I licenziati dal pretore di Francesco Bullo

I licenziati dal pretore Depositati i ricorsi contro la Fiat di 46 ex dipendenti su 61 I licenziati dal pretore Le cause assegnate al giudice Converso - Nel documento legale si chiede che l'azienda, in attesa di una decisione definitiva, riammetta in servizio gli operai - Perché gli altri 15 non hanno accettato la difesa degli avvocati della Firn Gli avvocati Raffone, Scalvili! e Villani, in rappresentanza del collegio di difesa della Firn nazionale, ieri mattina alle 11 hanno depositato nella cancelleria della pretura del lavoro tre plichi voluminosi: i ricorsi «individuali» contro la Fiat, accompagnati da ampia documentazione, per 46 dei 61 licenziati (alle 44 firme di venerdì, se ne sono aggiunte altre due sabato). Tutte le cause sono state assegnate al giudice Angelo Converso. Identici nel testo, i ricorsi partono da una sintesi dei fatti: a) la lettera del 9 ottobre con la quale la Fiat sospende gli operai perché hanno «fornito una prestagione di lavoro non rispondente ai principi della diligenza, della correttezza e della buona fede- e «costantemente mantenuto comportamenti non consoni ai principi della civile convivenza sui luoghi di lavoro-; b) la replica degli interessati (12 ottobre) che contestano all'azienda la «genericità degli addebiti», la violazione delle norme in materia, e chiedono che vengano specificate le accuse; c) il telegramma della Fiat (16 ottobre) che comunica il licenziamento. Concludono chiedendo al magistrato di dichiarare «inesistenti, nulli, inefficaci e comunque illegittimi- sia la sospensione cautelare sia il licenziamento «in quanto non contestati preventivamente nei termini rituali-. I legali sottolineano che non si esige soltanto il rispetto di una «vuota formula procedurale- in quanto è stato violato il principio del «diritto alla difesa-, e sollecitano un procedimento d'urgenza (articolo 700 del codice di procedura civile) rilevando che la busta-paga è per i ricorrenti l'unico reddito che consenta loro di sopravvivere, non avendo alcuna prospettiva di trovare un altro posto dopo aver spezzato il rapporto di lavoro con la Fiat. Ma soprattutto l'urgenza è motivata dal fatto che 1 licenziati, anche in conseguenza del clamore sollevato dal «caso», vogliono togliersi di dosso l'etichetta di violenti. In altre parole si chiede al pretore di costringere la Fiat a riammettere In servizio i 46 licenziati in attesa di una decisione definitiva nel merito del problema. Un ricorso tecnico di dodici pagine che mette in discussione esclusivamente la procedura seguita dalla Fiat. Su questo documento tutti i 61 erano d'accordo. La spaccatura è avvenuta sulla tredicesima pagina, cioè sulla parte «politica». La Firn ha Infatti posto una condizione: la delega al proprio collegio di difesa doveva contenere l'accettazione dei «valori fondamentali ai quali il sindacato ispira la propria azione- e la condanna senza sfumature non so'o del terrorismo «ma anche di ogni pratica di sopraffazione e di intimidazione che non appartengono alla scelta di valori, alle convinzioni, al patrimonio di lotta del sindacato stesso-. II concetto era stato approvato all'unanimità dal coordinamento nazionale Fiat, ma fin dall'inizio aveva provocato polemiche. Le discussioni e le riunioni si sono trascinate per tre settimane inutilmente. Un. gruppo consistente di «dissenzienti» rifiutava di sottoscrivere la dichiarazione: «Siamo contro il terrorismo, ma qui vogliono farci rinnegare le pratiche e le forme di lotta che la classe operaia ha espresso nella sua storia. Vogliono che accettiamo incondizionatamente la loro politica collaborazionista-. Una soluzione che mantenesse l'unità dei 61 non c'era e la Firn ha tagliato corto. Ponendo un aut-aut ha scelto la strada della coerenza, rinunciando a unanimismi ambigui: chi è d'accordo con la linea del sindacato, con i suoi obiettivi, firmi; sarà difeso in giudizio dal nostro collegio legale. Qualcuno dei «dissidenti» ha accettato, pur non condividendo in pieno la formulazione proposta. Quindici hanno detto «no», e una parte di loro ha annunciato che ricorrerà ad un collegio di difesa «alternativo». A Roma intanto è in preparazione Il secondo ricorso contro la Fiat per «attività antisindacale» (art. 28 Statuto dei Lavoratori) che sarà presentato dalla Firn. Si prevede che sarà pronto nella prossima settimana. Francesco Bullo

Persone citate: Angelo Converso, Raffone, Villani

Luoghi citati: Roma