LA TERZA ROMANIA

LA TERZA ROMANIA LA TERZA ROMANIA Malgrado le cessioni il Regno è ricco e tritale BUCAREST, ottobre. |raLa Romania potè essere consl-1 lederata vero e proprio Stato dal irlnazionali apparvero realizzate in misura che, a prescindere dai titoli giuridici, geografici o storici, a molti sembrò sproporzionata alle possibilità di organizzazione e assimilazione del Paese. Per ventidue anni, i russi non hanno riconosciuto l'annessione della Bessarabia, gli ungheresi quella della Transilvania, dichiarando il trattato del Trianon imposto loro con la forza, e i bulgari hanno continuato a reclamare la 1866, data dall'avvento al trono, col nome di Carol I, del principe Karl von Hohenzollern Sigmaringen: nel '77 Turchia e Potenze europee ne riconobbero l'indipendenza e l'anno dopo, avendo dovuto cedere la Bessarabia alla Russia, la Romania si risarciva coll'estendersi verso Sud, grazie all'annessione della Dobrugia del Nord, tolta alla Bulgaria. Questa prima Romania, della quale ai 22 di maggio del 1881 Carol I si proclamava Re, rimase senza mutamenti sino alla seconda guerra balcanica: nel 1913, scesa in lizza contro i bulgari impegnati contro i turchi e contro i loro ex-alleati serbi e greci, costrinse alla pace e strappò alla Bulgaria anche la Dobrugia meridionale. Vecchie e nuove cifre Quando nel 1915, durante il conflitto mondiale, si schierò dalla parte dell'Intesa, il Regno contava 7.623.228 abitanti: quattro an-|dni dopo, grazie a Versaglia, che fruttò notevoli ingrandimenti territoriali (pur avendo la Romania nel maggio del '18 concluso una pace separata con gl'Imperi centrali), la popolazione risultava di 15.494.845 anime, sopra 295.049 kmq. Nacque allora la Grande Romania, che possiamo chiamare la seconda, la quale ha vissuto, arrivando nel frattempo a contare 20.045.000 abitanti, sino alla fine dello scorso giugno: Versaglia aveva ridato la Bessarabia, assegnata la Bucovina. la Transilvania e una parte elei Banato (che tuttavia i romem' avrebbero voluto ricevere intero) e le aspirazioni i., , 1* Dob™gia del sud 7.726. La sua superficie complessiva se ridotta 'da. 295.049 a 195.311 kmq., la po- Dobrugia del sud, astenendosi dal chiedere la settentrionale, per non buttare il seme ai nuova discordia, dato che la Romania difficilmente Lj sareDbe rassegnata al ritiro dal , ^ . , M ° N d e lac. ael ™ar im ero, aove sorge Costanza, suo principale porto. La nota del 26 giugno scorso, con la iquale la Russia demandò a BuI carest l'immediata restituzione \ della Bessarabia, più la cessione deUa Bucovina settentrionale, se ft ,,mi-in rpvi„jnnp dPiip fno 'lnlZ10 della revisione dejle !frontlere romene: 1 arbitrato di 1 Vienna del 30 agosto ha poi mo'dificato la frontiera occidentale, ! assegnando all'Ungheria la Tran- Isilvania del nord, e l'accordo di; Icraiova del 7 settembre ha cor- !re«° la meridionale, mediante la restituzione alla Bulgaria della Do bragia del sud. j Con la Bessarabia la Romania; ,ha perduto 44.432 kmq., con la Bucovina del nord 5.220, con la ■ Transilvania del nord 42.350, con polazione è diminuita di 6.754.000 anime, scendendo a 13.291.000: la Lassa dei sudditi passati sotto al tr| r.nvpmi pmiivaip nr-pss'a nnrn , Goveinl equivale press a poco - popolazione dell intera Gre " ■>>-.<„„, Quinta"/- BuWar£ NpFitariìmqtfl.' ;? ln- , 'a ig i ,° , ' to ridotto, che chiameremo la terRomania, eia. Per numero di abitanti, alla testa dei Paesi balcanici viene ora la Jugoslavia, che tocca i 15 milioni, seconda è l'Ungheria, terza la Romania, quarta la Grecia e n ™0„°m,ama' 1 ven romeni, in g ; 11.235.000, rappresentano quasi ; ,185 per cento della popolazione; ; seguono 5,7.000 tedeschi, 528.000 lturco, con l'aggravante che essen- dchl'mtiml'eimtrtosplassuli3sgvcrmctodppgpLmdbncsvavxpdnrndutI tclcsbpmhlBIsLrì cicdlnvnpsv ungheresi, 310.000 ebrei. 252.000 hùlerari fin uno russi «54 (ino rute rUieo£'nìr\ ,rU?S1, ? 0 jn' 2^;°°0 lndividui di vane naizlonauta> Le perdite nell'agricoltura Questa terza Romania, che sen za aver sparato un colpo di fucile I ha dovuto cedere all'incirca tanto iterritorio quanto ne fu tolto alla] Germania alla fine del conflitto; mondiale, ha naturalmente affron-1 tato anche forti sacrifici economi- ;Ci, però è rimasta uno Stato vitale e ricco. Le restituzione della Bes- ;sarabia alla Russia ha sanificato! Aa =„,„ ,„ „.„lilB H„, ,n° r,.„ i i?a j°,a la Pf'^ita del 20 per ceri- it0 della produzione di grano e del 11B Per cento di quella del gran-1 do laggiù il tenore di vita della popolazione bassissimo, la quota esportabile dei prodotti risultava assai elevata: era infatti la Bes-i sarabia a fornire la metà del gra-j no ed un quarto del granturco! esportati, nonché i tre quarti della produzione della soia, seme oleo-| so la cui importanza industriale in ; un'Europa che non può più essere rifornita dall'Estremo Oriente in genere e dal Manciukuò in ispecie è enormemente cresciuta. Pu- non sono noti): {basterà citare 547.000 cavalli su 2.163.000, oltre mezzo milione di Ire è andata perduta, con la Bes Isarabia, larga parte del patrimo lnio zootecnico ti dati per la Bu lCOvina del nord il0 >, i ... ~*„nL?2 „L™ m^„lPJ,, „o?f |c°re, più eli mezzo milione di maia 11 e vla dl seguito. Nei riguardi : industriali, la Bessarabia contai va poco, la Bucovina assai più, jsorgendo il grosso della sua induIstria attorno al capoluogo Czerno- j ,vjtz (o Cernauti) 1 f,.,hhin ho „ rt.Qf„„„„ 1 . „ tf "UUOIU <lI"-ne " cusiacco ,della Dobrugia esercita pure una 'influenza sulla struttura economiica romena, essendo quel fertile I terreno produttore di ottimo grano 'e di eccellenti uve e ricco di be stiame, ma data l'estensione modesta della provincia il danno non può esser detto grave. Quanto all'arbitrato viennese, la restituzio ne all'Ungheria della Transilvania del nord è fatto più sentimentale el ^;.i„„ „u„ ._ ,„ . politico che economico: la parte economicamente importante è ri¬ masta alla Rnmania mi minto _■.i masta alla Komama. Dal punto di vista agrario, ad esempio, solo una striscia di territorio fra Nagyva-| rad e l'alto Tibisco è paragonabi le, per bontà, al suolo che l'Ungherla già possedeva: la zona abitata duzione a a - i; - a a; a a n nia sono cresciute. Questi scambi n gi presterebbero ad ulteriore forte ; in£emcnto se nei Balcani le linee ; ferroviarie fossero tutte a doppio bina,.io e disponessero di adeguati - dai szekler, montagnosa, rende pochissimo, però sui monti è diffuso l'allevamento degli ovini e la Romania ha dovuto sacrificarne centinaia di migliaia di capi. Veramente grosso è, per l'Ungheria, l'arricchimento in foreste, tale da emanciparla quasi del tutto dalle importazioni di legname, mentre il trattato del Trianon ne aveva fatto uno dei Paesi più poveri di boschi dell'Europa intera. I tecnici pensano che anche di tale perdita la Romania abbia modo di rifarsi, coltivando con maggiore intensità le foreste rimastele. Gli scambi e le ferrovie Nella Transilvania del nord gli ungheresi trovano seicento stabilimenti industriali che impiegano 33.000 operai. Ma la grande industria e le migliori miniere della regione stanno nel sud: alla testa vengono gl'impianti della Resita, che danno i tre quarti della proannua di carbon fossile romena e tutto il cok, e vantano miniere di ferro con tre altiforni con una capacità quotidiana di 500 tonnellate; a Eisenmarkt Hunedoara sorge poi un'acciaieria (che prima della guerra mjndiale appartenne allo Stato ungherese) in grado di accrescere la sua attuale produzione annua di 20.000 tonn. La Romania ha salvato tutte le miniere di lignite transilvane, perdendo parte delle miniere di piombo, zinco, rame, pirite e manganese. Delle miniere aurifere, ha conservato quelle a sud di Kolozsvar e l'Ungheria ha guadagnato vene che danno 836 chilogrammi all'anno d'oro puro. All'incirca divisi sono stati i giacimenti di bauxite, bismuto e molibdeno (che già prima della guerra mondiale rendevano da soli 25.000 chili all'anno), e questi ultimi sono metalli rarissimi. Con l'arbitrato di Vienna, così come con gli altri accordi, alla Romania non è stato tolto un palmo dei suoi giacimenti petroliferi; inoltre essa ha conservaI to i maggiori stabilimenti tessili e chimici della Transilvania, nonché le cartiere. All'Ungheria sono viceversa passate, con le foreste, le segherie. La Deutsche Vólkswirtschaft a buon diritto rileva che neppure la posizione della Romania nel sistema dei traffici del sud-est europeo ha sofferto in maniera sostanziale: della grande arteria Vienna Budapest - Arad - Bucarest Istambul la parte romena non è stata toccata e della Cracovia Leopoli - Czernowitz - Bucarest 1 romeni non hanno perduto che il loro tratto Nord. Quanto ai traffici d'importazione ed esportazione, è ovvio che essendo la sua poì polazione diminuita, in avvenire la Romania importerà certi articoli di consumo in minor misura: ugualmente diminuiranno, per gli accennati motivi, le esportazioni di cereali e di legname, non però quelle, fortissime, del petrolio, che per la massima parte viene oggi acquistato dalle Potenze dell'Asse. E' ben vero che la Romania ha perduto clienti come la Inghilterra e la Francia, le quali negli ultimi tempi erano arrivate al punto di comprare su questi mercati anche il superfluo, soltanto per impedire che Germania e Italia si provvedessero di prodotti utili ai tini della guerra: ma Germania e Italia non hanno tardato a dedicare più. viva attenzione alle risorse romene e nel 1938, ad esempio, le importazioni italiane dalla Romania si sono più che raddoppiate, e le vendite di nostri prodotti in Roraa- 0 impianti: a migliorarle si lavora e in Romania si è già fatto moltissimo costruendo per buoni tratti un secondo binane sulla Bucarest - Campina - Brasso - Arad, che è la strada seguita dai convogli di vagoni-cisterne diretti, carichi del combustibile, verso l'o- e I prezioso o ivest. a] Dovremmo adesso parlare, per o;concludere, del valore delle fron-1 tiere della terza Romania nei ri- guardi militari e strategici: ma e poiché le Potenze dell'Asse hanno - rilasciato al Governo di Bucarest o! una garanzia ampia e precisa che i u . Bal ,, ? f."» el-'sf' - assicura l'integrità territoriale del l paeSe, consideriamo questo esame -1 superfluo, non riuscendo a vedere, allo stato delle cose, chi oserebbe, violando tale garanzia, sfidare Roma e Berlino. La terza Romania può dedicarsi alla sua riorganizza- a a a -i -j o! zione e sereno. ricostruzione con animo Italo Zingarelli.