La Roma al tappeto: 1-3

La Roma al tappeto: 1-3 Débàcle per le squadre romane sconfitte in casa e in trasferta, sette gol al passivo' La Roma al tappeto: 1-3 I giallorossi, lenti e distratti, hanno dovuto cedere le armi contro un Catanzaro in grande vena - Tripletta di Palanca - Anzalone: «Qualcuno si è montato la testa» Roma 1 Catanzaro 3 ROMA: Conti; Chlnellato, Rocca; De Nadal, Spinosi (46' Ugolotti). Santarlnl; Borelli, DI Bartolomei. Pruzzo, De Sisti, Glovannelll. CATANZARO: Mattollnl; Ranieri, Zanlnl; Menlchinl, Groppi, Nlcollnl; Braglia (78' Sabadlnl), Orazl, Rossi, Improla, Palanca. Arbitro: Reggiani. Reti: Palanca al 6', al 43' e al 69'; DI Bartolomei, su rigore, al 22'. ROMA — Clamoroso capitombolo allo stadio olimpico della Roma, sconfitta senza attenuanti da un Catanzaro che ha concretizzato il legittimo successo con il suo cannoniere Palanca, autore di una tripletta. I giallorossi, dopo aver pareggiato la prima rete degli ospiti su calcio di rigore battuto da Di Bartolomei, (atterramento di Rocca in area da parte di Ranieri) hanno sperato nella seconda parte del primo tempo di poter rimettere in sesto una situazione che tuttavia era apparsa compromessa fin dalle battute iniziali. L'impressione nagativa scaturita non tanto dal gol al passivo (siglato al 6' minuto da Palanca con un tiro calibrato al millimetro direttamente dalla bandierina del calcio d'angolo), quanto dalla condotta dei romanisti distratti, svogliati, disposti in campo con una tattica sbagliata che prevedeva l'impiego di una sola punta (Pruzzo) al quale si affiancava spesso Di Bartolomei in posizione avanzata. Imbottita di centrocampisti, la Roma stentava ad arrivare nell'area avversaria con troppi passaggi lenti e scontati, che consentivano alla difesa del Catanzaro, pur non eccezionale, di organizzarsi e chiudere efficacemente i varchi. Di natura assai diversi ii ritmo e l'impostazione degli uomini di Mazzone. La compagine calabrese si taceva ammirare per i suoi schemi razionali in cui spiccava un centro campo nettamente superiore impostato sul «motorino» Nicolini, (il migliore in campo). Orazi che spaziava coprendo una vastissima zona. Impiota, geniale nei suoi suggerimenti, Braglia per il lavoro oscuro ma assai valido. Zanini con inserimenti a sorpresa. Questi uomini costituivano un perfetto trampolino di lancio per gli affondi delle due punte Palanca e Rossi i quali riuscivano spesso a mettere in seria difficoltà i rispettivi avversari Chinellato e Spinosi. Specialmente l'ex juventino, che rientrava dopo due giornate di squalifica dopo aver scatenata una polemica piuttosto vivace per l'esclusione di Pecce- nini, «ballava» paurosamente contro un avversario piccolo e scattante come Rossi. Alla fine del primo tempo lo stesso Spinosi chiedeva a Valcareggi di essere sostituito. Il trainer poteva così schierare la punta Ugolotti, ma il tono della partita romanista rimaneva inchiodato sulla più squallida mediocrità. Bloccato lo statico Pruzzo da Groppi, la Roma si era affidata nel primo tempo alla generosità di Rocca che non essendo marcato strettamente, si impegnava spesso nelle sue generose sortite sulle fasce laterali, portando lo scompiglio nella retroguardia calabrese in cui giocavano, sorretti da toni agonistici piuttosto accesi, i due «ex» giallorossi Ranieri e Menichini. Dai piedi di Rocca partivano, infatti, i cross più insidiosi. La sua spinta galvanizzava anche una ventina di minuti i compagni alla disperata ricerca del secondo gol contro il Catanzaro che aveva accusato in parte il pareggio incassato su calcio dal dischetto. Ma a due minuti dal riposo Spinosi, incappato in una giornata decisamente sfortunata, in posizione di tutta tranquillità passava all'indietro, verso Conti, un pallone troppo corto. Palanca si infilava come un folletto nel dialogo sbagliato fra i due difensori giallorossi e sparava al volo centrando l'incrocio dei pali. Non era finita. Quando riprendevano le ostilità, Chinellato andava su Rossi, e Palanca veniva affidato a Rocca. Quest'ultima mossa doveva rivelarsi l'ennesimo errore commesso dalla panchina romanista. Costretto a marcare la punta più insidiosa del Catanzaro. Rocca doveva limitare le avanzate che avevano costituito uno dei pochi aspetti positivi della manovra romanista. Tuttavia la squadra di Valcareggi, punta nell'orgoglio dal grido di «serie B» che pioveva dalla curva Nord dove erano assiepati numerosi tifosi del Catanzaro, tentava di reagire anche se le sue iniziative apparivano caotiche, sovrastate dal nervosismo. Fallivano il bersaglio Di Bartolomei. Santarini. Ugolotti. Pruzzo. mentre il Catanzaro era sempre in agguato con il suo lucido contropiede che al 69' colpiva per la terza volta: Zanini crossava lungo verso Palanca, lasciato solo da Rocca sfiancato fra la marcatura e l'aiuto ai compagni d'attacco. Il n. 11 calabrese si lanciava verso l'area giallorossa e mentre Conti usciva per chiudergli lo specchio della porta, insaccava con un rasoterra. Al 74' la Roma rimaneva anche in dieci per l'espulsione di Santarini causata da un fallo di reazione. Quattro minuti più tardi Nicolini centrava il palo a coronamento della trionfale giornata calabrese. I tre gol del Catanzaro, a voler sottilizzare, sono venuti tutti per la distrazione dei romanisti. Però, sul piano del gioco, hanno costituito l'esatta differenza emersa fra le due squadre. «£' la prima volta che segno tre gol in serie A —ha dichiarato euforicamente Palanca negli spogliatoi — voglio bene al Catanzaro, ma .spero che qualche grosso club incominci a prendermi in considerazione». All'entusiasmo del goleador calabrese, ha fatto eco. con tono ovviamente diverso, una dichiarazione del presidente Anzalone che ha lanciato una pesante accusa verso alcuni giocatori della sua squadra: «Qualcuno si è montato la testa. Quattordici giorni di gloria possono far male in una città come Roma». Mario Bianchini Sm i muni vsmm ìmammsmmx *s* * jiiwhwwiihu « ■■■ • Sm ii ii munii jvsmmz ìmammsmmxn. *s* * jiiwhwwiiihu « ■■■ i • orna. Palanca esultante dopo aver segnato il secondo dei suoi 3 gol