Anche la dc difende Di Pietro di Ugo Bertone

Anche la dc difende Di Pietro Scandalo tangenti: il quotidiano socialista aveva parlato di «aspetti non chiari e convincenti» nell'inchiesta Anche la dc difende Di Pietro 1giudici al psi: è una intimidazione Casini: «Ora un partito serio farebbe autocritica» MILANO. «E' inammissibile ed inquietante che il partito che esprime il presidente del Consiglio ed il ministro della Giustizia attacchi un ufficio giudiziario con espressioni di contenuto oscuro, ma di evidente finalità intimidatoria». Firmato Mario Cicala, presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Accanto alla sua firma, però, ci sono quelle del segretario generale Franco Ippolito e del vicepresidente Giovanni Tamburino. La magistratura, tutta la magistratura insorge così alla levata di scudi socialista contro Di Pietro. E sul fronte di Mani Pulite, alla vigilia del rientro (previsto per martedì) del giudice Di Pietro a palazzo di Giustizia, si profila un duro conflitto tra psi e potere giudiziario. Nella battaglia, a giudicare dalle prime mosse, i socialisti sembrano isolati. Ieri dalla de, altro grande partito colpito dall'operazione Mani Pulite, sono giunte solo voci di solidarietà per i magistrati milanesi. «Noi siamo per la certezza del diritto», ha dichiarato Pierferdinando Casini al meeting dell'Amicizia di Rimini. «Tra gli elementi fondamentali dello Stato di diritto - ha continuato - c'è la distinzione dei poteri. Per cui noi rispettiamo l'autonomia della magistratura e aspettiamo la fine di questi processi. Comunque ho ritenuto sciocchi certi allarmi, tipo quello lanciato da Piccoli». Nessun accenno ha fatto Casini alle accuse dell'«Avanti» o all'attacco mosso ai giudici da Bobo Craxi su rapporti tra alcuni giudici e Mario Chiesa. Ma sul piano politico non c'è solidarietà, par di capire, alla linea scelta dal psi. «Non si può far finta di non vedere - ha concluso l'esponente de -. La struttura tradizionale dei partiti è in crisi, delegittimata anche sulla questione morale. Su questo un partito serio, più che pensare ai complotti, pensa a cambiare le strutture, a fare autocritica». E aggiunge Giuliano Silvestri, anche lui de, segretario dell'ufficio di presidenza della Camera: «Non si risponde alla questione morale cercando di aggredire personalmente il giudice Di Pietro». E così l'ira dei magistrati si scarica ormai tutta sui socialisti, dopo le dure repliche all'intervista di Piccoli sul «Sabato». Una risposta dura, ragionata, assai più aspra delle sortite dopo le polemiche sul segreto istruttorio o sugli arresti facili che già hanno scandito la storia di Mani Pulite, soprattutto dopo il suicidio del segretario del psi di Lodi, Amorese, e l'arresto di Loris Zaffra, capogruppo so¬ cialista al comune di Milano. La strategia? Gli obiettivi dei giudici sono due: 1) la solidarietà totale a Di Pietro in particolare e ai giudici milanesi in generale; 2) il richiamo, non casuale, nel comunicato del vertice dei magistrati, a Giuliano Amato e Claudio Martelli, esponenti psi al governo finora assai attenti a non farsi coinvolgere in polemiche contro l'inchiesta milanese. Sotto il primo profilo, non è un caso che il procuratore capo Francesco Borreli ieri abbia taciuto dopo la prima, pacata replica («siamo moderatamente stupefatti», si era limitato a dire con una punta di ironia, sa¬ bato). Ha taciuto anche il suo sostituto Gerardo D'Ambrosio che, sempre sabato, aveva parlato di «provocazione». «Indagarono anche su di me - aveva aggiunto D'Ambrosio - ai tempi di piazza Fontana. Ero accusato, pensate un po', di avere un feeling particolare proprio con "l'Avanti"...». Tacciono i magistrati milanesi, c'è spazio per una sortita ufficiale dell'associazione dei magistrati. «E' appena il caso - si legge nel comunicato - di ribadire che l'alta professionalità dei componenti l'ufficio destinatario di quelle parole, di quegli attacchi garantisce la prosecuzione della rigorosa ricerca della verità, per l'affermazione del primato della legge». La magistratura, insomma, è unita al fianco di Antonio Di Pietro. Parla anche Nino Abate, ex membro del Consiglio superiore della magistratura e membro di «Unità per la Costituzione», una delle maggiori componenti dell'Anm. «E' il solito copione dice - recitato con burocratica ripetitività da attori privi di classe e di fantasia che, pur avendo grosse responsabilità di governo della cosa pubblica, non perdono occasione per alimentare campagne di diffamazione contro la magistratura». La parola, ora, tocca di nuovo al psi. Ugo Bertone Mario Cicala, presidente dell'Anm

Luoghi citati: Lodi, Milano