In Consiglio il sindaco: «Non basta fare accuse generiche e licenziare»

In Consiglio il sindaco: «Non basta fare accuse generiche e licenziare» In Consiglio il sindaco: «Non basta fare accuse generiche e licenziare» La notizia dei 61 licenziamenti alla Fiat è arrivata a Palazzo civico come un fulmine ed ha sconvolto il calendario di una seduta di Consiglio comunale che doveva scorrere senza eccessivi sussulti. Lo «scossone, è stato dato verso le 15; immediatamente le forze politiche sono entrate in pressione. Alle 16 il sindaco ha riunito i capigruppo nel suo ufficio, ed il dibattito successivo, nella sala rossa, si è spostato dall'ordinaria amministrazione ai problemi del terrorismo, della violenza in citta, ai temi che coinvolgono il lavoro di Torino, alla Fiat. In apertura di seduta Novelli ha letto un testo concordato con la giunta. Ha affermato di essere venuto a conoscenza dei licenziamenti da poco ed ha aggiunto: «/{ testo della lettera con la quale viene motivato il grave provvedimento lascia sconcertati per la genericità delle contestazioni rapportate alla gravi tàdel provvedimento -. -A nome della giunta — ha concluso Novelli — dichiaro che il metodo scelto non può essere accettato, poiché ci troviamo in assenza di addebiti chiari e specifici che consentano una precisa valutazione dei fatti'. Dall'indipendente Capello è giunta invece una nota critica alla dichiarazione di Novelli: "Dal sindaco — ha detto — vorremmo anche una parola di dubbio e di condanna verso le organizzazioni sindacali, quando difendono i licenziati senza sapere che cosa c'è dietro al provvedi mento-. -E'inutile— haconclu so Capello — fare processioni al muro del pianto, chiedere l'intervento del governo, se poi non si fa chiarezza in casa propria'. A parere del liberale Dondona sarà la magistratura del lavoro («investita sicuramente del problema-) che -dovrà chiarire se i licenziamenti siano giusti o meno. Siamo però in una situazione insostenibile. Occorre chiarezza Per il capogruppo psi Cardetti -siamo di fronte ad un licenziamento collettivo che ha motivazioni estremamente generiche: Cardetti ha inoltre parlato di -metodo scorretto- da parte del¬ la Fiat: -Poiché se per i licenziati vi sono addebiti tali da giustificare il provvedimento, devono essere resi noti in primo luogo alla magistratura-. Anche a giudizio del de Revelli «non si può che concordare con le parole del sindaco. Mi auguro — ha aggiunto il consigliere de — non dì siano reazioni a catena. Viviamo un momento estremamente difficile ed aggiungervi elementi conflittuali tanto pesanti, come queste 61 lettere di licenziamento, può risultare pericoloso-. Il segretario del pei Gianotti ha ricordato l'esempio di Rossa, il quale denunciò quanto sapeva, «e per questo suo coraggio, ha pagato con la vita-. Al termine del dibattito il sindaco ha replicato soprattutto al¬ l'indipendente Capello. -La polemica — ha detto —, su temi come l'attuale, non fa altro che aggravare una situazione già tesa. Rispondendo a Capello intendo rispondere a quanti hanno reso note le loro emozioni (mi riferi sco ai dirigenti Fiat) sui giorno li: non abbiamo mai "pianto nei confronti di Roma; al gover no abbiamo semplicemente chiesto di assumersi la propria responsabilità, soprattutto per Torino, investita più di altre città dall'ondata eversiva-. Ha concluso: «Ma di terrorismo non ho discusso solo qui: ne ho parlato anche nelle assemblee di fabbrica. Ho sempre detto con chiarezza che se vi sono responsabilità, vanno individua te e colpi te ». Giuseppe Sangiorgio