Fiat: 44 su sessantun licenziati saranno difesi dai legali « Flrn »

Fiat: 44 su sessantun licenziati saranno difesi dai legali « Flrn » Il fronte si è rotto sulla discriminante del terrorismo Fiat: 44 su sessantun licenziati saranno difesi dai legali « Flrn » Hanno firmato la delega sottoscrivendo la condanna a ogni forma di violenza e d'intimidazione - Forse qualcun altro firmerà stamane, ma un gruppo dei dissidenti, in vivace polèmica con il sindacato, ha scelto un «collegio alternativo» Il fronte dei 61 licenziati Fiat si è spaccato e sembra difficile una ricucitura all'ultimo momento. Ieri sera alle 18, dopo un'ennesima riunione con responsabili sindacali e avvocati della Firn, 44 operai hanno firmato il documento nel quale, delegando la loro difesa al «collegio legale» della federazione metalmeccanici, dichiarano di condannare oltre che il terrorismo ogni forma di violenza, intimidazione e prevaricazione. E' stata questa clausola, dichiarata irrinunciabile dal sindacato, a dividere i lavoratori colpiti dal provvedimento Fiat. A nulla sono serviti i vari tentativi di mediazione, fatti da più parti, per mantenere compatto il blocco dei licenziati. Neppure spostare l'espressione .rifiuto della violenza come metodo di lotta in fabbrica» dal testo del ricorso al pretore per introdurla nella lettera di delega è valso a conservare l'unità. Diciassette dei 61 non hanno firmato. Un gruppo di questi ultimi spiega il motivo della scelta: «Siamo stati costretti a nominare un collegio di difesa alternativo a quello sindacale in quanto Cgil, Osi, Vii ci imponevano — dicono — di sottoscrivere un documento dove, insieme alla condanna del terrorismo, volevano farci rinnegare le pratiche e le forme di lotta della classe operaia espresse nella sua storia, ed accettare incondizionatamente la loro politica collaborazionista. A questa rottura siamo giunti dopo lunghe discus¬ sioni con i vertici Firn che, provocatoriamente, ci hanno imposto la decisione. Questi licenziamenti non sono il prodotto di un capriccio di Agnelli, ma l'esigenza del capitale di eliminare la conflittualità, per imporre l'aumento della produttività che l'aggravarsi della crisi imperialista impone, facendo pagare alla classe operaia (con l'aumento dello sfruttamento, ristrutturazioni, licenziamenti) il tentativo di risolvere le contraddizioni insanabili del capitale stesso». Diventa cosi ufficiale il divorzio di una frangia operaia dalla linea del sindacato, anche se non è escluso che stamane (giorno limite fissato dal sindacato) qualche altro licenziato salti sul carro della Firn. La prossima settimana anche la Fismlc-Sida presenterà al giudice il ricorso contro il licenziamento di Gianfranco Mulas, l'operaio della «Mec< canica 2» di Miraflori, accusa to dall'azienda di aver deposi tato 'materiale incendiario in una zona pericolosa data la presenza di materiale infiammabile». Sul caso, lo abbiamo ampiamente illustrato su La Stampa di giovedì, anche la Firn aveva preso posizione contro la Fiat affermando che l'azienda era incorsa in un mgrave infortunio e si rifiutava d'ammetterlo». A Rivalta intanto, davanti al cancello 12, è rimasto solo Lido Rossi a continuare lo sciopero della fame: Carmelo Bandiera, l'ultimo operaio che era con lui dopo il ritiro di Jacones, ha rinunciato alla protesta su consiglio dei medici dopo che la pressione gli era scesa in modo preoccupante. La Firn provinciale e nazionale, al di là del condividere o meno la forma di lotta, ha dichiarato di «considerare con il massimo rispetto» l'iniziativa di questi lavoratori che «hanno inteso contribuire alla denuncia del grave attac¬ co repressivo Fiat». In attesa che tutta la vicenda imbocchi la strada giudiziaria, la Firn chiude la settimana sindacale con un appuntamento al Palasport. Questa sera alle 21 Darlo Fo presenta 'Storia della Tigre e altre storie» il cui incasso andrà a sostegno della «lotto contro i licenziamenti Fiat». f r. bu.

Persone citate: Agnelli, Carmelo Bandiera, Fo, Gianfranco Mulas, Lido Rossi

Luoghi citati: Rivalta