Replica la moglie d'un capo

Replica la moglie d'un capo Replica la moglie d'un capo Ancora un contributo al dibattito sulla difficile realtà all'interno della fabbrica. Dopo l'intervento, riportato ieri, di un delegato sindacale della Meccanica Mirafiori, ecco la lettera -di una semplice moglie di un capo-squadra» che volentieri pubblichiamo. Si riferisce alle dichiarazioni rese da alcuni dei 61 licenziati in un'assemblea nella sede di Lotta Continua. Chiedo scusa se mi permetto di rubare un minuto ai lettori ma, avendo letto un articolo su La Stampa del 13 u. s., non ho saputo resistere alla tentazione di rispondere alla rappresentanza di questi coraggiosi Uomini. Non ho tatto leggere al figli (di 14-16-20 anni) come la classe operaia giudica un capo che esegue il suo lavoro accanto a loro, per non suscitare in essi rancori verso una categoria di operai che senz'altro non rappresentano che un'esigua quantità e qualità e che si permettono di definire bastardi e serpi persone che, al contrario di loro, non possono definirli con gli stessi epiteti (anche perché la maggior parte di essi sono persone oneste, intelligenti e rispettose nei confronti di chi li rispetta). E questo perché il capo che si permettesse di farlo, si troverebbe azzoppato, nella migliore delle ipotesi. Al contrario, l'insulto ricevuto fa parte della nonnaie routine quotidiana nel reparto, se non si aderisce immediatamente a ciò che Loro impongono, con il beneplacito dei delegati che hanno pieno potere di azione. E questi Gentiluomini, quando sono riuniti, si sentono forti e ricordano un triste periodo in cui si verificava la stessa cosa. Quindi sputano, insultano, pestano, scalciano sentendosi padroni assoluti della Fiat. E chiamano servi del padrone i dipendenti che lavorano veramente, infischiandosene di arrecar danno alla collettività, che chiede soltanto di essere lasciata in pace. Mio padre, con 40 anni di Fiat, ricorda con rammarico le lotte più utili, più costruttive, con Compagni degni di questo nome. Ora sono di moda gli scioperi a catena, alcuni capiti e condivisi, molti subiti per paura dai più deboli. Con questi chiari di luna penso che molti avranno del rimpianti quando non potranno più usufruire di quella Cuccagna Eterna Mutua (•tanto c'è lo stipendio doppio del coniuge ottenuto alternando i mesi in cui si lavora effettivamente») e delle cure termali per superare le fatiche degli scioperi, all'insegna dell'ingordigia e del beffarsi del povero tapino che rusca per loro, sputandogli addosso. Scusate lo sfogo, ma giacché noi mogli, e siamo parecchie, sappiamo il pericolo che corriamo per I nostri cari, vogliamo almeno rispondere in tempo a questi Signori la cui viltà non ha limiti. Ci pensino un attimo quando si guardano allo specchio: vedono ancora un viso o piuttosto qualcosa di viscido, un coso indefinito, malforme, molto simile ad un verme? Chiedo ancora scusa per lo sfogo e mi auguro che La Stampa voglia pubblicare anche la mia lettera. Dal momento che tutti insultano la Fiat e dimenticano che, se non ci tosse, proprio loro non so dove Unirebbero. E con loro i capi, necessari per rendere il lavoro coordinato e attivo. Dei facinorosi molti ne farebbero volentieri a meno. Cordiali saluti da una semplice moglie, felice di esserlo, di un povero capo Fiat.

Persone citate: Compagni