«Giudice, che si fa per frenare la violenza e il terrorismo?»

«Giudice, che si fa per frenare la violenza e il terrorismo?» Un dibattito alla Way-Assauto fra lavoratori e magistrati «Giudice, che si fa per frenare la violenza e il terrorismo?» ASTI — Gli operai in tuta blu gremivano ieri mattina il salone delle assemblee all'interno dello stabilimento della Way-Assauto. Alcuni, non avendo più trovato posto sì erano radunati fuori sull'aiuola, ascoltando le parole del dibattitp dalla voce degli altoparlanti. All'interno del salone un magistrato torinese, il dottor Caselli, giudice istruttore al processo di Torino a carico dei capi storici delle Br; rispondeva alle domande degli operai della più importante fabbrica astigiana. Un .fuoco di fila» che, lo stesso magistrato, al termine ha giudicato «utile e istruttivo per ambo le parti», «ci serve per scendere un po' dal piedistallo — ha aggiunto — per capire realmente quello che la gente pensa della Magistratura». L'incontro, organizzato dal Consiglio di fabbrica aveva per tema «Terrorismo e repressione». Vi erano stati invitati 1 rappresentanti dei partiti, quelli degli altri consigli di fabbrica, degli enti loca li. Ma il dibattito per una volta non è stato condotto da «addetti ai lavori». Hanno parlato gli operai, hanno chiesto al giudice come mai la magistratura è cosi impotente contro i terroristi, dove ci sono ritardi, di chi sonò le responsabilità. -Leggiamo sui giornali di presunti terroristi arrestati e poi rilasciati dopo pochi mesi sema processo, perché succedono queste cose — ha chiesto Benvenuto Bava — c'è forse troppa indulgenza dq^ parte dei giudici?: «Qualcuno fa ancora distinzioni tra terrorismo rivoluzio¬ narlo e delinquenza comune — ha aggiunto Claudio Cerreto — ma ormai i collegamenti tra le due organizzazioni sono certi. Perché la Magistratura non trova ad esempio i contatti tra mafia'e Br, che pur esistono?». Il discorso naturalmente si è allargato alla violenza' in fabbrica, alla presenza di presunti brigatisti nei reparti, all'apatia e all'indifferenza che spesso li aiuta. E' stato ricordato Guido Rossa, l'operaio genovese ucciso dalle Br per aver denunciato alla magistratura uhipresunto brigatista, suo compagno di reparto. In tutti gli interventi la condanna ferma del terrorismo in ogni sua forma: «Certe azioni, anche se non si sono mai verificate all'interno della nostra fabbrica, fanno tornare indietro l'intera classe operaia e ne vanificano le.conquiste ottenute con la lotta democratica» ha detto Oreste Carretto. E poi ancora decine di altri problemi: i 61 licenziamenti alla Fiat, la strategia sindacale, il ruolo delle istituzioni. Il giudice Caselli, nel suo intervento conclusivo ha risposto alle domande e ha ricordato l'importanza di un processo come quello di Torino in cui lo Statò è riuscito a garantire agli imputati la pienezza dei diritti costituzionali. «£' questa l'unica strada, da percorrere — ha detto il magi¬ strato <— salvaguardando fino in fondo la democrazia anche quando costa fatica.e verrebbe voglia di lasciarsi prendere dall'emozione o dalla rabbia delmoinento». Le difficoltà, i problèmi di oggi si superano- — secondo Caselli — proprio vincendo l'assuefazione al terrorismo, l'abitudine alla violenza, tornando in prima persona a credere nella vita democratica senza delegare ad altri il compito di salvaguardarla». Al termine un lungo applauso ha salutato le parole del giudice. L'assemblea si è poi ripetuta nel pomeriggio per gli operai del secondo turno presente il giudice Laudi. s. m. ■ Asti. Un momento dell'assemblea contro il terrorismo, svoltasi ieri mattina nello stabilimento metalmeccanico. Way Assalito