Inattaccabeie Gino Bartali dopo la definitiva resa di Bobet
Inattaccabeie Gino Bartali dopo la definitiva resa di Bobet Inattaccabeie Gino Bartali dopo la definitiva resa di Bobet (Dal nostro inviato) Mulhouse, 19 luglio. Questa Losanna-Mulhouse sarà ricordata come la tappa che ha segnato la definitiva liquidazione di Bobet. L'atleta che una settimana fa sembrava il dominatore di questa gara, che a Cannes era apparso miracolosamente risuscitato, che ci aveva fatto cominciare a nutrire dubbi sulla possibilità del successo di Bartali, dopo avere accusato gli sforzi prematuramente ed imprudentemente o, se volete, troppo generosamente e coraggiosamente compiuti nella prima parte della gara, dopo aver cominciato a piegare le ginocchia nelle due tappe maggiori delle Alpi, ha finito oggi col toccare la poi-, vere e con l'inchinarsi per sempre al grande avversario, che aveva avuto più pazienza e saputo distribuire meglio le sue forze, A meno di un altro miracolo, il pericolo Bobet è stato eliminato in quattro giorni di lotto che hanno distrutto quanto aveva saputo costruire in quasi due settimane. Molto più rapida, dunque, è stata la demolizione che la costruzione del sogno dal quale Bobet si era fatto affascinare. Ma nessuno di noi oserà menomare le qualità di questo nuovo asso; nè quelle che gli hanno permesso di farsi conoscere come bel passista, notevole arrampicatore e discreto velocista, nè quelle che lo hanno fatto ammirare come lottatore di estremo coraggio, di illimitata tenacia, di simpatico brio. Quaivdo non si troverà più dinanzi un Bartali e prima che il Belgio abbia l'uomo adatto (che non sarà certo nè Impania, nè Ockers), Bobet vincerà il suo Giro di Francia. Come è stato liquidato Bobet f Le caratteristiche del percorso di oggi facevano prevedere che la gara si sarebbe svolta liscia fino alla salita della Vue des Alpes, che qui Bartali avrebbe lottato per far suo l'abbuono, poi che tutto si sarebbe rimesso come prima e solo alla fine si sarebbe avuta la solita « bagarre » per la vittoria di tappa. E cosi sarebbero certamente andate le cose se, dopo il previsto primo atto, a scena vuota, lo svolgimento del secondo, cioè la salita dell'ultimo colle del Tour, non avesse messo in rilievo la grave crisi della ex-maglia gialla. Bartali mandò di punta l'ottimo Volpi, e questi cominciò a condurre cosi violentemente che in breve in testa non rimasero con lui che Bartali, Ockers, Lazaridès, Gemininni e Brulé. Questa tattica voleva impedire che Lazaridès, ottimo scattatore, svolgesse il suo gioco. Infatti il piccolo francese, nonostante la severa guida di Volpi, cercava ogni tanto di piazzare uno dei suoi rabbiosi scatti, ma alla fine dovette convincersi che avrebbe fatto un buco nell'acqua ad insistere, e si rinserrò in difesa, '".sieme a Brulé, che aveva anche lui manifestato qualche velleità. Alla fine della salita Bartali scattò come una molla, Brulé cercò di rimanergli a ruota ma, dopo dieci metri dovette lasciare andare la maglia gialla a vincere nettamente il traguardo della montagna che lo classificava definitivamente il miglior arrampicatore del Tour. Fatto questo, nella discesa verso la frontiera Bartali lasciò che i più prossimi ritardatari facessero con lui un bel gruppetto di una ventina di uomini, dal quale poi scomparve Lambrecht per guasto di macchina. Mancava, però, Bobet, e, manco a dirlo, Robic, ormai destinato a trascinarsi penosamente fino a Parigi, nella vana speranza di poter essere ancora utile alla sua squadra. L'assenza di Bobet fece campire a Bartali, Schotte, Ockers, Impanis, che l'occasione era buona per dare il colpo di grazia al francese. Il gruppo prese a marciare d'accordo e così la 'situazione di Bobet andò progressivamente aggravandosi, anche perchè Teisseire e Lazaridès, gli unici che sarebbero stati in grado di aiutarlo, stavano facendo la corsa per loro conto, ormai convinti che era inutile cercar di salvare il compagno, condannato da Brìan^on ad andare a fondo. La corsa si ridusse, si può dire, alla caccia del secondo gruppo, nel quale annaspavano Bobet e Robic, insieme a Camellini (un altro che oggi ha perso le ultime speranze), al primo, che comprendeva Bartali, Pasquini, Biagioni, Volpi, oggi superiori ad ogni elogio, nonché Schotte, Ockers, Mathieu, Van Dyck, Engels, Dupont, che costituivano un formidabile blocco belga, i francesi Geminiani, Baratin, Thiétard, Piot, Brulé, Lapébie Lazaridès, Teisseire ed il lussemburghese Kirchen. L'esito della giornata è stato deciso, ai può dire, dentro , a o l . i e , i a , a ò , r e l a . ò la città di arrivo. Van Dyck ed Ockers se ne sono andati sul selciato, una specie di pavé di cui sono specialisti, ed i nostri li hanno lasciati andare; né Bartali ha accennato a disputare la volata. Ma questo finale non è certo il fatto più importante della giornata. Alla liquidazione à> Bobet si deve aggiungere quella di Camellina, mentre rimane immutata la minaccia, del resto piuttosto lontana, di Schotte. Purtroppo, anche noi abbiamo avuto oggi il nostro passivo; è il ritardo del bravo Seghezzi ohe, rotta una pedivella, ha dovuto fare molti chilometri pedalando con una gamba sola e poi inseguire da solo fino all'arrivo. Egli è giunto fuori tempo massimo ed attendiamo di sapere se, in considerazione della causa del suo ritardo, sarà ripescato dalla giuria. n Tour riposerà per l'ultima volta domani in questa simpatica città alsaziana. Poi riprenderemo la via diretta per Parigi, affrontando per prima la tanto attesa tappa a cronometro: attesa per la prova che Bartali saprà dare come passista, non certo per i suoi riflessi sulla classifica. Questa, ormai pare consolidata e non credo ci sia nelle file degli avversari del nostro campione forza d'uomo che possa modificarla. Gino Bartali si lancia in discesa dopo aver staccato ogni avversario in salita
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