Parte la marcia dei pifferi al ritmo del «Rantantiro»

Parte la marcia dei pifferi al ritmo del «Rantantiro» I PROTAGONISTI DEL CARNEVALE DI IVREA Parte la marcia dei pifferi al ritmo del «Rantantiro» La banda (38 elementi con i tamburi) è la colonna sonora della festa. Farne parte è un traguardo, anche per le donne 1 ALESSANDRO BALLESIO , A Impeccabili, nei passi e nelle divise che ricordano il periodo di Napoleone, nelle marce che scandiscono da sempre il prontivia del carnevale di Ivrea. Sono gli eredi di ima storia che risale ai tempi di Emanuele Filiberto, quando nel «vecchio e glorioso esercito sabaudo», come ricordano gli scritti dell'epoca, le prime bande di pifferi oltre al servizio nella Cittadella partecipavano a tutte le feste mihtari e di corte. Cosi anche nel castello del Conte Verde: da qui la tradizione ha sposato il carnevale fm dal 1808 e ancora oggi pifferi e tamburi ne sono l'insostituibile colonna sonora. Questa mattina, alle 9 in punto, il primo piffero Sergio Focchiola farà cenno di intonare il classico «Rantantiro» da piazza di città, di fronte al palazzo del municipio da dove o^ni anno si affaccia al popolo Violetta, la Mugnaia. È a questo punto che s'inizia la festa più attesa della città. Anche la sfilata è un cerimoniale da rispettare rigorosamente, in stile di parata militare: a ogni rione appartiene una melodia. Il segreto di una delle più importanti bande music ali storiche del Piemonte è tutto nel rispetto di una tradizione che ha pochi eguali. Ci sono pifferi e tamburi che hanno passato la vita ad accompagnare il carnevale lungo il selciato del centro: come Mario Milano, cinquant'anni di musica al servizio delle casacche rosse e verdi, sempre con il berretto frigio che a Ivrea sta alla sua celebrazione più celebre come le arance. Affezionati come lo stesso Sergio Focchiola, che da sempre aspetta il segnale («È ora, andiamo») dall'inseparabile primo tamburo Franco Gili. La banda è una questione di famiglia, oltre che di amicizie: lo sanno bene autentiche dinastie che per mezzo secolo si sono avvicendate nelle marce. Anche se i tempi, quelli sono cambiati. «Una volta ricordano gli anziani - quasi nessuno studiava musica: si ri-: peteva a memoria la lezione da un foglio con tanti pallini che rappresentano le sei note del piffero». Adesso, per entrare nella «squadra» bisogna seguire un corso e studiare sodo. Fer farsi conoscere, pifferi e tamburi hanno perfino inciso un compact disc con una trentina di melodie che si può chiedere agli sportelli dell'Atl. Oggi a suonare sono in 38, e il dato è confortante: «Siamo in crescita, specialmente da alcuni anni - spiega il presidente Simone Boglia -. Merito dei corsi e delle donne». Già, le donne. Come ogni gruppo che ha un'origine militare, la loro presenza non era consentita, o comunque non vista di buon occhio dai tradizio¬ nalisti. Fino a ima ventina di anni fa: «Chi storceva il naso poi ha cambiato idea, adesso siamo un buon numero - spiega la decana Paola Riva - la passione per questa divisa è irresistibile: pensare che ascoltavo in cuffia la nostra musica anche quando ero in attesa del mio primo figlio, mi rilassavo solo così». Paola e i suoi colleghi raccontano che il momento più emozionante è proprio il primo: l'Epifania, l'inizio del carnevale. Dopo la sfilata, quésta mattina alle 11 il momento clou sarà il passaggio di consegna dal vecchio generale (Maurizio Leggero) a quello del 2005, Franco Calabrese. Nel pomeriggio, lettura del giuramento e omaggio al podestà Andrea Feretri, alle 16 messa in duomo del vescovo Arrigo MigUo. Alle 17,30 l'associazione Fagiolata benefica del Castellazzo presenta le nuove bandiere della fagiolata più antica della manifestazione, infine alle 18,15 inaugurazione della mostra «La famiglia Olivetti nello storico carnevale di Ivrea». . Accanto, la parata della «Banda dei pifferi e tamburi» di Ivrea. La loro partecipazione al Carnevale d'Ivrea risale all'Ottocento. Da una ventina d'anni accoglie le donne

Luoghi citati: Ivrea, Piemonte