Rapita e stuprata a dodici anni

Rapita e stuprata a dodici anni Cremona: nessuna traccia del violentatore che era alla guida di un'auto potente Rapita e stuprata a dodici anni Avvicinata con un trucco mentre era in bicicletta CREMONA. «Scusa, mi sai dire dove si trova la Cascina Fienili?». L'uomo, modi gentili, aspetto curato, aveva un'aria rassicurante. E la bambina, nella sua ingenuità di dodicenne, non poteva certo pensare che quella fosse una trappola e che la risposta l'avrebbe portata a vivere un incubo. La caccia è aperta a quell'uomo dall'auto potente e scura che ha violentato una dodicenne cremasca. Lo si cerca da quattro giorni, tra le province di Bergamo, Cremona, Brescia. Finora, però, nessuna traccia. Le forze dell'ordine tacciono. Per rispetto della vittima e della sua famiglia. Ma, soprattutto, per non dare vantaggi al bruto. Hanno tenuto nascosta la notizia per qualche giorno nella speranza di raccogliere altri indizi e non dare nessun aiuto al bruto. Lo stupro avviene sabato pomeriggio a Castel Gabbiano, al confine tra la provincia di Cremona e quella di Bergamo. La ragazzina passeggir. tranquillamente con la sua bicicletta in un paesino in provincia di Ber¬ gamo, quello in cui vive e del quale gli inquirenti nascondono il nome. Le si affianca una vettura di grossa cilindrata, scura. Al volante un uomo sulla trentina, capelli castani. L'uomo ferma la macchina, scende e si avvicina alla ragazzina. Le chiede un'indicazione stradale. Parla italiano, non ha un accento marcato. La dodicenne gli risponde cortese. Tutto sembra finito. Invece, è solo l'inizio. L'uomo si guarda intorno e, quando vede che non c'è nessuno nei paraggi, le prende un braccio. La giovane è sorpresa. L'uomo stringe la presa e, a forza, la spinge sull'auto. Via a tutto gas verso il Cremasco. Arriva a Castel Gabbiano, e infila una strada sterrata che conduce ad una cascina alla periferia. Un'altra deviazione per arrivare in un punto dalla fitta vegetazione. Nascosto e sicuro. Che l'uomo quasi certamente conosceva. E lì avviene la violenza. Dopo averla stuprata, l'uomo fa rivestire la ragazzina e la scarica sulla stra¬ dina sterrata. Poi preme sull'acceleratore e lascia a tutta velocità la zona. Prima di crollare in preda ad una naturale crisi, la dodicenne bergamasca ha la forza per suonare alla prima casa trovata sulla strada. «Mi hanno violentata, aiutatemi», dice piangendo. Alla porta c'è Giuseppina Bianchessi, padrona di casa. La signora raccoglie la ragazzina in lacrime, la fa entrare, avvisa i genitori e poi i carabinieri. I genitori arrivano nel giro di dieci minuti, ascoltano la storia, abbracciano la figlia e poi la portano in ospedale. «Spero che lo prendano e gli diano una giusta punizione, senza attenuanti», sono le uniche parole pronunciate dal padre. La bambina si trova ancora in ospedale in forte stato di choc. Nei momenti di lucidità riesce però a rivivere l'episodio e le sue indicazioni sono per le forze dell'ordine la base per la caccia al bruto. Che, purtroppo, resta per ora aperta. Carlo Annovazzi

Persone citate: Carlo Annovazzi, Giuseppina Bianchessi

Luoghi citati: Bergamo, Brescia, Castel Gabbiano, Cremona