Le tasse strozzano l'inventore del petrolio tratto dai rifiuti

Le tasse strozzano l'inventore del petrolio tratto dai rifiuti Il piccolo stabilimento sorge presso Milano Le tasse strozzano l'inventore del petrolio tratto dai rifiuti MILANO — In sintesi la vicenda è questa: nel 1978 un industriale afferma di aver scoperto un sistema per ottenere petrolio trattando i rifiuti chimicamente: un apposito ufficio provvede ai controlli e conclude che effettivamente di idrocarburi si tratta: a questo punto lo stabilimento viene, a norma di legge, chiuso «perché tale tipo di lavorazione non rientra nella casistica in vigore»; dopo un anno, per intervento della procura della Repubblica di Monza, l'attività riprende e il laboratorio centrale dell'ufficio delle dogane di Roma fissa un'imposta di fabbricazione di 30 lire al chilo per il petrolio combustibile: (generalmente questo tributo è di una lira al chilo): pochi giorni or sono, la medesima imposta sale a 175 lire per ogni chilo di liquido ottenuto L'inventore è Andrea Rossi, ha 30 anni, è laureato in filosofia alla «Statale» con una tesi sulla fenomenologia di Husserl (relatore il professor Enzo Paci). L'industria è la Petrol Dragon s.r.l.: parecchie decine di dipendenti, due capannoni a un centinaio di metri dal casello di Agrate dell'autostrada Milano-Bergamo. «L'idea mi è venuta paventando che, dagli inceneritori, potesse sprigionarsi diossina — dice — e anche considerazione dei costi — che finora la collettività si è sobbarcata — per smaltire i rifiuti». Attualmente, il contribuente deve pagare 10 lire per ogni chilo di detrito che finisce nelle cave. 20 per la stessa quantità convogliata negli appositi impianti di incenerimento, dalle 15 alle 25 se il sistema è invece quello della cernita selezionata. Cosi, il dottor Rossi si ritrova anche l'ostilità di quelle aziende che si occupano e vivono dell'incenerimento dei rifiuti. Sul suo metodo, ovviamente, non spiega nulla: si limita a sottolineare di averlo «mutuato direttamente dal processo naturale con cui. attraverso i secoli, i residui animali e vegetali delle ere precedenti si sono trasformati in petrolio». «Qualcuno — aggiunge — rifiuta di prenderlo in considerazione argomentando che. essendo io dottore in filosofia, di questioni simili non potrei capire nulla. E' 'un'opinione come un'altra: però in un campo come questo bisogna badare ai fatti». E il fatto è che gli idrocarburi, trattando in un certo modo i detriti industriali, si ottengono. La messa a punto dell'impianto per il procedimento è costata centinaia di milioni. La gradazione del prodotto finale varia sensibil¬ mente a seconda delle materie che sono state utilizzate. E le tabelle per l'imposta di fabbricazione prevedono, appunto, cifre alte in proporzione della gradazione. All'apposito ufficio romano, si precisa che «se il prodotto è assimilabile alla benzina è tassabile come tale». Dal ministero dell'Industria nessun segno di interessamento. All'Assorelli (organismo dell'Eni per le ricerche nel settore), tutto tace. «Jo credo che un'invenzione come la mia, se tale vogliamo definirla — prosegue il dottor Rossi — non danneggi lo Stato, anzi. All'inizio ero così ingenuo da non escludere che mi si potessero persino fare ponti d'oro, per incrementare la produzione. Adesso mi auguro soltanto un decreto che mi permetta di non venire strangolato dalle tasse». A ritmo bloccato come in questo periodo, la produzione di idrocarburi, si aggira sulle dieci tonnellate quotidiane, ma le possibilità sono praticamente illimitate, visto che la materia prima non manca. Intanto dall'Olanda, è giunta una proposta: «Saremo ben contenti di finanziare ulteriori esperimenti e studi, se chi ha ideato questo sistema sarà disposto a lavorare per noi». Ornella Rota

Persone citate: Andrea Rossi, Enzo Paci, Husserl, Ornella Rota, Rossi

Luoghi citati: Bergamo, Milano, Monza, Olanda, Roma