«Il sindacato accetta troppi sconfinamenti nell'intimidazione» di Renzo Villare
«Il sindacato accetta troppi sconfinamenti nell'intimidazione» Parla Massacesi dell'Alfa Romeo «Il sindacato accetta troppi sconfinamenti nell'intimidazione» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Il licenziamento di quattro dipendenti dell'Alfa Romeo per eccessivo assenteismo pochi giorni dopo che la Fiat aveva adottato un analogo provvedimento (seppur con motivazioni molto diverse) per 61 dipendenti, ha avuto ripercussioni negative da parte dei sindacati: 'L'azienda ha preso una decisione unilaterale invece di fare un confronto serio», ha affermato un esponente dell'Flm. Nella vicenda si è poi inserita una incursione nella fabbrica di Arese delle Brigate rosse, le quali hanno minacciato che 'nessun licenziamento resterà impunito». Di questo clima di tensione nelle fabbriche che trova nell'industria automobilistica la punta più avanzata, abbiamo parlato con il presidente dell'Alfa Romeo. Ettore Massacesi, che è anche presidente dell'In terslnd. l'Associazione industriale delle aziende a partecipazione statale. L'Alfa Romeo ha deciso di allontanare quattro operai per eccessivo assenteismo. Perché? «Non c'è niente di nuovo in questo provvedimento e non ha nessun legame con quello adottato l'altra settimana dalla Fiat. £' da molto tempo, infatti, che i dipendenti Alfa Romeo, con un assenteismo molto elevato e caratterizzato da molte e brevi assenze, vengono in un primo tempo av-> ver viti verbalmente, quindi per iscritto, che il loro livello di assenze ha toccato punte insopportabili Se dopo questi avvertimenti non accade nulla che dia l'impressione, in un tempo abbastanza lungo, di un miglioramento, si può procedere al licenziamento». •Per correttezza diamo notizia al consiglio di fabbrica di questi "grandi assenteismi", ma ciò non implica che vogliamo coinvolgere il sindacato nelle nostre azioni. Se esso ritiene di fare un'azione di convincimento, la fa rispettando il proprio ruolo, se noi prendiamo provvedimenti lo facciamo perché il nostro ruolo è anche quello di chiedere il rispetto del contratto, di cui assumiamo tutta la responsabilità». Anche all'Alfa Romeo acca dono episodi di violenza ope raia di tipo Fiat? «£' avvenuto e avviene anche in Alfa Romeo che ci siano episodi di intimidazione non solo nei confronti dei dirigenti e dei capi, ma anche degli operai che dimostrano, in vario modo, di non condividere la linea di chi fa intimidazioni». Perché, secondo lei, si verificano simili episodi? •Nella società tutta intiera c'è un accentuato clima di violenza e intimidazione e questo non può non riprodursi in una fabbrica che è il luogo in cui i conflitti si manifestano con maggiore evidenza. Poi perché ci sono tre categorie di lavoratori- coloro che — e sono molti — considerano il lavoro un modo di tentare di realizzare la propria personalità; coloro che, invece, considerano il lavoro uno sgradevole mezzo per vivere e, dicono i più giovani, per divertirsi; infine coloro per i quali il lavoro è uno strumento da usare in negativo per distruggere il sistema. Il contrasto fra i primi da una parte, e i secondi e i terzi dall'altra, dà luogo alla intimidazione o addirittura alla violenza». Si è costretti ad assumere in base alle liste di collocamento. E* forse questo uno dei motivi non avendo più possibilità di scelta? •L'obbligo di ricorrere alle liste di collocamento risale a molto tempo addietro. E' vero che era stato usato con qualche discrezionalità, ma è anche vero che si è modificata la qualità degli iscritti alle liste di collocamento. In generale i più organizzati a iscriversi in queste liste nei luoghi e nei momenti opportuni sono proprio gli appartenenti alla seconda e terza categoria di cui ho parlato». Qual è, secondo lei, la posizione del sindacati sulla violenza in fabbrica? •La posizione ideologica — continua Massacesi —è certamente di lotta alla violenza ed è una posizione esercitata in Renzo Villare (Continua a pagina 2 in nona colonna)
Persone citate: Ettore Massacesi, Massacesi
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