Di Giacomo decide per i mantovani: 1 a 0

Di Giacomo decide per i mantovani: 1 a 0 DI FRONTE A 25 MILA SPETTATORI Di Giacomo decide per i mantovani: 1 a 0 Quarto minuto della ripresa: l'attaccante lombardo evita Guarneri e tira da posizione angolata - Il portiere Sarti para ma si fa sfuggire la palla di mano - Scarsa la reazione degli interisti, che nel primo tempo avevano colpito la traversa con Mazzola - Corso espulso per proteste a 3 minuti dal termine (Dal nostro inviato speciale) Mantova, 1 giugno. L'Inter ha perso a Mantova (0-1) ed ha ceduto lo scudetto di campione d'Italia alla Juventus. Forse nessuno credeva a tanto, nessuno di fede juventina e nessuno di fede mantovana. Ma il calcio riserva sorprese, e la vittoria dei biancorossi lombardi nel confronto con i milanesi deve in fondo ritenersi giusta. A questo punto non possiamo non parlare dell'Inter, dei suoi attuali problemi, delle sue difficoltà, delle sue ansie. La squadra nerazzurra ha dominato il torneo dall'inizio alla fine, e proprio sul «filo d'arrivo » è stata superata dalla Juventus. Non è questo il momento di bilanci o di previsioni per il futuro, ma vogliamo render merito agli sconfitti per la loro generosa prestazione, durata tutto l'anno. Alla fine molti giocatori hanno accusato lo sforzo, ed è venuto il crollo. Ma gli ultimi risultati non possono annullare una attività gloriosa durata mesi e mesi, con una continua tensione, con un impegno permanente, con difficoltà sempre più serie. Indubbiamente, sono stati commessi errori, anche gravi, ma — ammettiamolo con tutta sincerità — la condanna è stata- anche molto severa. Questo il qnad«x,^generale. Ora. a noi non rimane raccontare la partita, e un pieno elogio va all'undici mantovano. L'Inter di queste ultime gare è una squadra piena di guai; atleti stanchi, altri fragili, molti scompaiono dal gioco alle prime difficoltà, come succede sovente a Bedin ed a Cappellini, che nella ripresa, quando la fatica comincia a farsi sentire, quasi non si vedono più. Una Inter troppo modesta, una Inter che ha assolutamente bisogno di far riposare gli uomini più provati per evitare altri disastri, dopo Lisbona e dopo Mantova. Perché, se il Campionato è finito, comincia ora la fase conclusiva della Coppa Italia, e potrebbe essere di buona soddisfazione per i nerazzurri di Helenio Herrera. Ieri il nervosismo ha preso il sopravvento, e Corso per un grave insulto all'arbitro è stato espulso. Comprendiamo lo stato d'animo del giocatore, che soffriva con i suoi compagni la triste avventura di una sconfitta molto importante, ma certe reazioni non sono giustificate né giustificabili, perché le pio teste di Corso, che pretendeva un calcio di rigore per fallo di Scesa su Mazzola, erano valide solo in parte. Il fallo del mantovano veniva poco dopo un altro grave e scorretto intervento di Picchi ai danni di Di Giacomo in piena area neroazzurra, e Francescon, che non aveva avuto il coraggio di punire l'Inter, non si è sen tito di condannare il Mantova al pareggio a pochi minuti dalla conclusione. Dopo il lungo discorso sul l'Inter bisogna portare un cai do e sincero elogio ai mantovani. Le « voci » di possibili arrangiamenti, dovute alla fra terna amicizia fra i dirigenti delle due socetà, sono state clamorosamente smentite. Il Mantova ha vinto giocando be ne, con discernimento, con ca parbia volontà. L'inizio del gioco era a vantaggio dei padroni di casa, ma i neroazzurri parevano in gior nata buona, controllavano e contrattaccavano con sufflcien te energia. Al 12' segnava Voi pi. ma l'arbitro annullava giustamente per fuori gioco dello stesso mediano. Il pericolo scuoteva l'apatia di qualche interista, e Bedin e Corso portavano alcune valide offensive sotto la porta di Zoff, che rispondeva con alcune parate da vero campione. Al 26' Mazzola colpiva il palo con un tiro ad effetto. La ripresa presentava i neroazzurri ancor più decisi a vincere, e nel breve spazio di pochi minuti gli ospiti ottenevano quattro calci d'angolo. Però, al primo contropiede (40 minuto) giungeva la rete del Mantova. Volpi (strana la sua posizione di finto attaccante e di mediano di spinta) serviva Tomeazzi, che dava a Di Giacomo; il centravanti evitava Guarneri, ma si spingeva trop¬ po a sinistra. Tirava ugualmente, colpendo con molto effetto. Sarti, appostato sul palo, tentava di fermare la palla, che però gli sfuggiva di mano rotolando in goal; un autentico infortunio. Il portiere interista, disperato, si metteva a piangere. Il Mantova, comunque, era in vantaggio, e l'Inter stava avviandosi verso la sua più grave e clamorosa sconfitta. I tifosi biancorossi, Incuranti del dramma che vivevano i loro avversari, cominciavano a gridare in coro: «Juventus! Juventus! », agitando molte bandiere bianconere, uscite chissà come dal segreto delle tasche. La reazione dell'Inter è sta¬ ta fragile. Alcuni atleti ben presto sono apparsi svuotati di energie, e il gioco non dava frutti concreti. I mantovani in breve dominavano la situazione con sufficiente autorità, contrattaccando anche con energia, tanto che al 22' Picchi « falciava » in piena area Tomeazzi. I due erano soli, ma Francescon, che pure aveva visto bene, non ha voluto infierire sui neroazzurri, ed ha perdonato il fallo. E' stato questo un grave errore dell'arbitro, perché poco prima della fine Mazzola veniva ostacolato da tergo da Scesa senza che Francescon avesse il coraggio di decretare il giusto «penalty». Picchi correva verso l'arbitro per protestare, e veniva am¬ monito; ma Corso era espulso per frase gravemente ingiurio sa (42o minuto). La partita era ormai giunta all'epilogo. I neroazzurri, sempre più sfiduciati e stanchi, non avevano la forza di raddrizzare il risultato che segnava definitivamente la loro condanna. Giulio Accatino Mantova: Zoff; Scesa, Corsini; Volpi, Spanio, Giagnoni; Spelta, Catalano, Di Giacomo Salvemini, Tomeazzi. Inter: Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Domenghini, Mazzola Cappellini, Suarez, Corso. Arbitro: Francescon, di Padova. Il portiere nerazzurro Sarti si lascia sfuggire tra le mani il pallone calciato dal mantovano Di Giacomo (nel riquadro): dopo una stagione ricca di prodezze, il « numero uno » dell'Inter ha sbagliato nel momento decisivo. Di Giacomo, autore del punto, è un ex nerazzurro: la sua è stata una rivincita su Helenio Herrera

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