L'Indesit (assenti fino al 25%) denuncia 16 operai ed i medici di Claudio Cerasuolo

L'Indesit (assenti fino al 25%) denuncia 16 operai ed i medici L'Indesit (assenti fino al 25%) denuncia 16 operai ed i medici La direzione: "Casi clamorosi; estremi di falso e truffa all'Inani" - E i sindacati? "Sono tacitamente d'accordo: i più colpiti sono infatti i lavoratori più scrupolosi" Una delle più grosse aziende torinesi, l'indcslt (diecimila dipendenti In tutta Italia, di cui 7000 negli stabilimenti di Torino e della provincia) dichiara guerra all'assenteismo. La direzione del personale ha denunciato alla magistratura 16 casi In cui si sospetta una complicità tra lavoratore e medico nel certificare lo stato di malattia. Sette denunce riguardano stabilimenti al Sud, nove le fabbriche di Orbassano e None. L'accusa è di falso nel certificato medico e, per I casi in cui la malattia supera I tre giorni, vale a dire quando la mutua deve Intervenire a Indennizzare la paga dell'operaio assieme all'azienda, di truffa al danni dell'Inani. Per questa seconda ipotesi la competenza è quindi automaticamente della Procura mentre per il primo reato è incerta la competenza tra il pretore (se si considera l'ipotesi di falso in certificato medico) e il tribunale (se si considera l'Ipotesi del falso 1deologlco commesso dal medico come pubblico ufficiale). Si tratta di sedici casi in cui il raggiro messo in atto dal lavoratore con la complicità del medico sembra fin troppo evidente. Esempio: il certificato medico porta una data posteriore al timbro postale della busta che lo contiene. Oppure la visita al malato non è avvenuta e il certificato è stato rilasciato ad un parente. « Qualcuno è stato sorpreso a servire al tavolo di un ristorante — dice ancora il ragioniere Giorgio Piate, direttore del personale all'Indesit — mentre continuava ad inviare sempre nuovi e aggiornati certificati di malattia. Qualche altro si è attrezzato un | banco di vendita ambulante su un autocarro e ha venduto la merce in piazza a Orbassano o a Pinerolo proprio al colleghi che entravano in fabbrica. Posso citare casi di chi si è temporaneamente trasferito al Sud, durante la stagione estiva, inviando regolari certificati di malattia e impiegandosi come bagnino presso qualche stabilimento balneare. C'è chi ha aperto assieme alla moglie, pure impiegata nell'azienda, un negozio fotografico. Il caso indubbiamente più macroscopico è quello del lavoratore che si è fatto assumere come bidello da una scuola, sempre restando in malattia ». Gli esposti presentati alla magistratura portano i nomi e i cognomi dei lavoratori e dei medici coinvolti nel 16 casi. « Abbiamo cominciato a studiare seriamente il fenomeno dell'assenteismo di origine "dolosa" negli ultimi anni, mano a mano che abbiamo visto lievitare l'indice di morbilità (che misura quante volte uno si ammala in un anno) », dice il direttore del personale della Indesit. « Nel 1974 e nel 1975 (e tutto lascia prevedere altrettanto nell'anno in corso) la percentuale di lavoratori in malattia per assenza breve, quella sotto i tre giorni (completamente a carico dell'azienda) è salita oltre il 20 per cento di media, fino a toccare punte del 25 per cento ». Vale a dire che alla Indesit, negli stabilimenti piemontesi e in quelli al Sud, più di 2000 lavoratori sono ogni giorno in mutua. « Abbiamo tentalo di contrastare il fenomeno — dice Piate — concedendo più permessi. Attualmente diamo una media di cinquecento permessi al giorno per motivi sui quali non si sta molto ad indagare. L'iniziativa non è servita a molto ». Qual è stato l'atteggiamento assunto dai sindacati e dalle organizzazioni di fabbrica nei confronti di iniziative dell'azienda contro l'assenteismo? « Inizialmente, quando abbiamo cominciato la lotta all'assenteismo, abbiamo avuto delle ore di sciopero. Ma quando abbiamo licenziato decine e decine di dipendenti per certificazioni di malattia scopertamente falsificate li casi di assenteismo "doloso " del "bidello", del fotografo, del barista o del venditore ambulante) i sindacati non sono intervenuti». Qual è l'atteggiamento dell'Inam? « Proprio recentemente abbiaI mo avuto notìzia che l'Inam inI tende costituirsi parte civile con- Irò i medici denunciati assieme ai lavoratori nei casi più clamorosi ». Le possibilità di controllo dell'ente sono comunque, a giudizio di molti esperti e degli stessi responsabili dell'Inam, molto ridotte. Il rapporto ottimale medico mutuati dovrebbe essere di uno a mille. Nei comuni della cintura il rapporto è di 1 a 1800 e in qualche caso di 1 a duemila. Sia la direzione provinciale dell'Inam sia il sindacato Fimm (Federazione medici mutualistici) confermano questi squilibri. Eppure la strade per combattere questo malessere sociale non può passare che attraverso il medico della mutua. Claudio Cerasuolo

Persone citate: Casi, Giorgio Piate, Inam

Luoghi citati: Italia, None, Orbassano, Pinerolo, Torino