Una sorpresa chiamata Pistoiese

Una sorpresa chiamata Pistoiese Una sorpresa chiamata Pistoiese La squadra toscana è ('«outsider» del torneo - L'ascesa dalla serie D, sotto la spinta di un presidente entusiasta, è stata rapida - Un tecnico moderno e alcuni giocatori esperti come Frustalupi alla base del miracolo attuale DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PISTOIA — Pistoia ha meno di centomila abitanti, ma tolti i bimbi in età prescolare e qualche nonno in età proprio avanzata, nessuno è scampato almeno una volta nell'anno a salir le rampe del vecchio stadio. Diecimila spettatori mediamente nell'arco delle ultime due stagioni, una campagna acquisti (pochi) e vendite (molte) conclusa con oltre mezzo miliardo di margine, un bilancio che non necessiterà dei prestiti così intensamente sollecitati da Franchi la Pistoiese ha acquisito nel corso della stagione un ruolo di protagonista anche sportiva ed ora, a quattro giornate dalla fine del campionato di serie B, è impegnata, da autentico outsider, nella lotta per la promozione. «Per Pistola il calcio è una gran cosa —dice il sindaco Renzo Bordelli comunista a capo di una giunta da sempre rossa — perché non abbiamo molto da offrire ai cittadini. Si vive in provincia, meglio che altrove magari, ma 11 calcio è un modo, forse il modo, per combattere la noia». Bordelli è un sostenitore della squadra ed è amico di Marcello Meloni l'inventore di questo fenomeno calcistico di recente invenzione. A Meloni il sindaco ha promesso l'ampliamento del vecchio stadio, che è campo polisportivo d'anteguerra, per' portare la capienza dai 18 mila posti pressati di adesso a 30 mila reali Ovviamente la condizione indispensabile è la promozione, ma nemmeno si pensa ad una' eventualità diversa in questi giorni di euforia. Si parla di calcio dappertutto, della partita di oggi ma anche dì quelle passate, della squadra e della società soprattutto, e sono in cento disposti a raccontarti i con qualche graffio tipicamente, toscano, la storia giovane di questo club che con alcune avventure sta rispettando in pieno la tabella di marcia promessa da Metani al momento dell'entrata alla presidenza della società. «Il faraone ci disse che in cinque anni avremmo visto le grandi squadre di serie A sul nostro campo. S'era nella D, noi, allora, e sembravan cose da grulli. Invece, guarda un poco, ci stiamo proprio arrivando». Moreno Fiaschi commercia in tessuti è un emigrato del tifo dalla vicina Prato, abbastanza addentro alle segrete cose da ricordare appunto quel soprannome che Meloni' si beccò proprio all'inizio della sua gestione a causa del suo proclamar trionfi ad ogni istante. Meloni è un pistoiese emigrato nel '50 a Torino, dove in venticinque anni era riuscito a metter in piedi un'importante attività nel settore dei petroli. Il ruolo di imprenditore trasformato in capitalista puro probabilmente non gli è mai piaciuto, e con coerenza da socialista militante, nei primi Anni Settanta, Meloni è tornato in patria, cioè in Toscana, vendendo a poco a poco tutte le attività a Torino per acquista¬ le una tenuta agricola, subito trasformata in un impianto modello a Valdinievole. Assieme alla tenuta è nata anche la squadra di calcio del Valdinievole, portata al ritmo di una promo-\ «rione all'anno dalla Seconda Categoria alla serie D. Siamo nel '74 e a Metani viene offerta un'altra squadra che milita nella stessa serie, ma che si chiama Pistoiese. Il Valdinievole viene lasciato al suo destino (il patrimonio giocatori e beni è stato fuso con il Monsummano) ed è tempo di proclami Al primo anno, con Baltacci allenatore, la squadra sale in C, poi dopo una stagione di assestamento è Boichi che le fa compiere il salto in B. Una nuova pausa, con parecchie ansie nell'evitare la retrocessione, ed eccoci all'anno in corso. Dalla stagione passata, la squadra è stata rivoluzionata con una campagna acquisti con-' dotta da Claudio Nassi, ex giornalista e general manager ormai affermato, in modo perlomeno avventuroso. Dei vecchi titolari' sono rimasti soltanto Frustalupi Burgo e Di Chiara, oltre a Lido Vieri che però è andato in campo ogni domenica per sedere in panchina, chiuso da Moscatelli portiere rivelazione. Con Moscatelli sono arrivati dal Cesena Rognoni Lombardo eJBit- tote, dal Cagliari Capuzzo e Villa e la rosa è stata completata con giocatori provenienti dalle serie minori Riccomini tecnico moderno e ben preparato, ha puntato sull'esperienza di tutti o quasi e ha dato a ciascuno un compito magari diverso da quello usuale (Bittolo libero, ad esempio) ma ben preciso, ottenendo in cambio un rendimento eccezionale. L'incontro di oggi è difficile perché l'Udinese capolista ha classe, anche se non ha bisogno disperato di punti, poi verrà la gara col Genoa pericolante, e quindi i confronti diretti con Pescara e Monza. «Qualunque sarà 11 risultato finale, 1 giocatori meritano un grande applauso — dice Enzo Riccomini —, hanno dato la loro parte e vedrete che riusciranno a far bene anche In quest'ultimo mese». Se Riccomini ha ragione, la serie A troverà una squadra quasi inedita, comparsa una volta per caso, esattamente cinquantanni fa. Giorgio Viglino