«Restituire condizioni civili alla Fiat e a tutta la città»

«Restituire condizioni civili alla Fiat e a tutta la città» Il provvedimento discusso in Regione «Restituire condizioni civili alla Fiat e a tutta la città» L'eco delle 61 sospensioni Fiat è stata vasta nell'aula del Consiglio regionale che ieri mattina, sovvertendo l'ordine del giorno del suol lavori, ha messo in discussione subito questo argomento. Il ventaglio dei giudizi espressi dal vari gruppi politici è molto sfumato, ma la sostanza comune del discorso è questa: in fabbrica il clima è invivibile, le 61 lettere sono da ricollegare ad esso e alla violenza dell'attacco terroristico. Questo è portato «aite strutture produttive e agli uomini che le rappresentano cercando di esasperare tutti i rapporti interni nella più grande concentrazione industriale del nostro Paese-. Cosi ha detto 11 presidente, Sanlorenzo, aprendo il dibattito con una relazione nella quale fa comunque ampie riserve sul provvedimento che non precisa -gli addebiti contestati ad ogni singolo operaio-. Ha rivendicato alla Regione le numerose iniziative contro 11 terrorismo, concludendo: -Abbiamo fatto solo il nostro dovere. Ma quelli che più hanno responsabilità più devono assumerla con coraggio, precisione e nettezza. Lo Stato è uno, la magistratura non può avere doppioni. E allora chi ha fatti eversivi da segnalare li segnali alla magistratura-. La giunta, per bocca del suo presidente, Viglione. ha aderito a questa impostazione sottolineando: -Ogni violenza deve essere da noi combattuta e respinta, ma siamo preoccupati perché la procedura di licenziamento appena aperta potrebbe comportare un processo involutivo le cui conseguenze sono inimmaginabili. Attendiamo con fiducia — ha concluso — l'esito che la magistratura vorrà dare a questa vicenda». Poi hanno parlato tutti 1 capigruppo. Bianchi (de) ha ricordato il -contesto drammatico di assassina, intimidazioni, atti che scardinano i momenti essenziali della produzione» inquadrando in esso ii provvedimento che «é oggettivamente grave in una situazione gravissima-. Bianchi e la de non sottoscrivono la relazione di Sanlorenzo e «condannano il garantismo ipocrita che maschera la paura e che finisce per tutelare le licenze, da quelle minori a quelle criminali, che demoliscono e oscurano le libertà autentiche-. Conclude: -La gravità del momento pone a tutti alternative non eludibili; al sindacato prima di tutto, che deve pronunciarsi non tanto su .alcuni aspetti formali che attengono al processo 1111 i m i, 11 ' ! ' 111, u i m < : m i < 1111 < : ! 111111 > n 1111 < u 11 contrattuale, nìa sulle condizioni reali è gravissime nelle quali il provvedimento si colloca, traendone legittimazione morale. CI auguriamo che le motivazioni, necessariamente di carattere generale, trovino specificazione in seguito anche per il coraggio, la fermezza di tutti i protagonisti, lavoratori, sindacalisti, dirigenti, interessati a riportare l'azienda e la città a condizioni civili e vivibili.. Rossotto (uld): -Ieri dalla Fiat è partito un segnale e noi aspettiamo che si esca dalla genericità e si facciano chiare denunce. Il punto di riferimento è la magistratura-. Benzi (psdl): -E'dal 1943 che non accadeva più nulla del genere alla Fiat. Se i fatti denunciati sono al di fuori dell'ambito sindacale allora entri in campo la magistratura-. Beliamo (psi): -Vorrei che qualcuno ci spiegasse i motivi del provvedimento. Se si tratta di scarso rendimento, allora dovremmo licenziare anche i 500 deputati che non hanno partecipato al dibattito sulla fame nel mondo e anche molti di noi, assenti dal Consiglio e dalle commissioni. Se è legato alla violenza e al terrosimo allora ci siano precise denunce alla magistratura-. Marchini (pli): -Il provvedimento richiede una precisa assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche. La nostra risposta non può esaurirsi nella puntigliosa contestazione della genericità del documento, ma esige in primo luogo una presa d'atto realistica e responsabile della realtà nella fabbrica e nella società e delle insufficienti risposte e iniziative adottate dai pubblici poteri e dal sindacato-. Vaccarino (pri) collega le sospensioni al «clima di intimidazione che si estende dall'Interno della Fiat a tutto il Piemonte-. Aggiunge: -Le 61 lettere sono un fatto politico e noi dobbiamo dare una risposta politica. Mi auguro che le contestazioni siano supportate da fatti precisi.. Bontempi (pei): -Dobbiamo esigere motivazioni chiare.. La sua preoccupazione è per gli effetti politici che le 61 lettere potranno avere. Majortno (msl) ricorda il -clima di autentico terrore nell'ambito del quale sono stati presi l provvedimenti.. Commenta: -La Fiat doveva quindi decidersi a intervenire; nella voluta e curialescamente dosata genericità delle contesta-, zloni sono fin troppo trasparenti i fatti-reato posti a base dei provvedimenti stessi..

Persone citate: Benzi, Marchini, Rossotto, Sanlorenzo, Vaccarino, Viglione

Luoghi citati: Piemonte