Doping, il Coni scarica ì medici sportivi

Doping, il Coni scarica ì medici sportivi Dopo lo scandalo dei test incompleti, il laboratorio analisi passa sotto il controllo del Comitato Olimpico Doping, il Coni scarica ì medici sportivi Rapporto di Pescante a Veltroni ROMA. Il Laboratorio antidoping del Coni cambierà padrone: dall'attuale giurisdizione della Federazione medico-sportiva passerà a quella diretta del Comitato nazionale olimpico. E' quanto deciderà domani la Giunta esecutiva, convocata in riunione straordinaria. Così è stato infatti deciso ieri in una riunione informale cui hanno preso parte, col presidente Pescante e il segretario generale Pagnozzi, il vicepresidente Grandi (ginnastica) e i membri Nebiolo, Gola (atletica), Nizzola (calcio) e Peti-ucci (basket): ed è quanto è contenuto nel rapporto che ieri sera Pescante ha trasmesso a Veltroni. Il vice premier, come ministro vigilante sul Coni, ha formulato in maniera molto esplicita e ufficiale le domande che tutto il mondo sportivo si pone sull'operato del laboratorio di analisi, e dunque del Coni, l'esistenza cioè «di elementi sufficientemente gravi per chiedere al Coni di sapere come si motivino» comportamenti inspiegabili. La notizia che la maggior parte dei test effettuati sui calciatori (2000 su un totale di 2800 nel '97) non fosse completo e omettesse la verifica sulla presenza di steroidianabolizzanti (i prodotti usati soprattutto per incrementare la massa muscolare) ha suscitato «sbalordimento» (Gola) e «incredulità» (Petrucci) nei vari membri di Giunta riuniti per discutere il delicatissimo problema del doping. Tanto grave da provocare interventi multipli da parte del mondo politico: mentre il Ppi chiede, così come ha fatto Rifondazione comu- nista, il commissariamento di Pescante e di Santilli (presidente dei medici sportivi) i Verdi, per bocca del loro responsabile allo Sport, sen. Cortiana, chiedono una completa e radicale riforma del Coni. Il Ccd ammonisce da parte sua che ogni prowedimento avrebbe però carattere «strumentale». Siamo in piena bagarre: e si fa sentire ancora una volta la voce di Sandro Donati che smentisce le dichiarazioni di Santilli e del prof. Nicoletti (direttore scientifico del Laboratorio) che hanno entrambi parlato di manipolazione in fase di prelievo o di trasporto nel noto caso Di Terlizzi. «La Procura antidoping del Coni precisa Donati - ha invece accertato senza ombra di dubbio una manipolazione in laboratorio». Insomma, il tanto bistrattato Laboratorio avrà bisogno di strutture e di gerarchie nuove. E sicuramente, conferma Pescante, dovrà ridimensionare la sua attività. L'aver effettuato in un anno oltre 10 mila analisi testimonia l'impossibilità di effettuare un lavoro serio. Se è vero, come viene detto, che ogni test per accertare la presenza degli steroidi richiede un iter di sei ore, per esaurire 10 mila analisi sono necessarie inevitabilmente 60 mila ore. Anche in un laboratorio che lavorasse ininterrottamente ventiquattr'ore su ventiquattro, ci vorrebbero cioè 2500 giorni, pari a circa 7 anni... Bisogna ora vedere se la stessa Giunta del Coni si accontenterà domani di una soluzione come quella che abbiamo hi principio segnalato: e soprattutto se si dichiareranno soddisfatti di un semplice passaggio di mano di responsabilità i politici e, in prima linea, il ministro Veltroni. Ieri a Roma c'era anche Guariniello, ma non per l'inchiesta sul calcio-farmacia. Il procuratore torinese potrebbe presto chiamare come teste, l'ex presidente del Coni Carrara e intanto ha disposto una nuova raffica di accertamenti sui rapporti tra società e calciatori, sull'uso di farmaci e integratori. Da domani riprenderanno le deposizioni di atleti e dirigenti: attesi Padovano, Lombardo e Zidane. Vanni Lòriga A sinistra Nizzola (presidente della Federcalcio) discute col prof. Santilli (presidente Medici Sportivi); tra i due, Abete

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