Il governo israeliano dice un primo sì al «Tracciato di pace»

Il governo israeliano dice un primo sì al «Tracciato di pace» SHARON: E' GIUNTO IL MOMENTO DI SPARTIRE QUESTATERRA Il governo israeliano dice un primo sì al «Tracciato di pace» Il documento del Quartetto (Usa,Uè, Russia e Onu) ha ottenuto dodici voti favorevoli, sette contari e quattro astenuti. Insieme con il piano è stata approvata una lunga serie di emendamenti Aldo Baquis TEL AVIV Al termine di un dibattito altamente drammatico durato sei ore, il govemo di Ariel Sharon ha approvato - con una stretta maggioranza ( 12 sì su 23 voti) e una lunga Usta di riserve - il Tracciato di pace del Quartetto, che prevede fra l'altro la costituzione in tempi brevi di uno Stato palestinese entro confini provvisori. Accolto subito con grande soddisfazione alla Casa Bianca, questo voto spiana la strada a numerose iniziative diplomatiche. Fra queste, un incontro immediato fra Sharon e il suo omologo palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) e subito dopo un vertice allargato, alla presenza dei presidenti George Bush e Hosni Mubarak e di re Abdallah di Giordania. Oggi inoltre il ministro francese degli Esteri Dommique de Villepin sarà a Ramallah per ribadùe al presidente Yasser Arafat e ad Abu Mazen il sostegno europeo alla loro politica. I servizi di sicurezza israeliani, però, sono stati ancora una volta allertati nel timore di nuovi attentati, dopo quelli lanciati a ripetizione la settimana scorsa dagli irriducibili di Hamas e della Jihad islamica. Abu Mazen - secondo una fonte della sicurezza israeliana - ha forse buona volontà, ma finora le sue forze di sicurezza non hanno nemmeno iniziato a sventare gli attentati. Per Sharon non è stata una giornata facile. Da un lato, il suo attaccamento storico alla politica di insediamento ebraico nei Territori. Dall'altro, il timore di innescare con Washington una crisi che lascerebbe lo Stato ebraico in totale isolamento. In un'intervista al quotidiano «Yediot Ahronot», Sharon ha ammesso che «è ormai giunto il momento di spartire questa terra, fra noi e i palestinesi». Ai ministri del Likud aveva detto che Israele «non può continuare a soggiogare un altro popolo». Nelle sue parole alcuni ministri del Likud hanno rilevato una venatura di eresia. Ancora mesi fa Benyamin Netanyahu (oggi ministro delle Finanze) aveva costretto il Comitato centrale del Likud a esprimersi contro la costituzione di uno Stato palestinese indipendente: ima mozione in cui Sharon (favorevole a uno Stato palestinese ristretto e smilitarizzato) si era trovato in minoranza. Ieri Netanyahu ha minacciato di votare contro il Tracciato di pace: ha preferito poi astenersi, anche per non irritare Washington mentre Israele attende ancora di ricevere dagli Stati Uniti garanzie bancarie per un ammontare complessivo di nove miliardi di dollari. Da destra, il più acceso contestatore di Sharon è stato un ministro del Likud, Uzi Landau, ex ministro della Sicurezza intema, secondo il quale il govemo avrebbe dovuto respingere il Tracciato e informare Bush che «Israele è pronto a compromessi, ma non a compiere un suicidio nazionale». Per Landau, il Tracciato «è ancora peggiore degli accordi di Oslo», in quanto per la prima volta Israele accetta in principio la costituzione di uno Stato palestinese indipen¬ dente, ammette che deve cessare l'occupazione dei Territori invasi nel 1967 e si rassegna a un profondo intervento intemazionale nelle proprie questioni di sicurezza. Una volta proclamata l'indipendenza della Palestina, la lotta al terrorismo - ha avvertito Landau - sarà resa impossibile per Israele da schiere dì osservatori intemazionali. Per allontanare questo e altri rischi, il govemo Sharon ha dunque votato a favore di una lista di riserve, che comunque non potranno alterare il testo ufficiale del documento elaborato dal Quartetto (Usa, Uè, Russia, Onu). La principale riserva riguarda il diritto del ritomo per milioni di profughi palestinesi che - secondo Israele potranno essere assorbiti solo nel futuro Stato palestinese, e non nello Stato ebraico. Israele ribadi¬ sce inoltre che nel dipanamento del Tracciato, solo il successo nella fase iniziale consente il passaggio alla fase seguente. In mancanza di una seria lotta al terrorismo questa è l'interpretazione del govemo Sharon - l'intero processo (che include il congelamento delle colonie) si arenerà, come è avvenuto nei mesi scorsi agli analoghi piani di George Mitchell e di George Tenet. Il primo ministro israeliano Ariel Sharon incontra i rappresentanti dei coloni che vivono negli insediamenti in Cisgiordania f.iWiin.ii, ..tri SIRIA Wì*#^^ GIORDANIA EGITTO CHE COSE' LA ROAD MAP La RoadMap(Titinerario)è un piano di pacemesso a punto dal Quartetto- Uè, Onu, Russia, Usa e presentato al govemo israeliano e dall'Autorità palestinese lo scorso 30 aprile. Il suo obiettivo è una "risoluzione finale e completa" del conflitto israelo-palestinese éntro il 2005 e la creazione di uno Stato palestinese indipendente e democratico che vìva fianco a fianco in pace e sicurezza con Israele FASE 1 (estate 20Q3) Israele deve » confermare il suo impegno per uno Stato palestinese indipendente e sovrano « congelare la costruzione di nuovi insediamenti inei Territori occupati » smantellare gli insediamenti costruiti dopo il rriarzo 2001 » ritirarsi dalle zone rioccupate con l'intifada L'Autorità palestinese deve « riconoscere il diritto all'esistenza di Israele « smantellare le infrastrutture del terrorismo f mettere fine alle campagne contro Israele «i tenere elezioni libere e corrette FASE 2 (dicembre 2003) » Impegno di Israele per garantire al nuovo Stato palestinese il ' massimo della contiguità territoriale « Prima Conferenza intemazloriale di pace sul Medio Oriente per istituire uno Stato pìalestìnese \ provvisorio FASE 3 (fine 2005) « Seconda Conferenza intemazionale di pace Sul Mediò Oriente » definizione di confini permanenti - per lo Stato palestinese » status di Gerusalemme » smantellamento delle colonie ebraiche sul territorio palestinese « soluzione del problema dei prof Ughi » pace tra Israele è altri Stati arabi e i