna Lisa» «Non cercate di assomigliare a Monna Lisa» Il prof. Teich Alasia: nessuno deve accorgersi dell'intervento ner conto delle proporzioni. La signora pensa di diventare un capolavoro d'arte, ma è impossibile, perché la chirurgia plastica consente certi interventi ma non altri, ad esempio non può ridurre tutta l'ossatura della faccia». Orlan vuol rifarsi ai canoni classici della bellezza femminile. E' possibile ricostruirli con il bisturi? «Non possiamo dire separatamente quale naso sia bello, quale apertura degli occhi, quale bocca, quale mento. Intanto c'è l'influenza della moda. Una volta il naso grosso maschile era espressione di una certa bellezza, ora molto meno. E poi c'è l'armonia globale. Non si può mettere un naso, teoricamente molto bello, molto simmetrico, molto preciso, su di un viso leggermente asimmetrico, perché il mancato allineamento tra la punta del naso e il centro della bocca farebbe subito notare quell'asimmetria che invece sfugge». Il professor Teich ritiene che un chirurgo debba avere un grande senso estetico - e usarln per valutare le richieste che gli vengono fatte. «Non ha senso prendere il naso di Claudia Cardinale e metterlo su una faccia larga. Ilxisultato sarebbe il muso di un pechinese. Ha senso invece togliere i difetti più vistosi, lasciando intatte le asimmetrie del volto. Quando qualcuna mi dice che nessuno si è accorto che il naso è rifatto, io sono felice, per me ò il più bel complimento, vuol dire che in nessun modo ho cambiato le sue caratteristiche. Perché l'insieme è molto più importante delle singole parti - e irriproducibile. Io posso anche fare la bocca di Monna Lisa, ma il suo sorriso non lo faccio più io». Oltre all'aspetto tecnico, ce n'è anche uno etico. «Il chirurgo plastico deve sapere che cosa può fare e che cosa può promettere. Ogni intervento comporta la formazione di cicatrici - e non esiste nessuna cicatrice che possa guarire senza lasciare un segno, se non quando si lavora all'interno del naso e qualche volta nelle palpebre. Si possono fare delle ottime cicatrici, quasi invisibili, ma nessuno deve andare a raccontare al paziente che non restano segni perché è falso». C'è poi anche un margine di incertezza sul risultato finale: per allungare un naso molto piccolo, bisogna prendere un pezzo di osso da un lato e un pezzo di cartilagine dall'altro. Poi ci sono le incognite del tessuto reattivo della guarigione. Non è quindi detto che il naso, alla fine del processo di guarigione, possa davvero essere quello della Psiche di Francois Gerard che l'artista francese conta di avere. Accanto a queste stravaganze, esiste invece una realtà di interventi plastici che hanno una logica e una perfetta riuscita: brutti nasi, borse sotto gli occhi, palpebre cascanti, doppio mento, seni brutti. Anche gli uomini hanno le loro vanità, quasi sempre giustificate con la vita professionale. Chiedono, ad esempio, che venga tirata la pelle del collo perché non possono più chiudere bene la camicia e la pel¬ le che spunta oltre il colletto potrebbe avere un effetto negativo per i loro incontri di lavoro. Tutti interventi futili? «Di veramente futile non c'è niente. Un lifting ben fatto, un naso di cui si è soddisfatti danno un senso di sic .i: ;zza in se stessi. Ho visto, nel' mie pazienti, dei cambiamei.ù di carattere straordinari. Non parliamo poi della ricostruzione del seno dopo un'asportazione per tumore: che felicità per queste donne, che si sono sentite condannate a una vita ritirata, andare al mare senza doversi mettere dei riempitivi nel costume. Io credo che esista un diritto per tutti alla chirurgia estetica». Molti chirurghi, poi, lavorano con un monitor. Alla paziente fanno vedere le immagini della sua faccia attuale poi, con gesti elettronici, fanno le correzioni e danno il risultato finale. Così Orlan ha scelto il suo nuovo viso. Forse nessuno le ha raccontato la storia di Gladys Deacon. Marina Verna

Persone citate: Claudia Cardinale, Francois Gerard, Gladys Deacon, Teich, Teich Alasia

Luoghi citati: Monna Lisa