I partiti: commenti e critiche

I partiti: commenti e critiche I partiti: commenti e critiche Continuano le reazioni di partiti e forze sociali per le 61 sospensioni alla Fiat. La federazione torinese di democrazia proletaria afferma che l'azienda -ha voluto dare un'impennata alla scelta repressiva e antioperaia», perché mi 61 licenziamenti vengono dopo la criminalizzazione del blocco delle merci e la repressione dei cabinisti della Verniciatura di Mirafiori-, Secondo dp, le motivazioni addotte dalla Fiat sono -quanto di più assurdo si possa pensare-, mentre si sono volute colpire -le avanguardie ed i delegati sindacali-, nell'intento di criminalizzare, agli occhi dell'opinione pubblica, la dura lotta della classe operaia «per la conquista di una condizione di lavoro più umana-. Per i segretari locali del pri. Galdolf i e Cerlini, «se la direzione aziendale ha raccolto elementi sufficienti a dimostrare la diretta responsabilità di questi 61 dipendenti per atti di violenza o di grave indisciplina, allora è più che comprensibile il ricorso alle procedure adottate-. Il pri invita sindacato e impresa a trovare -valide forme di colloquio» per ristabilire condizioni migliori di lavoro. Il gruppo de in Provincia «si dissocia nel modo più assoluto dal giudizio sommario ed affrettato del presidente Solvetti che, pregiudizialmente qualifica inaccettabili i provvedimenti annunciati dalla Fiat-. Secondo la de -la questione è delicata e complessa- e i provvedimenti assunti devono essere -supportati- da prove circostanziate. E' indubbio che le forze politiche e sindacali dovranno essere responsabilmente coerenti con le dichiarazioni rese fino a ieri nel favorire la ricostrituzione, specie alla Fiat, di un civile ed ordinato ambiente di lavoro nel quale deve essere perseguito ogni tipo di intimidazione e violenza, finora troppo agevolmente commessa ai danni di chi ha il solo torto di fare il proprio dovere-. Le Acli torinesi solidarizzano con i lavoratori in lotta e accusano la Fiat di «contribuire a rendere più confusa la situazione- in fabbrica già difficile per il terrorismo che sta tentando di giocare un ruolo determinante contro la classe operaia. Secondo le Acli «io Fiat non può sostituirsi alla magistratura: se ha le prove deve passarle agli organi competenti e non assumersi direttamente il ruolo di giudice, prescindendo cosi dagli ordinamenti democratici e costituzionali del nostro Paese-. Il movimento cristiano lavoratori chiede che si appuri -fino in fondo la verità nell'intricata vicenda- e respinge -il metodo adottato dalla Fiat perché non responsabilizza le parti sociali, semmai le pone come controparti a danno di tutti i lavoratori-. Il movimento afferma che «non è con atti arbitrari o unilaterali che si combattono le forze ever¬ sive, contrarie agli stessi interessi della classe lavoratrice-. La segreteria nazionale del pdup considera i 61 licenziamenti «un atto grave e antisindacale-, mentre rileva che la motivazione -è tanto generica da far pensare ad un esplicito tentativo della Fiat di ergersi a giudice dei comportamenti operai-. Il pdup denuncia la •politica antioperaia- della Fiat (che raramente si era spinta cosi avanti-) e ricorda che il pericolo grave dell'iniziativa è di -aprire una strada per un nuovo arretramento dei rapporti di forza tra classe operaia e padronato-. I parlamentari del pdup ieri hanno presentato un'interrogazione urgente ai ministri del Lavoro e della Giustizia chiedendo, fra l'altro, un intervento -che concorra a ristabilire una corretta dialettica nella conflittualità di fabbrica». La segreterìa regionale radicale denuncia «ii clima di terrore, di sospetto, di caccia alle streghe che si vuole instaurare a Torino-. Aggiunge che, se non ci sono prove, -è vero e proprio terrorismo ideologico scatenare sul posto di lavoro meccanismi di sospetto, di delazione, di terrore-. Secondo i radicali, se oggi la Fiat ha potuto agire cosi -è perché la sinistra storica, i vertici pei e psi, il sindacato hanno troppe volte avallato e difeso la legge Reale, i reati d'opinione e sindacali tuttora in vigore, le leggi speciali, i questionari antiterrorismo-.

Persone citate: Cerlini, Solvetti

Luoghi citati: Torino