Domenica prossima, ultima di campionato, Brescia e Cesena saranno in corsa per il terzo posto

Domenica prossima, ultima di campionato, Brescia e Cesena saranno in corsa per il terzo posto Domenica prossima, ultima di campionato, Brescia e Cesena saranno in corsa per il terzo posto La Pistoiese sale in serie A dopo 52 anni Il Genoa si fa raggiungere Pareggiando (0-0) in casa con il Lecce ha raggiunto la matematica certezza della promozione - Entusiasmò dei tifosi, festosa invasione di campo al termine della gara - Ma c'è un'ombra; il giudizio che pende sull'incontro d'andata, per il quale c'è l'ipotesi di un illecito che potrebbe smorzare ogni euforia DAL NOSTRO INVIATO PISTOIA — Dopo 52 anni la Pistoiese torna in serie A. Cadde in B nel campionato 1929-29. Era un torneo ad eliminazione per il passaggio dai due gironi al girone unico. Pini quattordicesima e retrocesse. Ora torna frale grandi, c la città ieri era in lesta. La gente pareva impazzita. Il clima freddo di una giornata uggiosa non tratteneva i dimostranti dal manifestare la loro soddisfazione. Caroselli, urla, migliaia di bandiere, garofani arancione appositamente creati dai fiorai specializzati della vicina Pescia, era la festa di tutti. Nessuno pensava ai rischi del processo che inizierà domani davanti alla commis¬ sione disciplinare per «responsabilità oggettiva». Un pasticciaccio, certamente montato, ma pericoloso. Risale al girone d'andata, proprio contro il Lecce. Fu un 2-2, per una brutta storia di un assegno consegnato e poi restituito. Potrebbe andare bene, ma potrebbe anche andare male. Ogni processo riserva dei/rischi, ma ieri a Pistoia non si parlava di questo. Lo 0-0 contro i leccesi dava la certezza matematica della serie A. Inutile pensare al peggio. Il risultato di parità piaceva ad entrambi. Ai toscani che raggiungevano la serie A ed ai pugliesi che ipotecavano cosi la permanenza in serie B. Non è stata una grande partita. Nessuno lo pretendeva. Il torneo dei cadetti si trascina da mesi. C'è stanchezza e c'è anche noia. Ieri a Pistoia abbiamo assistito alla classica partita della «non belligeranza». Il punto accontentava tutti: perché avrebbe dovuto scoppiare la guerra?- Non è sport? Ma eravamo in Toscana, la patria del Machiavelli: «Il fine giustifica i messi'. Basta accontentarsi. La Pistoiese non ha inteso rischiare. Voleva la certezza della serie A e anche il bravo Riccomini ha studiato la formula della prudenza mettendo il terzino La Rocca all'ala destra. Giocava in casa, era vicino alla promozione, di fronte stava un avversario modesto, il Lecce, che temeva addirittura la retrocessione, ma perché non puntare tranquillamente ad un pareggio? Mazzia, l'allenatore dei pugliesi, doveva aver latto lo stesso ragionamento: ha messo in campo pochi attaccanti e molti centrocampisti obbligando i difensori ad una marcatura.stretta. La salvezza vale anche qualche fischio. E difattl i pur caldi appassionati pistoiesi, dopo il folclore iniziale, hanno cominciato a capire che Pistoiese e Lecce non avevano 'intenzione di offendersi, ed hanno cominciato a protestare. Correttamente, perché la promozione era vl- U Ma era ugualmente una protesta. Si è giocato al piccolo trotto. Qualcuno pensava addirittura al rugby, dove i passaggi indietro sono di norma. Pochi falli, nessun giocatore ammonito, forse un paio di brividi come quando Re tutto solo davanti a Moscatelli, mandava a lato un bel suggerimento di Tusino. e come quando subito dopo Nardin deviava in angolo un tocco improvviso di Mosti. Tutto qui il primo tempo. Nella ripresa non c'è stato nulla di meglio: un tiro di Cannilo al volo parato da Moscatelli, e una grande confusione davanti alla porla di Nardin. Il giovane portiere pistoiese Moscatelli era seguito da molti osservatori. E' il gioiello della squadra toscana. Forse è in vendita, ma vogliono più di un miliardo. Ieri a Pistoia c'era anche Lenzini, presidente della Lazio, accompagnato dal suo nuovo direttore sportivo Moggi., Moscatelli sarà anche bravo, ma ieri non ha potuto dimostrarlo. Lenzlni e Moggi torneranno a vederlo in altra circostanza. Con la squalifica di Cacciatori la Lazio ha bisogno di un portiere. Moscatelli potrebbe essere l'ideale. Ma forse costa troppo. Delle squadre è inutile parlare. Sono in smobilitazione. I giocatori pensano alle ferie, i tecnici alla classifica. Abbiamo visto nel Lecce un buon Gaiardi, e nella Pistoiese un ottimo Guidolin, oltre al vecchio Rognoni. .Una garanzia. Mancavano Frustalupi e Saltutti. E' pro¬ prio sui vecchi che la Pistoiese ha creato la sua promozione. Artefice principale il presidente Marcello Melani, un tifoso del Torino, pistoiese di nascita, ma granata ancora di sentimento. Ora è impegnato con la Pistoiese, e sta raggiungendo traguardi importanti. E' venuto in A e ci vuole rimanere. Ancora un episodio curioso: all'87' il pubblico invadeva il campo per la festa finale. Ma l'arbitro Altobelli non aveva ancora fischiato la fine. Intervenivano i giocatori che allontanavano centinaia di ragazzi e la partita poteva concludersi regolarmente. Forse la Pistoiese pagherà una forte multa; ma i suoi dirigenti non si spaventano. Giulio Accatlno Pistoiese: Moscatelli; Salvatori, Arecco; Mosti, Berni, Lippi; La Rocca, Guidolin, Cesati, Rognoni. Luppt. ; Lecce: Nardin: Lo Russo, La Palma: Cannito. Gardiman, Bonora; Re, Gaiardi, Tusino, Biondi, Biagetti. Arbitro: Altobelli. GENOVA — Il Pisa ha conquistato a Genova il punto die si era prefisso alla vigilia, e che, probabilmente, gli consentirà di restare tra i cadetti, salvo sorprese dell'ultima giornata. C'è riuscito quando ormai sembrava die la sua farsa di reasionc si fosse esaurita, quando mancavano 12 minuti alla conclusione, approfittando di un errore della difesa genoano. Giovannelli, il peggiore tra i rossoblu, ha consentito a Cannata di compiere una lunga, insistita asione sulla sinistra, conclusa con un cross rasoterra a due metri dalla porta. . Cavalieri, al rientro in squadra dopo la lunga squalifica (ma perdié Di Marsio non ha riconfermato fiducia al giovane Vavoli. che cosi bene lo aveva sostituito per tre domeniche?), ha avuto una grossa incerlessa (cosi come altre ne aveva avute, sempre nelle Assetato di punti, il Pisa mirava allo 0 a 0 - Dopo il gol rossoblu i toscani non hanno perso la testa: sono riusciti a riequilibrare la gara, anche per qualche ingenuità dei padroni di casa uscite, in precedenza), mettendo nei guai Garin e Onofri, che montavano la guardia a Cantarutti. Cosicchél'ala sinistra, approfittando del momento di sbandamento provocato dall'incerlessa di Cavalieri, ha allungato il piede, più. lesto di tutti, e Ita toccato di esterno infilando afil di palo. Il gol, per il Pisa, può significare la serie B. mentre per il Genoa significa il non lieto arrivederci dai propri tifosi a conclusione di un campionato niente affatto esaltante. Eppure i rossoblu alerebbero meritalo, questa volta, qualcosa di più del pareggio. Il Genoa, inoltre, è riuscito a contenere la reazione del Pisa nella parte iniziale della ripresa, dopo essere andato in vantaggio con Nela prima del riposo. E sembrava ormai avvialo a conquistare il successo: perché il Pisa era vistosamente calato sul piano atletico, e i rossoblu, avevano potuto riprendere il controllo del centrocampo, rispostando in avanti il baricentro del gioco. Il Genoa aveva cominciato in sordina, trovando una certa difficoltà a impostare il gioco per l'attenta tattica di copertura del Pisa, il quale aveva una palla favorevole al IT, allordié su punisione di Cannata, Cavalieri usciva a vuoto, ma Rossi mancava la rovesciata a bersaglio sguarnito. I rossoblu acquistavano tono con il passare dei minuti, grasic soprattutto all'ottima prestasione di Musiello, mobilissimo e attivo su ogni palla e tecnicamente inappuntabile; ma due conclusioni del centravanti, al 21' e al 26', finivano a lato di poco, e al 31' Ciappi gli neutralissava una conclusione assai angolata. Al 36', il Genoa andava in vantaggio: Nela partiva da centrocampo, triangolava con Boito, ne riceveva il passaggio di ritorno, entrava in area e batteva Ciappi con un ottimo tocco. Nella ripresa, come era prevedibile, c'era la reasione del Pisa, che però, nonostan¬ te gli errori di Giovannelli e le incertesse di Cavalieri, era inconsistente e infruttuosa, anche perché Gorln salvava due astoni pericolose in cai-' ciò d'angolo. Il Genoa, manovrando in contropiede, aveva ampi spasi, che sfruttava abbastanza bene: ma Ciappi (63') volava a mettere in angolo una stangata di Russo, e al 66' toglieva in usdta una palla-gol dai piedi di Musiello, e al 73' deviava ancora in angolo una punisione di Giovannelli, mentre Odorissi, sempre .pronto agli inserimenti, non sapeva concludere con efficacia tre buone manovre. Poi, improvviso, il gol del pareggio pisano, e, nel finale, qualclie tafferuglio tra i tifo-' si (qualche migliaio di pisani era al seguito della squadra neroassurra) sedato dalla polista, schieratasi con i lacrimogeni pronti per il lancio, e di cui, per fortuna, non c'èstaio bisogno. Giorgio Bidone Genoa: Cavalieri: Gorin,Odorissi; De Giovanni, Ono-. fri, Nela (Di Chiara dall'SO'); Giovannelli, Manfrin, Musiello, Russo, Boito. Pisa: Ciappi; Rapallini (Savoldi dal 34). Contratto; D'Alessandro, Rossi, Vianello; Grasiani, Cannata, Di Prete, Bergamaschi, Contarutti. Arbitro: Agnolin. Reti: Nela al 36', Cantorutti al 78'.