Le reazioni dei sindacati «Giuste le nostre critiche» di Gian Carlo Fossi

Le reazioni dei sindacati «Giuste le nostre critiche» Primi commenti a caldo sulla sentenza di Torino Le reazioni dei sindacati «Giuste le nostre critiche» Benvenuto (Uil): «L'azienda avrebbe dovuto contestare subito addebiti precisi» - Giovannini (Cgil): «Senza prove, prevale l'innocenza» ROMA — La nuova decisione della Fiat ha colto di sorpresa ieri sera gli ambienti politici e sindacali, che invece si erano espressi diffusamente sul decreto del pretore di Torino per la reintegrazione di 47 dei licenziati che avevano presentato ricorso nel posti di lavoro. Pierre Camiti, trattenuto a Bruxelles da Impegni internazionali, ne è stato subito informato telefonicamente. Luciano Lama non ha rilasciato dichiarazioni, trincerato nel suo ufficio insieme con 1 più diretti collaboratori forse per riflettere su una eventuale risposta alle pesanti accuse rivolte da Giorgio Amendola ai sindacati e ai comunisti sul problema scottante della violenza in fabbrica, soprattutto alla Fiat, e sui collegamenti con il terrorismo Le prime reazioni a caldo sono venute da Giorgio Benvenuto, segretario generale della Uil, e da Sergio Gara vini, segretario confederale della Cgil e autorevole esponente della componente comunista. Benvenuto ci ha detto: «Le motivazioni dei licenziamenti dovevano essere rese note prima. Quando sono state consegnate le lettere dì preavviso di licenziamento ai 61 lavoratori, la Fiat avrebbe dovuto contestare addebiti precisi, evitando in tal modo il perdurare di una atmosfera di tensione. La posizione del sindacato è stata sempre chiara, anche nel documento che abbiamo sottoposto ai 61 licenziati: nessuno può pronunciare giudizi e decretare condanne senza aver prima fornito motivazioni e prove». Il leader della Uil ha proseguito: «Attendiamo ora di conoscere le motivazioni, le prove. E confermiamo la nostra posizione di uguale chiarezza nel condannare il terrorismo e nel rifiutare le violenze e le intimidazioni. La decisione del pretore è venuta a far giustizia del gran polverone che è stato sollevato contro di noi; la stessa decisione della Fiat di procedere a precise contestazioni dà ragione alla nostra tesi». . Gara vini è stato telegrafico sul nuovo passo della azienda torinese. «La Fiat—ci ha precisato — ha dovuto riconoscere che i licenziamenti erano immotivati, fuori dalle norme contrattuali e di legge, se ora decide di rinnovare le lettere di contestazione degli addebiti agli interessati». Gara vini aggiunge: «Del resto, il provvedimento del magistrato di Torino riconosce in pratica quanto era assolutamente evidente ed è stato immediatamente sottolineato dal sindacato: i licenziamenti della Fiat non erano stati motivati dall'impresa e come tali erano inaccettabili. Essi costituivano un principio di arbitrarietà padronale che colpisce nello stesso tempo i diritti dei lavoratori e l'autorità del sindacato». Secondo il dirigente della Cgil. U fatto che il pronunciamento del magistrato sia av- Gian Carlo Fossi (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Giorgio Amendola, Giorgio Benvenuto, Giovannini, Luciano Lama, Sergio Gara

Luoghi citati: Bruxelles, Roma, Torino