Un protagonista racconta i giorni che cambiarono il destino dell'isola

Un protagonista racconta i giorni che cambiarono il destino dell'isola Un protagonista racconta i giorni che cambiarono il destino dell'isola Così nacque la rivoluzione a Cuba Ventisei luglio '53 assalto al Moncada Partigiano e testimone Alle 5 della mattina del 26 luglio 1953, una carovana di automobili attraversa la città di;Sanliago di Cuba, in pieno carnevale. iJLc macchine quasi non riescono a farsi largo tra quel mare umano in festa; decine di migliaia di persone mascherate halluno furiosamente: un carnevale paragonabile solo a quello di Rio. 1 giovani che occupano le vetture guardano nervosamente gli orologi mancano pochi minuti all'ora decisiva del cambio di guardia nfclla caserma Moncada, seconda fortezza dell'esercito di Batista. '"Ijn'ora prima, in una casa nelle vicinanze della città, un giovane alto e robusto, di 27 ajini, parla sottovoce ai 150 giovani che sono 11 acquartierali, ed erano stali convocati alcuni giorni prima all'Avana, per una dimostrazione contro Batista. :</Tra un'ora attaccheremo la caserma Moncada, vestiti con le uniformi dell'esercito, entreremo di sorpresa al grido: "Il ge iterale", "Jl generale", ci impadroniremo delle armi e inciteremo il popolo alla lotta. Se vinceremo sarà l'iniziò della Rivoluzione. Se moriremo diventeremo martiri della libertà ed avremo la riconoscenza della Patria). 1 giovani dal viso serio annuiscono con la testa, in drammalico silenzio. — Fidel — lo interrompe un giovane — il progetto mi sembra una follia. Andiamo incontro al fallimento e ad una morie sicura. ' «C-ustayo, abbiamo studiato molto.bene il piano, conosciamo la caserma, ci sono molte probabilità cita la sorpresa riesca e di occupare quindi il Moncada». E l'idei aggiunge: «Il gruppo che nanfa parte del Movimento non è tenuto ad unirsi. Nulla è obbligatorio». — Fidel — risponde Gustavo Arcos —. Non sono d'accordo, però vengo con voi. Non vi lascerò morire soli. La carovana si divide nei pressi del Moncada: alcuni vanno con Abel Santamaria ad occupare l'ospedale; altri con Raul Castro ad occupare il tribunale; la maggioranza va con Fidel, per dirigersi alla postazione N. 3,-entrata principale; alcune macchine si perdono durante il percorso per la città. Alle 5 e un quarto il gruppo di Fidel raggiunge la postazione N. 3: «Il generale», «11 generale», gridano dalla prima macchina, sorprendendo la guarnigione, disarmandola ed entrando nella caserma. l La seconda macchina, dove ti sono Castro, Arcos, Miret e «Uri giovani, cerca di disarmare una pattuglia della ronda militare. La macchina si Schianta contro il muro; in quell'attimo iniziano gli spari e fctiónà l'allarme. Citi altri gruppi hanno occupalo l'ospedale ed il tribunale. Alla stessa ora filtri giovani irrompono nella caserma di Bayamo, a cento chilometri di distanza. La caserma è in una confusione totale. Non si distinguono gli amici dai nemici. Tutti indossano la stessa uniforme •militare. ? Il combattimento e violento. In pochi minuti cadono morti 25 soldati e 10 rivoluzionari. Molti i feriti. La sorpresa, fattore decisivo, fallisce e i soldati possono concentrare il fuoco „verso l'entrata della postazione .JS. 3. Fidel Castro, dinanzi alìl'impossibilità di entrare nella ."caserma manda Pedro Miret •con 5 giovani a sostenere il 'fuoco e ordina la ritirata. ' Arcos, ferito alla colonna 'vertebrale, si trascina fino • raggiungere una macchina dei •suoi compagni. 1 20 uomini del (gruppo di Abel Santamaria, ;che non ricevono l'ordine di ri •tirala, vengono uccisi o fatti .prigionieri. Con loro le due ragazze del gruppo: Haydes Santamaria e Melba Hernandcz. « La reazione dei soldati è bc< jsliale. 5 1 prigionieri vengono assas » sinali nelle strade, nella caser ■;ma, dinanzi all'orrore della po j oblazione di Santiago, che cer ;ca di proteggere gli inseguiti. ; Per far parlare Haydes le ! portano un vassoio con gli occhi di suo fratello Abel e i testi-'coli del suo sposo Boris Santa qspgdOnncsidCsrslsigqlgesdgldl di Carlos Franqui i d n o . i e Coloma. «Assassini — grida Haydes — uccidetemi». I soldati, dinanzi al valore di questa donna, se ne vanno. Castro, con alcuni dei suoi compagni, si rifugia sulle montagne della Gran Piedra. Alcuni giorni dopo, mentre dormono, con Juan Almeida e Oscar Alcalde, cadono prigionieri di una pattuglia agli ordì ni del tenente Sarria, massone come Castro, che impedisce ai suoi soldati di assassinarlo, e invece di condurlo al Moncada, lo consegna alla giustizia. L'intervento della Chiesa Cattolica, nella persona del vescovo monsignor Perez Senrantcs, salva la vita a Fidel Castro, cattolico e allievo del collegio gesuita di Belen, ed al resto dei prigionieri. Cuba, che non si riconosce in tanto spargimento di sangue, che è contro Batista, il quale un anno prima ha ucciso la democrazia con il suo terzo golpe militare, a 90 giorni dalle elezioni che vedevano vittorioso il Partito Riformista Ortodosso di opposizione, si risveglia terrorizzata. In quel giorno nasce la volontà di opporre alla violenza della dittatura la violenza rivoluzionaria. La gioventù e l'Università saranno a capo di questo sentimento. Gli assalitori del Moncada sono condannati a 15 anni di prigione nell'isola di Pinos. Ed è qui che Fidel Castro scriverà il suo famoso discorso: «La storia mi assolverà», che annuncia 5 leggi rivoluzionarie che entreranno in vigore al trionfo dell'insurrezione. 1) Ristabilimento della Costituzione democratica del '40, abolita da Batista. 2) Proprietà individuale della terra ai contadini. 3) Diritto a operai e impiegati di partecipare ai guadagni delle grandi imprese. 4) Diritto ai coltivatori di canna da zucchero ad una maggiore percentuale di zucchero da raffinare. 5) Confisca dei beni rubati alla nazione dai malversatori dei governi precedenti. L'attacco al Moncada falli militarmente ma non politicamente. Nacque la strategia della lotta armata, efficace per combattere la tirannia; l'organizzazione politica che dirigerà questa lotta; il Movimento del 26 luglio; il leader di questo movimento e dell'opposizione rivoluzionaria: Fidel Castro. Batista rappresentava la tirannia, l'assassinio della democrazia. Fidel Castro e il suo movimento rappresentavano la libertà, la democrazia, la giustizia. Carlos Franqui dopo la ri Il 26 luglio 1953 l'assalto alla caserma Moncada di Santiago di Cuba segnava l'inizio del mito di Fidel Castro e della rivoluzione armata per abbattere il dittatore Batista. Il movimento clandestino era guidato da sei dirigenti: Castro, Che duo vara, Enrlque Oltuski, Armando Hai t, Haydes Santamaria e Carlos Franqui, il quale, trent'anni dopo, rievoca per noi quei giorni decisivi, ma anche le cocenti delusioni, sue e di molti compagni di allora, per gli errori, le ingiustizie, I soprusi di cui "il regime castrista continua a macchiarsi. Carlos Franqui è stato uno dei sei membri della direzione del «26 luglio., per la lotta contro Batista, insieme a Fidel Castro e Che Guevara. Ha fondato 11 periodico clandestino «Rivoluzione» ed ha diretto la Radio Ribelle nella Sierra Maestra. Alla caduta di Batista, ha diretto «Rivoluzione» ed animato la cultura rivoluzionaria conducendo a Cuba Jean Paul Sartre, Neruda, Moravia e alcune opere di Picasso, Mirò, Calder. Partigiano di una rivoluzione da umanista per la pace e la libertà., venne destituito per dissenso con il modello sovietico e la repressione di Fidel Castro. Dal 1968 vive in Italia, da quando cioè la primavera di Praga venne assassinata dai sovietici con l'appoggio di Castro. Autore di libri di storia, poesia e pittura, ha pubblicato in Italia: Los Doce; Diario della Rivoluzione Cubana; I miei anni con Fidel; Il Circolo di Pietra; Uccello Luce di Joan Mirò. voluzione Cuba, gennaio 1959. F Fidel C'astro annuncia la vittoria de lla rivoluzione contro Batista; al c entro Carlos Franqui