Convinciamo gli scettici di Remo Lugli

Convinciamo gli scettici Un appello al dottor Rol Convinciamo gli scettici Chi potrebbe essere asserragliato in un così ottuso scetticismo da non interessarsi agli esperimenti del dottor Rol, di cui scriveva Remo Lugli nel numero del 3 agosto e in passato aveva scritto il caro Carlo Casalegno? Il mancato o almeno non manifestato interesse dei grandi universitari, non solo psicologi, ma fisici, matematici che operano nel campo del calcolo delle probabilità, è una prova della morta gora in cui pare abbandonarsi l'alta cultura italiana. Tutti concordano nella serietà, nell'assoluto disinteresse, nel valore morale del dottor Rol; Casalegno mi diceva anche della sua delicatezza, in presenza di bambini mai esperimenti che potessero turbarli, solo giochi con le carte. Solo un neo, a mio avviso: che non consentisse l'uso delle macchine fotografiche, o riprese cinematografiche; comprendo benissimo che chi opera in casa propria, in assoluta gratuità, in presenza soltanto di amici, non accetti controlli; eppure siamo in un campo così nuovo e delicato, con tanti scettici (ricordo che Jean Rostand poneva in dubbio anche la possibilità di letture del pensiero), che l'incubo della suggestione non può venire scacciato, e il controllo della macchina è indispensabile per raggiungere risultati rigorosamente scientifici. E qui sia concesso a un ignorante di dire quanto gli sembri pericoloso mescolare alla ricerca parapsicologica ogni preoccupazione religiosa o antireligiosa. Mi sembra che l'ordinato procedere sia di studiare a fondo le possibilità racchiuse nella energia psichica degli uomini, 0 di qualche particolare uomo. Non sono davvero un materialista, ma qui mi pare che occorra proprio procedere con 1 criteri dei materialisti. Non rifiuto neppure i racconti mirabolanti che da ragazzo ascoltavo al tempo delle grandi medium, cui allora s'interessavano gli uomini di scienza; l'energia psichica che si trasforma in materia, che dà persino vita per un istante ad un animale ignoto alla zoologia (rammento la narrativa di un unicorno che poi scompare, ma restano le tracce del suo passaggio in un mobile che ha ricevuto le sue cornate), ma vorrei il controllo della ripresa cinematografica, della delicata bilancia. Quando un uomo si pone in comunicazione con gli « spiriti intelligenti » il suo peso diminuisce? Il suo ritmo cardiaco si altera? Queste le più grossolane domande che si pone un profano. Come me le pongo quando mi parlano di chi chino su una pianticella, concentrato, con la volontà di vederla cre- I scere, affretta di fronte al tem- j po normale il primo uscir dalla terra di un filo che indica che il seme deposto ha germo- I gliato e poi il sorgere delle ! prime foglie. 1 Credo io pure che ci siano leggi fisiche fin qui a noi sconosciute, non mi ripugna affatto pensare che anche gli oggetti abbiano uno spirito (amerei crederlo, se guardo il piccolo vecchio tavolo da lavoro su cui scrivo da circa quaranta anni, e su cui altri prima di me dovettero operare per il corso di oltre due secoli). Come credente mi piace sentir affermare che tutto è armonia e che alla somma di questa armonia c'è Dio; ma vorrei quest'affermazione (o anche una più modesta, ma che portasse su tale via) nascesse da una serie di esperienze sicure, del tipo galileiano, che si potessero opporre anche agli scettici. Si potrebbe ottenere una scrittura egiziana o ebraica senza la presenza di alcuno che conoscesse quelle scritture? Se no, dobbiamo come prima ipotesi e più semplice pensare a un passaggio di pensiero o di volontà da chi conosceva quelle scritture all'uomo che ha un potere negato agli altri; se sì, siamo veramente all'inconoscibile, e torniamo alle ipotesi dei vecchi spiritisti dell'inizio del secolo, delle anime che sopravvivono ai corpi e che sono sempre richiamabili sulla terra; che mi turbavano non in sé, ma per quanto erano spesso scipite le risposte di questi spiriti. Se osassi dare una preghiera al dottor Rol, uomo universalmente stimato, che sfrutta le sue capacità solo per il bene degli altri, per aiutare chi soffre, la preghiera sarebbe questa: ci aiuti a convincere gli scettici, che molte volte sono poi i più infelici. Ci consenta che un nastro cinematografico mostri quei pennelli che sottratti alla legge di gravità non cadono, ma si muovono da soli, quel nascere della scrittura sul foglio bianco, quell'esperimento di cui mi parlava Casalegno e che era per me il più perturbante, del piccolo oggetto, magari un semplice ramoscello, che gettato passava attraverso un muro senza lasciarvi traccia e si ritrovava nella camera contigua. E la preghiera che darei ad uomini di studio sarebbe: scuotetevi, come facevano, in Inghilterra, in Italia, altrove, grandi nomi del mondo accademico; crediate o non crediate in Dio, c'è uno strumento umano, mandatovi, come volete da Dio o dalla sorte, che vi permette di conoscere il lato su cui meno sappiamo dell'uomo, delle energie che possiede; non lasciatevi sfuggire questa occasione; scrivete un trattato o una monografia di meno; siate anche umili, una volta, per chiedere al dottor Rol di farvi assistere ai suoi esperimenti, e an<-he più umili per ottenere che gli esperimenti si svolgano in modo che gli scettici non possano parlare di suggestione. Forse avrete la possibilità di scoprire qualcosa di ben più impressionante dell'ovulo fecondato in provetta. A. C. Jemolo

Persone citate: A. C. Jemolo, Carlo Casalegno, Casalegno, Jean Rostand, Rol

Luoghi citati: Inghilterra, Italia