Il ricorso dei 10 dissidenti di Francesco Bullo

Il ricorso dei 10 dissidenti Adesso tutta la vicenda dei licenziati Fiat è nelle mani del pretore Il ricorso dei 10 dissidenti Intanto tra gli altri 50 (la sessantunesima, un'operaia, non farà ricorso perché ha già trovato un lavoro) si è aperta una spaccatura: alcuni criticano il sindacato: «Fa intravedere gli operai come soggetti attivi di ogni intimidazione» Toccherà al giudice Converso dipanare la matassa del «caso Fiat». Sul suo tavolo è finito, ieri mattina, il ricorso presentato dai dieci licenziati •dissidenti» che avevano rifiutato la difesa del sindacato. Saranno assistiti da due collegi legali, quello milanese (avvocati Medina. Baccioli, Piscopo, Perosino, Zezza, Vitale, Pelazza) e quello torinese con gli avvocati Caputo, Enrichens, Ferrari, Lenti, Trucco e Viterbo dell'associazione Giuristi democratici. Questi ultimi hanno ritenuto loro «dovere professionale» garantire cosi la difesa dei dieci operai non assistiti dalla Firn. •Il ricorso — spiegano — non avrebbe potuto essere validamente proposto dai soli avvocati milanesi, sema la partecipazione di legali iscritti all'albo di Torino. Abbiamo comunque ritenuto di contribuire ad assicurare la difesa ai dieci, dopo la decisione degli avvocati del sindacato di condizionare il patrocinio alla sottoscrizione di un mandato che contiene, per la prima volta nella storia del processo in Italia, una dichiarazione di natura politica*. Ricordando che la difesa in giudizio è un diritto Inviolabile, garantito a tutti, sottolineano come la posizione giuridica attuale dei 61 sia identica: •Sono 61 lavoratori licenziati in base a motivazioni fino ad oggi sconosciute, che la Fiat si è riservata di rendere esplicite solo in un secondo tempo. In questa situazione la pretesa dei sindacati, fatta propria dal collegio di difesa, di condizionare il patrocinio all'accettazione di una dichiarazione di natura politica, appare oggettivamente discriminante. •Riaffermiamo che la definizione democratica della legalità risiede unicamente nella legge e nella sua applicazione da parte della magistratura, e che è dovere dell'avvocato fare sempre fede alla propria funzione di garante dei diritti di libertà del cittadino, tra i quali, essenziale, il diritto alla difesa*. Il quadro che ne risulta è il seguente: dei 61 licenziati, uno (l'operaia di Rivalta, iscritta al pel, che non farà causa perché ha trovato un altro lavoro) non si rivolgerà al giudice; 50 rappresentati dal collegio legale della Firn hanno presentato altrettanti ricorsi al pretore del lavoro; 10 «dissidenti» (assistiti da collegi alternativi di difesa) hanno fatto un unico ricorso al magistrato. Ma le cose potrebbero ancora cambiare. Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa organizzata dai dissidenti e dal loro legali milanesi e durante la quale sono state ripetute dure critiche al sindacato ('il ricorso per comportamento antisindacale non è stato ancora presentato*, «ci sono volute tre settimane per scoprire la necessità del procedimento d'urgenza*, «i delegati fanno blocchi e picchetti a Gioia Tauro, mentre a Torino vogliono farci abiurare questi metodi di lotta*), un gruppo di licenziati (una decina) difeso dalla Firn ha presentato un documento in cut sostiene di aver subito «il ricatto imposto dal sindacato*. •In questa vicenda — dicono — dove la Fiat non è andata oltre ad accuse di scarso senso civico, è il sindacato stesso che fa intravedere gli operai come soggetto attivo di ogni intimidazione. L'indirizzo politico dato dal sindacato alla vicenda Fiat non è un fatto occasionale, ma va visto in stretta relazione con la gestione della conflittualità operaia in fabbrica che il sindacato si è proposto. Il fine ultimo di questa operazione è di porre un netto confine tra bisogni operai legittimi e bisogni operai illegittimi. •Illegale diventa, per esempio, opporsi allo strapotere delle gerarchie di fabbrica, lottare contro l'intensificazione dei carichi di lavoro e contro la mobilità selvaggia, lottare per l'egualitarismo*. E' una presa di posizione che apre una nuova frattura all'interno del gruppo difeso dalla Firn. Francesco Bullo SM VISCOSA nmsoAi fimio posa i i-WOROMUlOO U d Un gruppo di lavoratrici della Snia gridano slogan durante la manifestazione'

Persone citate: Baccioli, Caputo, Enrichens, Pelazza, Perosino, Piscopo, Trucco, Viterbo, Zezza

Luoghi citati: Gioia Tauro, Italia, Rivalta, Torino