Il sindacato si prepara a rispondere alle nuove lettere di licenziamento di Francesco Bullo

Il sindacato si prepara a rispondere alle nuove lettere di licenziamento Intanto lunedì i 60 operai si presenteranno a Mirafiori chiedendo di entrare Il sindacato si prepara a rispondere alle nuove lettere di licenziamento Le prime dovrebbero arrivare già oggi agli interessati, con le accuse riferite a fatti o comportamenti precisi - Anche sotto il profilo giuridico la vicenda è complessa: cosa accadrà nell'udienza del 16 novembre? I licenziati Fiat, a partire da lunedi, si presenteranno con i delegati ai cancelli della Mirafiori, di Rivalta e della Lancia di Chivasso chiedendo di poter tornare al loro posto di lavoro: lo hanno deciso ieri i legali e i responsabili della Plm. Contemporaneamente avvocati del «collegio sindacale» e del «collegio alternativo» hanno depositato in cancelleria la documentazione mancante (denuncia dei redditi e telegramma di licenziamento) per i 13 dei sessanta operai non ancora reintegrati dal pretore. Su questi casi il giudice Converso deciderà in mattinata e, se la loro posizione risulterà identica a quella dei 47, firmerà un decreto ordinando alla Fiat di riammetterli «provvisoriamente» in fabbrica essendo nullo il licenziamento per difetto di forma. La vicenda, che ha ormai imboccato il canale giudiziario, sembra comunque lontana da una conclusione. L'azienda ha infatti riconfermato che, revocando il precedente provvedimento, ripartirà da capo. In questi giorni saranno spedite ai 60 nuove lettere nelle quali si comunica la sospensione cautelativa con motivazioni specifiche, cioè le accuse riferite a fatti, episodi o comportamenti precisi. Gli operai hanno cinque giorni di tempo per presentare all'Amma (Aziende metallurgiche e metalmeccaniche) le loro difese, dopo di che l'azienda ha altri sei giorni per notificare il licenziamento vero e proprio. Nel frattempo è probabile che i licenziati non possano rimettere piede in fabbrica. Sul problema le interpretazioni variano, i cavilli non mancano e gli avvocati rifiutano di fare anticipazioni. L'unico commento, per ora, è quello della Firn che in un volantino dal titolo «Annullati i licenziamenti -I provvedimenti Fiat non sono validi» sostiene che «il decreto del pretore rafforza la nostra convinzione che l'iniziativa della Fiat non solo aveva palesi caratteri di illegalità ed arbitrarietà, ma avrebbe potuto anche determinare, ove fosse riuscita a passare, un gravissimo arretramento rispetto alle garanzie di democrazia nei posti di lavoro conquistate dai metalmeccanici con il contratto del 73». Per i sindacalisti è «positivo e importante che la magistratura, nonostante la massiccia campagna scatenata sulla vicenda dei 61 licenziamenti, abbia rigorosamente riaffermato il principio di legalità, il cui rispetto costituisce base indispensabile anche per una efficace battaglia contro il terrorismo e l'eversione come, coerentemente, il movimento sindacale da sempre afferma e persegue*. Firn e legali non vogliono scoprire in anticipo le loro carte in attesa di un incontro, fissato per lunedi in via Porpora, al quale parteciperanno responsabili nazionali e locali della federazione metalmeccanici con gli avvocati torinesi e romani. Prima di pronunciarsi, vogliono avere il testo delle nuove sospensioni per valutare l'opportunità di ripresentare cinquanta ricorsi singoli d'urgenza (se ritenessero non ancor sufficientemente motivate le accuse) o altrettanti ricorsi «nel merito». Nel primo caso è il «cane che si morde la coda». Il pretore non potrebbe far altro che dichiarare nullo il licenziamento e ordinare alla Fiat la riassunzione «provvisoria». Una strada già battuta, che non sembra destinata a produrre effetti. Venerdì infatti, data dell'udienza davanti al dott. Converso, è prevedibile che non succederanno fatti nuovi. Alla luce delle sospensioni «motivate», il giudice dichiarerà «essere venuta meno la materia del contendere-. La decisione del magistrato (confermare, modificare o revocare il decreto) sarà comunque condizionata dalle tesi e dai documenti delle difese di parte. In attesa che la situazione si chiarisca, il problema della violenza in fabbrica e il «caso Fiat» restano al centro di dibattiti. Ieri sera, nel salone Iacp, ha parlato Trentin. Per stamattina, al cinema Falcherà, i collettivi operai hanno organizzato un incontro. Lunedi se ne parlerà nel Consiglio comunale «aperto». Il sindaco ha già reso note le modalità. Nel dibattito potranno intervenire i lavoratori, le forze imprenditoriali, le forze politiche, le organizzazioni sinda¬ cali. I gruppi politici presenti in Consiglio, 10 in tutto, avranno a disposizione complessivamente due ore e mezzo di tempo (15 minuti ciascuno); stesso tempo (due ore e mezzo) sarà concesso alle altre forze sociali che potranno gestirlo come lo riterranno più opportuno, dopo accordi prestabiliti fra loro. Francesco Bullo All'uscita di ogni turno i sindacalisti hanno distribuito volantini di comincino alle decisioni del giudice c dell'azienda

Persone citate: Converso, Trentin

Luoghi citati: Chivasso, Rivalta