L'ex segretario della Nato morto ieri a Torino

L'ex segretario della Nato morto ieri a Torino L'ex segretario della Nato morto ieri a Torino Lunedi i funerali di Brosio Raspatili alCarignanoChi era realmente RaspuE' facilmente intuibile che vece il povero gatto a cui Lunedì pomeriggio alle 16, nella chiesa di San Sesondo, si svolgeranno i funerali dell'aw. Manlio Brosio. spentosi ieri a Torino dopo breve malattia. Antifascista, figura ben nota della Resistenza, subito dopo la guerra si era distinto per la sua attività di liberale Manlio Brosio con la decorazione Usa «Meda! of freedom» partecipando attivamente alla politica nel periodo della ricostruzione, con i governi presieduta da De Gasperi, per dedicarsi poi alla diplomazia, ricoprendo incarichi nelle più importanti ambasciate, da Mosca a Washington, a Londra. Infine era stato segreta¬ Torino Esposizioni riapre i battenti: dopo il successo eccezionale del Salone delle vacanze, ecco che tocca ad «Expocasa 80» attirare su di sé l'attenzione di quanti si interessano ai problemi dell'arredamento e di quant'attro interessa le «arti domestiche». Giovedì 20 l'apertura, per undici giorni consecutivi Il Salone accoglierà 615 espositori di 14 Paesi fra i quali Danimarca, Olanda, Tunisia, Pakistan, India, Cina Popolare, Israele, Iran ed rio generale della Nato. : Figura caratteristica della Torino più genuina, anche quando, per la politica, aveva dovuto abbandonare la professione forense, ha lasciato in tutti un ricordo particolarmente vivo per la sua continua lezione di dignità e di difesa della libertà contro qualsia-si tirannide. La salma di Manlio Brosio. alla quale stanno rendendo omaggio personalità politiche di ogni partito, lunedì, dopo il rito funebre in San Secondo, sarà traslata a Vena-, ria Reale nella tomba di famiglia. Chi era realmente Rasputin e, soprattutto, che cosa rappresentò? E' la domanda acni ha tentato di rispondere ieri al Carignano, nella conferenza per i «Venerdì letterari» dell'Associazione Culturale italiana, Massimo Grillandi. Il suo nuovo romanzo biografico edito da Rusconi, dopo le opere su Crispi e Treves dalla Utet, sembrano aver risvegliato nel pubblico un interesse per il genere storico-biografico e, sotto questo aspetto, il discorso non è trascurabile. Rasputin, visto da Grillandi, rimane, nonostante qualsiasi possibile ulteriore ricerca, l'enigma che è sempre stato, il monaco ambiguo che riesce a installarsi nel palazzo imperiale della Russia zarista sino a determina-': re, almeno in parte, l'azione di Nicola II e della sua famiglia per condurla quindi, inesorabilmente, alla rovina. E' facilmente intuibile che Rasputin è il personaggio di un grande affresco, che cioè c'è stato anche Rasputin, ma sarebbe davvero eccessivo, come in certi momenti è sembrato fare l'oratore, attribuirgli tutta intera la catastrofe che si è abbattuta sul regime zarista. Quando Grillandi fa dire a Rasputin: «Se mi ucciderà uno del popolo non accadrà nulla, ma se ad uccidermi dovesse essere un aristocratico, allora per la Russia sarebbe un disastro immane, la tragedia», è un modo di inquadrare Rasputin che rammenta più il feuilleton che non la ricerca storica. Lo conferma la ricchezza di quegli aneddoti che, del resto, intorno a Rasputin pullulano da sempre, come il tentativo, vano, di sopprimerlo offrendogli pasticcini avvelenati, che lo lasciavano in ottima salute mentre in- vece il povero gatto, a cui erano stati serviti in precedenza, rimase stecchito. Meno convincente ancora il Rasputin come occultista, dedito a pratiche magiche che oggi rientrerebbero senz'altro nella parapsicologia. Ci pare più vero asserire che Rasputin esercitasse una untuosa suggestione e che sfruttasse, soprattutto sulle donne, meglio se ricche di fascino, l'ignoranza caratteristica di un'epoca; che poi avesse un forte ascendente su tutti, una personalità spiccata davanti alla quale si aprivano tutte le porte, pare indubbio. Rasputin esorcizzava le donne indemoniate, compiva riti oscuri per risanare ferite, cospirava contro chi riteneva suo nemico personale ma, ha aggiunto Grillandi, «non fu mai sensibile al denaro e, se glie ne offrivano, per le sue prestazioni, si affrettava a regalarlo con indifferenza, come se si trattasse di cosa senza nessuna importanza». Molti carteggi come quello fra Rasputin e il Kaiser —, secondo Grillandi — «sono stati inventati di sana pianta», non sono mai esistiti perché, ha affermato l'oratore, non è pensabile che quel monaco, per quanto abile e perverso, riuscisse ad arrivare fino al trono del Kaiser, il che invece non stupisce o, non stupirebbe affatto se fosse provato, visto che riuscì a sedersi accanto al trono dello Czar per farne un proprio strumento. Il mistero, insomma, rimane ed è ancora materia appetibile per molti autori in cerca di sensazioni forti anche negli Anni Ottanta. - r< ross