Deschamps blocca la rissa

Deschamps blocca la rissa La Juve tra il rilancio e le ultime polemiche sul passato Deschamps blocca la rissa «Quante bugie sul rapporto con Lippi» TORINO. «Forse sarebbe stato meglio non dire niente e lasciarvi credere che tra me e Lippi non fosse successo niente». Il capitano ideale, come l'ha definito Agnelli, rimpiange quell'attimo di sincerità: Lippi se n'era andato da pochi giorni e lui, Didier Deschamps, raccontò che prima della «fatali partita con il Parma tra loro c'era stato un litigio. Ora resterà nella storia della Juve come il congiurato, un mix di Bruto, Cassio e, per la pronuncia, l'ispettore Clouzot. Dopo cinque stagioni di onorato servizio, Deschamps non se lo meritava. «Mi scoccia parecchio che si dicano cose false sul mio rapporto con Lippi - racconta il francese - tanto più che nascono da qualcosa che ho rivelato io con sincerità perché se c'è una cosa che posso dire io la dico e non la nascondo. Su quel litigio si è ricamato molto, ho letto persino che ci prendemmo a pugni, che non è vero perché non l'ho mai fatto e non lo farò mai. Solo calciatori molto stronzi arrivano a mettersi le mani addosso e in cinque anni alla Juve sono passati esclusivamente bravi professionisti. E' vero invece che tra un allenatore e un calciatore può esistere una divergenza di idee, com'è successo a me, e non solo a me, con Lippi». 11 capitano di Francia vorrebbe chiudere questa storia «ricca di bugie». ((All'avvocato Agnelli hanno fatto una bruttissima domanda. Hanno chiesto se si aspettava che proprio io giocassi contro Lippi: deve esserne rimasto choccato perché, nel risponder!!, mi ha concesso un grandissimo complimento e non è che me ne faccia mai troppi». Quell'apprezzamento potrà cambiare il rapporto tra la Juventus e il centrocampista francese, che a fine stagione potrebbe andarsene? Deschamps dice di no. Non saranno le parole di Agnelli a trattenerlo se, come sembra, deciderà di rompere il contratto che lo lega per altre due stagioni al club bianconero. «Qui ho passato cinque anni molto belli, può darsi che resti o che me ne vada: però sono un professionista serio e tino all'ultimo darò tutto per la Juve. Deciderò a fine stagione. Abbiamo riacquistato la serenità, mi sem¬ bra sciocco perderla per correre dietro alle storie del mercato». Se con Lippi è finita com'è finita («ma verrà il momento in cui sarà bello riparlargli»), con Ancelotti Deschamps è tornato il pretoriano essenziale in mezzo al campo. «Lui si e definito un allenatore difensivista. Ha ragione nel senso che cura l'aspetto difensivo, come si fa con tutte le grandi squadre: i successi importanti si costruiscono non prendendo gol, perche quando c'è qualità qualche rete poi arriva. Con questo principio, la Francia ha costruito la vittoria nel Mondiale, la Juve può imitarla in Coppa». Nonostante il gol preso dall'Olympiakos? «Quel rigore non deve rimanerci in testa. E sbagliato che si parli del gol dei greci più di quelli che abbiamo segnato noi, come se avessimo fallito l'appuntamento: il vantaggio con cui andremo ad Atene è comunque buono e non siamo ricaduti nelle disattenzioni dei mesi scorsi. All'Inter abbiamo concesso un tiro in porta, all'Olympiakos neppure quello. La ripresa è evidente». Anche se, rispetto agli anni scorsi, lasciate giocare molto gli avversari? «I greci avevano un buon palleggio e li abbiamo lasciati sfogare. Ne si può pensare che la Juve tomi ad aggredire e a premere come quando c'erano Ravanelli, Vialli e Del Piero che inseguivano l'avversario fin nella nostra area. Inzaghi è un uomo-gol, per noi e importante perche segna e dobbiamo giocare in sua funzione». Deschamps scommette anche su Henry: «E' stato pagato tantissimo e per questo ci si aspetta molto, ma ha tutto per emergere, gli serve soltanto un po' di tempo». 11 giovane francese, domani sera a Genova, giocherà come esterno sinistro in un centrocampo schierato con quattro uomini (non c'è Zidane, squalificato). Esnaider e Inzaghi saranno le inulte Molti i dubbi su Peruzzi, che già mercoledì ha pagato le sue imperfette condizioni fisiche; quanto a Ferrara, il ginocchio è ancora dolorante. Se ne riparlerà la prossima settimana Marco Ansaldo