«Al di là» ha vinto il Festival di Sanremo

«Al di là» ha vinto il Festival di Sanremo Il pubblico ha dato la preferenza a Betty Curtis e Luciano Tajoli «Al di là» ha vinto il Festival di Sanremo Successo personale di Tajoli che partecipava per la prima volta alla gara canora - Seguono: "24 mila baci., di Celentano e "11 mare nel cassetto,, cantata da Milra - Mina al quarto e quinto posto - Buona affermazione della Tornelli, che i pronostici relegavano in coda alla classifica - Crollo dei "cantautori,, (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 6 febbraio. Al dì là, uno canzone tradizionale interpretata da un cantante della vecchia guardia, Luciano Tajoli, ha vinto l'il.o Festival di Sanremo. Il pubblico, che questa volta era chiamato a giudicare, le ha assegnato 708 mila lOi voti, ponendola in cima alle dodici finaliste del torneo: è un segno del gusto popolare, che mostra di gradire ancora le melodie € all'italiana ». Ma i favori sono divisi, e lo conferma il secondo posto, con un lieve scarto, toccato a Ventiquattromila baci (679 mila 175 voti), un brano moderno, un rock d'importazione che Adriano Celentano, l'urlatore coittorsionista, aveva eseguito alla maniera un po' folle che piace ai giovani d'oggi. Il mare nel cassetto è al terzo posto (6)8 mila 776 voti) e Milva, la rivelazione del Festival, che si era subito guadagnate larghe sim pàtie, non è riusoita a farla trionfare come lasciavano in tendere i pronostici. Ma non soltanto per Milva i pronostici si sono rovesciati Mina è naufragata a metà e i due motivi che aveva presen tato, Io amo tu ami e Le mil le bolle blu, sono finiti al quarto ed al quinto posto (rispettivamente con 178 mila 593 voti e con 175 mila 863 voti). Seguono ia canzone di Pino Donaggio, Come sinfonia (127 mila 679 voti), sesta; Febbre di musica (100 mila SII voti), portata a Sanremo da Tonino Torrielli e da Arturo Testa, settima; i due brani affidati a Sergio Bruni, anch'egli colato a picco contro ogni previsione, Mandolino mandolino e Carolina dai (75 mila £18 e 68 mila 607 voti), sono ottavo e nono, la cantone di Gino -Paoli, Un uomo vivo (65 mila 499 voti) è al decimo posto; quella di Umberto Bindi, Non mi dire chi sei, all'undicesimo e37 mila 487 voti); ed ultima la canzone composta da Joe Sentieri, Lei (15 mila tso voti). Se Luciano Tajoli non fosse un mansueto professionista del microfono, alieno dalle vendette, questa sera potrebbe proclamare che la sua vittoria è una rivincita. Il Festival esiste da undici anni e si era sempre scordato di invitare Tajoli, detentore di successi discografici clamorosi e addirittura idolatrato da falangi di ammiratori. Lo credevano in declino e soprattutto pensavano che il suo genere, caramelloso e carico di trilli e gorgheggi, fosse fuori moda. A Sanremo egli è arrivato da parìa, snobbato persino dai giovanissimi cantanti che, di dischi, ne hanno incisi pochi • venduto nessuno. Per prima cosa Tajoli stupì colleghi e pubblico: aveva ripudiato le mamme e le storie di amori infelici, si era rinnovato e persino la atta voce eradiversa, più virile, pulita, senza fronzoli. La canzone è forse la migliore del Festival, uno slow sentimentale ma non sdolcinato, costruito con abiti¬ letrtoStuCRtanstebdtns M da un veterano della musi ca leggera, Donida. autore fino a ieri di brani strappalacrime Tajoli tocca il vertice della popolarità a 45 anni: se l'è su data e guadagnata. Canta da più di un ventennio, ai primi tempi alternava le esibizioni sui balli di periferia al suo lavoro di calzolaio; e spesse volte doveva ritirarsi dalla sccyia perché la sua infermità (è poliomielitico) provocava crudeli reazioni fra i ballerini: lo raccontava egli stesso, oggi pomeriggio, ed il tono era sereno, di un uomo che ne ha sopportate troppe per esaltarsi davanti ad un successo tardivo. Il merito della vittoria di Al di là è anche, sia pure in minor misura, di Betty Curtis che ha convoi/liato i roti di coloro che qualche urletto lo accettano volentieri. Se il mancato trionfo di Milva è pur sempre una ottima affermazione, il balzo al setti- mo posto di Febbre di musica "dalla coda della classifica do-ve l'avevano relegata i prono¬ stici, è un piccolo colpo di scu na: la brava Tonina Torrielli, coadiuvata da Arturo Testa, ha reso convincente un brano scipito e banale. Un tonfo inaspettato è invece quello dei cosiddetti <cantautori*, Paoli e Bindi: al loro attivo essi hanno canzoni di buona vena e con tracce di intelligenza, ma queste che hanno messe insieme per il Festival non potevano onestamente pretendere di più. Mina era rassegnata ad un verdetto sfavorevole e, dietro le quinte, fungeva da consolatrice degli afflitti. La sua notorietà esce un poco scalfita da Sanremo, ma la colpa non è tutta dell'esuberante « tigre di Cremona*. Negli ultimi mesi Radio e Tv l'avevano spremuta come un limone e i due brani che aveva scelto erano cosucce, in cui inutilmente ha tentato di infilare briciole di brio. Milva si aspettava forse di vincere: ma è di bw n carattere e, « Nespole — brontolava avete sentito che battimani t Queste si che sono soddi sfazioni! » Per lo spettacolo conclusivo del festival la burocrazia e la musica leggerai si orano sposate. Un'unione infelice. Dobbiamo ancora capire perché si è voluto ammantare di mistero, fino aWiiltimo minuto, ti risultato detta votazione (tutt'altrò che massiccia, come si sa), ohe non è stato rivelato a nessuno, né ai cantanti, né tìgli orchestrali, né-ai presentatori; né ai giornalisti. La giornata,si è dipanatoi tn un' clima di sospetto, .grottesco più di un film comico sulle «pie. Dieci funzionari del-.Ministero delle Finanze e dell'Ispettorato deliLotto e-delle Lotterie, vestitiìdi nero come si usa nelle tri- \ sti cerimonie, s'erano rinchiusi in una stanza dalle pareti di ovatta. Valletti nerboruti sorvegliavano la 'porta. Dalle quindici sedi dell'Enalotto sono cominciati, ad affluire telegrammi in codice cifrato con i voti-di ogni -canzone. Per far le symme sono .-occorse quattro ore, -ÉI- l'esito- si è saputo -soh ta'htò'jalle. 21)30, quando si.sono accesi-i riflettori della tv. A ma', di' scusa gli organizz;torÌ\dcl più ; macchjnóso te- stival della storia, si difendevano sostenendo che se fosse trapelata qualche indiscrezio ne, i cantanti sconfitti si sarebbero rifiutati di entrare in scenai e avrebbero compromesso la serata. Volevano, insomma, evitare uno sciopero dei vinti. Gli artisti, sulle spine da 'otto giorni,, erano paonazzi e affranti. «J5' Una' vergogna — gridava Nelly Fioramqhti che, oltre ad essere canterina e studentessa di scienze politiche possiede una dialettica efficace — ci hanno scambiati, per dei deficienti, ci. trattano da ■somari*. Mina e Miraìtda Martino protestavano: < Nessuna di noi è cosi suicida da rinunciare alla trasmissione, tanto vorrebbe: ohe,ci dicessero sùbito , se abbiamo perso ». Ma era tutto inutile. I cantanti venivano informati un attimo prima di - andare sulla ribalti} e un buttafuori ve li sospingeva senza complimenti, ad uno aduno, impassibile al terrore che coglieva i poveretti, un terrore che ricordava quello dei giadiatofi gettati allo sbaraglio nell'arena. Ed in un. angolo dell'arena, mescolati nella folla, vi erano cantanti t seri », Giuseppe Di Stefano, Antonietta Mazza Medici, Gloria Davy. Ad ogni brano-che. veniva eseguito applaudivano con signorile cortesia»ia, sui loro volti, era facileleggère un senso di fastidio:cercavano un po' di musica enania trovavano. Questo festival ha. dato di tutto, drammi,scandaletti, suspense. Ma quanto a canzpni, ci par proprio che abbia fallito il suo compito. Gino Nébiolo ; La classifica finale AI dl la 7M.1M 21 milk bad 679.175 11 mare nel Cftsietto 648,779 lo amo, tm ami 178.593 I.r mllle bolle bin 175.863 Come sinfonia 127.679 Febbre dl muni" 100.212 Mandolino, mandolino 75.218 Carolina dal 68.907 l'n nomo vivo 65.499 N'on mi dire chi iel 37.487 Lei 15.230 Luciano Tajoli abbraccia Betty Curtis dopo la proclamazione della vittoria (,'J'cl.)

Luoghi citati: Cremona, Sanremo