I sindacati hanno chiesto di Gian Carlo Fossi

I sindacati hanno chiesto I sindacati hanno chiesto (Segue dalla l'pagina) da Lama e Benvenuto (Camiti, impegnato in incontri esterni, è giunto quasi alla fine). Marini, Delpiano e Garavini, presenti tutti i dirigenti sindacali regionali e provinciali giunti in mattinata da Torino. • Le contestazioni rivolte dalla Fiat ai 61 lavoratori — precisa una breve nota letta da Gara vini — sono talmente generiche da costituire atto del tutto unilaterale e quindi sono inaccettabili come motivo di licenziamento, a termine di contratto e di legge sui licenziamenti. La Fiat, infatti, deve essere impegnata a indicare i fatti addebitati ai singoli lavoratori e che pone a base del licenziamento, nella procedura sindacale come in eventuali procedure giudiziali-. La nota aggiunge: «Dunque, le contestazioni non possono tradursi in licenziamenti, che non possono essere immotivati-. Quando Lama e Benvenuto hanno cominciato la conferenza stampa da poco era arrivato al centro unitario di via Sicilia un «dispaccio» di agen zia contenente il comunicato diffuso a Torino dalla Fiat, immediatamente seguito da segnalazioni sulla decisione dell'azienda torinese di sospendere tutte le assunzioni. -Bisogna partire — ha detto Lama — da un punto preciso, che è decisivo: quello della inflessibilità della nostra lotta contro il terrorismo. E'difficile accusare di debolezza il sindacato su questo terreno. Certo, ha proseguito il segretario generale della Cgil. le lotte non sono tutte eguali e in alcuni periodi c'è particolare tensione: ma. in ogni caso, -anche quando la tensione è molto forte, noi respingiamo senza esitazione alcuna il ricorso alla violenza: abbiamo un nostro modo di condurre la lotta sindacale che esclude tassativamente l'utilizzazione di mezzi violenti e, per questo, non abbiamo mai difeso né difendiamo i violenti-. Dopo questa premessa contro il terrorismo e la violenza. Lama ha affrontato il problema dei licenziamenti, definendo -inaccettabile- il modo con il quale sono stati presentati i provvedimenti dalla Fiat. -L'azienda — ha sottolineato — non infoca dei fatti, ma solo degli articoli del contratto. Noi vogliamo conoscere i fatti e le ragioni, anche perché non vogliamo difendere dei colpevoli. La Fiat deve dire il perché, in modo die il sindacato non sia costretto a difendere anche chi non deve essere difeso-. Lama ha. quindi, indicato tre ragioni che avrebbero indotto la Fiat ad assumere i provvedimenti: 1) «in parte c'è il tentativo di isolare il terrorismo-: 2) «poi c'è il tentativo di ridurre la conflittualità, ridimensionando il potere del sindacato in fabbrica-; 3)«tnfine, c'è una situazione di sgomento e di paura dei capi della Fiat, che noi valutiamo come un fatto estremamente preoccupante: per questo è anche nostro l'obiettivo di ripristinare un rapporto civile tra capi, sindacato e lavoratori. Quando i rapporti tra capi e lavoratori diventano di terrore, si determina una situazione di lacerazione profonda che rende quanto mai precaria l'attività produttiva. I capi debbono cercare nel movimento sindacale un appoggio, il sindacato deve dissipare la paura. Se questo problema grosso non verrà risolto, le conseguenze saranno gravi: i capi migliori se ne andranno, resteranno i peggiori anche sotto il profilo del rapporto con i lavoratori. Si avrà cosi un ulteriore inasprimento della tensione-. Benvenuto ha, invece, contestato alla Fiat di non aver mantenuto l'impegno preso recentemente di avviare un confronto con il sindacato sul terrorismo e di -voler tirare fuori delle prove sui 61 dipendenti solo quando ci sarà il processo del lavoro: noi chiediamo subito queste prove, perché se ci sono dei fatti noi non intendiamo coprirli-. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Delpiano, Garavini, Lama

Luoghi citati: Torino