In lotta I lavoratori della Lucchini, la Firn attacca:
In lotta I lavoratori della Lucchini, la Firn attacca: In lotta I lavoratori della Lucchini, la Firn attacca: «Troppe malattie, silicosi ed infortuni» PIERO GALASCO Alla Lucchini di Settimo continuano gli scioperi articolati dei 250 operai in lotta per alcune rivendicazioni aziendali. Il proprietario, Luigi Lucchini, il «re del tondino», è salito alla ribalta della cronaca due anni fa, quando era stato costretto a pagare tre miliardi per la liberazione del figlio sequestrato. Buona parte della produzione di tondino per cemento armato che esce dalla fabbrica di Settimo e da altre due che il Lucchini ha a Brescia va all'estero, in Paesi del Mercato comune, dove gli industriali italiani riescono a vendere facilmente, grazie al minor costo della mano d'opera, suscitando spesso le ire dei' concorrenti belgi e tedeschi cherecen temen te sono riusciti ad impórre alla Comunità europea un prezzo mini mo di vendita. Durante gli scioperi della scòrsa settimana gli operai avevano presidiato i cancelli e per protesta un gruppo di impiegati che erano rimasti fuori dalla fabbrica aveva bloccato la strada per* Volpiano; prima dell'arrivo dei carabinieri c'erano stati alcuni contusi. L'azienda aveva emesso un comunica to in cui polemizzava con la Federazione lavoratori metalmeccanici per questi episodi di violenza, ad¬ dossandone la responsabilità «ad un esiguo numero di squadristi non dipendenti dall'azienda che da circa due settimane impediscono l'ingresso alla maggioranza dei lavoratori». Il sindacato replica ora precisane do che «le rivendicazioni al centro della vertenza sono legate a questioni che riguardano occupazione, investimenti e ristrutturazioni, in coerenza con l'iniziativa presa in questi mesi in centinaia di aziende (tuttora non definite alla Lucchini). Inoltre, rispetto alia tutela della salute,4a Lucchini ha un alto numero di lavoratori colpiti da malattie professionali, tra cui la silicosi, ed infortuni anche gravi». La Firn prosegue rilevando che la fabbrica di Settimo è una delle poche in cui di fatto non è riconosciuto il consiglio di fabbrica ed 'è presente la pratica delle trattative scoperte, manovrate secondo il vecchio sistema della discriminazione e del paternalismo. In questo clima di rapporti tenuti volutamente sul piano dell'arretratezza e della resistenza ai diritti dei lavoratori si inquadrano anche episodi di provocazione e di violenza che sono sfociati in momenti di tensione e di conflitto esasperati le cui responsabilità ricadono unicamente sull'azienda». La Firn conclude esprimendo «la massima disponibilità al confronto
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