Una scelta che pesa

Una scelta che pesa Una scelta che pesa La Fiat si è assunta una grande responsabilità, ma pone di fron te alle loro responsabilità governo, partiti, sindacati e quanti credono nella democrazia. Il provvedimento può essere interpretato come un atto di autodifesa e di sfiducia nelle pubbliche istituzioni. Ad ogni episodio di violenza si è sempre risposto con parole di sdegno per gli autori, di solidarietà con le vittime, di partecipazione al dolore dei parenti. Un rituale che a poco a poco si è svuotato di significati e che ha finito per denunciare impotenza. Si è fatto appello anche a Roma e si è ottenuta la promessa di nuove forze di polizia. Ma questo non basta e poi sarebbe un errore far di Torino una città quasi in stato di assedio: significherebbe un'altra vittoria per gli eversori. Torino è città di frontiera anche per il terrorismo e la violenza teppistica: è la più colpita, come ha ricordato il ministro dell'Interno Rognoni. Sinora si è deplorato molto, adesso è opportuno che si agisca con calma e con fermezza, sema lasciarsi prendere dall'improvvisazione o dall'emotività, ma senza cedere alla paura: ciascuno affronti il problema, per la parte che gli compete, preoccupandosi soltanto del bene generale e non ostinandosi a difendere interessi particolari. Il sindacato come prima reazione ha riconosciuto il lungo momento drammatico che Torino sta vivendo, ma ha protestato per la genericità delle accuse che la Fiat addebita ai 61 sospesi. Va sottolineato che nelle lettere non si parla di terrorismo, si indicano .comportamenti incompatibili con la civile convivenza». Gli addebiti si riferiscono alla condotta nel luogo di lavoro, alle gravi offese, alle intimidazioni, alle minacce in conseguenza delle quali .nella fabbrica non si vive più». C'è da sperare che l'obiettivo comune della lotta alla violenza trovi realmente unite tutte le componenti sociali. Infinite discussioni si accenderanno, anzi si sono già accese attorno a un'iniziativa che, in quanto inaspettata, è anche più traumatica. Ma una cosa è certa: indicando i possibili responsabili di comportamento incivile, non si vuole e non si può criminalizzare i lavoratori; ma soltanto difenderli da una minoranza faziosa che ha contato finora sull'impunità.

Persone citate: Rognoni

Luoghi citati: Roma, Torino