Tragica volontaria in terra di Hitler

Tragica volontaria in terra di Hitler Tragica volontaria in terra di Hitler Luce d'Eramo: «Deviazione», ed. Mondadori, pag. 363, lire 6000 I Freiarbeiter: quelli che andarono a lavorare volontari nella Germania nazista. « Venti milioni di stranieri lavorarono in quel periodo in Germania, e di essi due terzi erano volontari. Ma il ricordo ne è stato rimosso, troppo scottante essendo anche solo l'idea che per fame, per bisogno, per mancanza di lavoro, si potesse fare quella scelta-, afferma Luce d'Eramo. Anche lei fece «quella» scelta, ma non per fame o per bisogno. La sua fu una scelta eccezionale. Studentessa di 19 anni cresciuta nei miti fascisti, diffidando delle «voci» che correvano sui campi di sterminio, nel febbraio '44 fuggi di casa, i ritratti di Hitler e di Mussolini nello zaino, volontaria per la Germania come semplice operaia, per vedere coi suoi occhi quale fosse la realtà dei lager. Ora racconta la sua esperienza in questo romanzo, che ha come sottotitolo: « La sconvolgente odissea di una giovane borghese nel tragico uni- verso hitleriano». E' una storia spietata e tremenda. La ragazza Luce conosce umiliazioni e violenze. Volontaria e fascista, per qualche tempo è ritenuta dagli altri internati una «collabo», accusata di essere provocatrice e spia: emarginata, disprezzata, picchiata, derubata. Una storia di lavoro duro e senza respiro, di fame e di stracci, di sporcizia e di freddo (la scoperta che i pidocchi • tengono caldo»). Una storia di amorì incompiuti e affetti tenaci, ma anche di liti furibonde tra gli internati, invidie e rivalità insensate, indifferenza ed egoismo. 'Ognuno s'abituava all'agonia del suo vicino, la mente tesa alla propria sopravvivenza, ridotto a singolo per non morire». Pagine cariche di tensione, come quelle dello sciopero alla I. G. Farben, fatto fallire dai tedeschi simulando un bombardamento aereo. E come quelle della fuga da Dachau. Evasa, la ragazza entra nel mondo della clandestinità, brulicante di persone «sen?a terra e senza tempo, di tanti "nessuno" che a stento sopravvivono», sempre in fuga, in una successione di incontri brevi e intensi. Nel febbraio '45, a Magonza, Luce è sepolta sotto le macerie di un edificio bombardato. Il lungo calvario negli ospedali, da dove esce in carrozzina, perché le gambe sono paralizzate. Passano più di trent'anni e la scrittrice rimedita la sua esperienza tedesca alla luce di una ritrovata coscienza sociale («Afa quello che mi dava un nodo alla gola erano le "circostanze sociali" per cui certuni passano attraverso la storia del loro tempo e altri se li ritrovano sulle spalle»). Indagando sul senso e sulla portata di quella sua lontana scelta, ricostruisce le contraddizioni e i conflitti della sua generazione. Luciano Curino