Palermo di corsa

Palermo di corsa Palermo di corsa sotto la guida del mago del sud L'allenatore siciliano Carmelo DI Bella vuol guidare il Palermo alla promozione In serie A Nelle otto partite di campionato disputate sinora sul proprio campo della Favorita, il Palermo — capolista di serie B — ha incassato già 150 milioni, con una media che sfiora i 20 milioni per gara; sulle gradinate quando sono di scena i giocatori in maglia rosanero non ci sono mai meno di 25 mila spettatori, erano in 28 mila domenica scorsa per il vittorioso incontro con il Messina, la gara che ha segnato il ritorno dei rosanero sul loro campo, dopo due trasferte al Nord e la giornata di riposo. La città ha settecentomila abitanti, quest'anno gli sportivi hanno capito sin dall'inizio del torneo che la squadra prometteva soddisfazioni, ed hanno ritrovato in massa la via dello stadio, sperando nella tanto attesa promozione in serie A, un mezzo per avvicinarsi, attraverso lo sport, a Napoli, a Roma ed alle grandi città del nord. La squadra ha risposto bene al rinnovato entusiasmo dei tifosi, marcia sicura in testa alla B. Alla guida dell'undici c'è un siciliano, Carmelo Di Bella, che è rimasto a lungo al Catania ed ora è a Palermo, dopo una parentesi a Catanzaro. «E' un uomo affezionato alla sua terra — dicono — ma c'è rimasto anche perché ha trovato vicino a casa gli stessi ingaggi che prenderebbe altrove ». Si parla infatti di un contratto fra il tecnico ed il Palermo sulla base di 20 milioni per stagione. In cambio, lui conta di riportare i rosanero in serie A. Lo chiamano l'Herrera del Sud: è focoso, entusiasta, sotto una apparente freddezza. La presenza di Di Bella ha il suo peso sul ritorno del pubblico allo stadio; lui capisce gli umori della gente e li asseconda, mentre l'anno scorso c'era Achilli, un uomo serio e capace ma troppo freddo per trascinare all'entusiasmo. Di Bella si alza dalla panchina, grida, litiga con i segnalinee che cercano di zittirlo. I tifosi applaudono, anche quello è spettacolo. L'allenatore siciliano non ha elementi famosi a disposizione, ha cercato di dare alla squadra un gioco soprattutto efficace. Gli atleti più noti sono l'ex atalantino Nova (pagato questa estate 23 milioni), il centravanti Bercellino II e l'anziano centrocampista Landoni, ma attualmente i punti di forza della squadra sono il difensore Giubertoni (preso in considerazione da Valcaroggi per la Nazionale Under 23) e la mezz'ala Benetti, un altoatesino rivelatosi nel Taranto, che il Palermo ha « soffiato » a Mazza valutandolo sugli ottanta milioni, contro 40 che offriva il presidente della Spai. Il club siciliano è davvero in grado di aspirare alla promozione. Proprio il gioco scarno ed efficace della squadra fa pensare di sì. Oltre che dal comportamento dei giocatori, il ritorno in serie A dipende da quello dei tifosi. Attualmente 11 loro appoggio è notevole, ma potrebbero anche scoraggiarsi in caso di qualche battuta di arresto, facendo mancare il loro incitamento, che è determinante. L'anno scorso, con la squadra in difficoltà, il Palermo ha incassato 170 milioni in una stagione, ora — come si è detto — è stata raggiunta la cifra di_ 150 milioni in sole otto gare. Gli abbonati sono più di 5000, hanno portato alle casse sociali quasi 100 milioni. Il bilancio della società, che registrava un clamoroso deficit di un miliardo e 400 milioni (soprattutto a causa degli interessi passivi di un vecchio mutuo con il Banco di Sicilia) dovrebbe rientrare quasi completamente grazie ad una transazione che, già stipulata sulla carta, diverrà operante non appena il club riceverà i denari del « credito sportivo ». Il liquidatore del « vecchio » Palermo è l'avvocato Luigi Gioia, il presidente della futura S.p.a. Palermo Calcio. Dirigenti e tifosi sono pronti al ritorno in serie A, ora occorre che l'Herrera del Sud ed i suoi giocatori non tradiscano gli entusiasmi di tutti. Bruno Perucca miiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiii