C'è un tesoro nella pattumiera?

C'è un tesoro nella pattumiera? C'è un tesoro nella pattumiera? Spremi i rifiuti trovi petrolio Da un incubo popolato da dinosauri ad un'invenzione che ha successo (ma in America) Nel mondo occidentale ogni cittadino produce in media un chilo di rifiuti al giorno. E' questa una conseguenza della nostra civiltà consumistica. In Italia i rifiuti solidi urbani sfiorano i 77 milioni di tonnellate annue: potrebbero, cioè, essere racchiusi in una enorme costruzione cubica di oltre 450 metri di lato o in un volume grande 60-70 volte la basilica di San Pietro. Fino ad oggi la maggior parte di questi rifiuti veniva incenerita o sotterrata in trincee scavate in terreni particolarmente idonei sotto il profilo idrogeologico. Solo una minima parte era riciclata. Ora anche i rifiuti appaiono un bene prezioso che può aumentare altri cicli produttivi. Ecco la fortuna di imprese come quella della «borsa dei rifiuti», costituita vicino a Pavia, dove un calcolatore individua i possibili utilizzatori dei prodotti derivati dai rifiuti. Si tratta, a dire il vero, di iniziative limitate che non risolvono certamente il problema, anche se per il loro contenuto innovativo si impongono, a volte, al mondo intero, come il rivoluzionario impianto pilota che dall'agosto del '79 funziona a Caponago, un paesino alle porte di Milano. Questo impianto è in grado di trasformare, in 24 ore, dieci tonnellate di rifiuti solidi ricavati da materiale organico, plastica, legno e tutto quanto si può trovare in una normale pattumiera in due tonnellate di petrolio grezzo, sei tonnellate di carbone, due tonnellate di combustibile gassoso. La gestione dei rifiuti urbani sino a ieri passiva può con questo procedimento, secondo l'inventore, diventare attiva con notevoli guadagni. Un impianto industriale che tratti cento tonnellate al giorno di rifiuti solidi (l'equivalente di una città di circa centomila abitanti) consentirebbe ogni anno un ricavo dalla vendita dei prodotti energetici di mille milioni di lire con un utile di 800 milioni, dedotte le spese di manutenzione e mano d'opera. L'inventore di questo metodo è un industriale lombardo, Andrea Rossi, 29 anni, laureato in filosofia. Ebbe per la prima volta l'intuizione che si poteva ricavare petrolio dai rifiuti nel settembre '77. Stava riposando durante una pausa di lavoro nel suo ufficio di dirigente della ditta di inceneritori e depuratori di fumo del padre, quando vide, come in un sogno, dinosauri rotolare, decomporsi, sprofondare imputriditi verso il eentro della terra per trasformarsi poi in rifiuti organici da cui si sprigionava una sostanza nera: il petrolio. Da allora questa idea lo perseguitò. Passò giorni e notti a studiare, a fare esperimenti su una decina di impianti ricavati dalla struttura di normali inceneritori in cui secondo le sue previsioni sarebbe dovuto avvenire «il miracolo». E il miracolo avvenne. Era da poco passato Natale quando da uno di quegli inceneritori uscì una onda nera che lo imbrattò da capo a piedi. Rossi annusò quel liquido quasi fosse profumo; si mise ad urlare, corse fuori quasi impazzito, mentre il liquido nero gli tingeva il volto, gli abiti, le mani. Aveva trovato il petrolio e lo aveva ricavato dai rifiuti. Fu questo l'inizio di una lunga avventura. Venne osteggiato e deriso dalla maggior parte degli ambienti scientifici italiani. Bussò invano a molte porte per mettere a servizio della comunità la sua straordinaria invenzione. Infine, dopo aver costruito l'impianto pilota di Caponago con il finanziamento di uomini d'affari svizzeri, il 15 ottobre ha lasciato definitivamente l'Italia per emigrare in America dove gli sono stati commissionati molti impianti. Si dice che negli Stati Uniti per la sola licenza del brevetto gli siano stati pagati cinque miliardi. In America è apprezzato e invitato a tenere conferenze nelle università più prestigiose. Il caso Rossi è scoppiato. Fomentato anche da un libro, da poco uscito, «Petrolio e Rifiuti» (editore Sugar) scritto da Luigi Bacialli, un giovane giornalista, amico di Rossi, che ha seguito l'intricata vicenda fin dall'inizio.