Tra Catanzaro e Napoli derby all'insegna della noia

Tra Catanzaro e Napoli derby all'insegna della noia Tra Catanzaro e Napoli derby all'insegna della noia In pratica le due squadre non sono riuscite a creare una vera occasione da rete -1 calabresi hanno attaccato per un quarto d'ora, accettano poi il gioco rinunciatario dei partenopei - Pessima partita di Savoldi, troppo solo in avanti; il migliore è stato Castellini Catanzaro Napoli 0 0 CATANZARO: Mattollni; Sabadlni, Ranieri; Turone, Menlchinl, Zanlnl; Nlcolini, Orazi, Rossi (62' Braglla), Improta, Palanca. NAPOLI: Castellini; Catellanl, Tesser (75' Antonlazzi); Caporale, Ferrarlo, Valente; Vlnazzanl, Majo, Savoldi, Capone, Filippi. Arbitro: Longhl. CATANZARO — Derby fiacco, alla camomilla, senza spari, uno spettacolo mediocre che ha confermato la crisi di gioco delle due squadre incapaci di esprimersi a livelli accettabili. Se si eccettuano i primi 15 minuti di gioco nel corso dei quali Castellini è stato chiamato in causa due volte, da Palanca al 10' e da Nicolini al 12', per tutto l'arco della gara non c'è stato alcun tiro in porta. Sia il Catanzaro che il Napoli erano già reduci da insuccessi. La squadra calabrese aveva preso quattro gol a Milano contro la capolista; quella partenopea aveva perso a tavolino i due punti del derby con la Lazio a causa del noto deprecabile fattaccio. S'è quindi visto subito che entrambe le squadre avevano paura di perdere per cui hanno impostato la gara rafforzando gli argini a centrocampo. Il Catanzaro ha ripresentato Rossi e Palanca, ma è stata sotto molti aspetti la peggiore partita giocata da entrambi i goleador. Difatti mentre Palanca ha effettuato un solo tiro in porta — sia pure da posizione impossibile — impegnando severamente Castellini costretto a salvarsi in angolo, Rossi ha fallito ' clamorosamente almeno due palle gol cincischiando in area di rigore partenopea, tanto che nell'ultima mezz'ora di gioco, perdurando la precarietà di rendimento, l'allenatore Mazzone si è visto costretto a mettere in campo una mezza punta, Braglia, per evitare al centravanti di essere beccato dal pubblico. In «panne» Palanca e fuori fase Rossi la prima linea del Catanzaro ha vissuto, sia pure soltanto a tratti, sulla lucidità di Improta e sulla caparbietà di Nicolini, gli unici ad emergere dal grigiore generale. A centrocampo Orazi non sempre ha tenuto il ritmo mentre Zanini ha giocato a fasi alterne compiendo però anche cose apprezzabili. Nelle retrovie continua il periodo di sfasamento del pacchetto difensivo tant'è che spesso Manichini e Turone si sono contesi gli stessi palloni e devono senz'altro all'opaca prestazione di Savoldi, completamente nullo, e degli altri attaccanti, dimostratisi abulici e senza mordente, se non si sono aperte grosse e pericolose falle nei pressi di Mattolini. C'è stato anche molto nervosismo dovuto in massima parte all'incapacità di alcuni giocatori di esprimere un rendimento accettabile tant'è che sono finiti sul taccuino dell'arbitro per inutili falli sia Ranieri che Turone. L'unico che è indenne da critiche è Mattolini il quale però in 90 minuti non ha toccato un solo pallone. Quindi un Catanzaro che è apparso con le idee confuse e che ha confermato di essere in crisi non tanto con la classifica quanto col gioco. Le preoccupazioni naturalmente riflettono la scarsa tenuta del pacchetto difensivo e la confusione esistente a centrocampo per cui Mazzone dovrà riordinare le fila soprattutto alla vigilia dell'incontro di Torino per non sciupare ciò che il Catanzaro è riuscito a ottenere nella prima parte del campionato. Certo sarà un compito arduo per Sabadini e compagni il confronto con Graziani e soci, specie se dovessero sviluppare lo stesso gioco messo in mostra contro il Napoli, che non ha influito sul risultato odierno principalmente per la fragilità delle punte partenopee. Il Napoli evidentemente ha temuto più del previsto il derby con il Catanzaro, forse anche perché non convinto di poter esprimere un gioco di chiara marca offensiva. Indubbiamente il primo quarto d'ora di gioco del Catanzaro, che ha avuto per protagonista Castellini, ha convinto Vinicio a operare con la massima cautela per non correre grossi rischi, tant'è che il Napoli in fase offensiva non si è mai proiettato con determinazione. Savoldi si è venuto così a trovare spesso solo in avanti con pochissimi palloni da giocare. Naturalmente il precario stato di forma del goleador partenopeo ha accentuato i disagi rendendo ancor più appariscente il negativo rendimento. L'innesto .di Capone ha offerto ben poco al gioco offensivo partenopeo anche perché raramente ha potuto fare da spalla a Savoldi. Lo si è infatti visto inizialmente in fase di alleggerimento mentre nella ripresa poche volte ha superato la metà campo. Molto fumo e poco arrosto il rendimento di Filippi il quale, se si eccettuano alcune serpentine (che hanno pero visto il giocatore proiettato quasi sempre sulla stessa rotta quindi facilmente intercettabile), soltanto in un paio di occasioni ha operato dei cross in area per la testa di Savoldi. Ma quest'ultimo, impelagato nella rete giallorossa, non è mai riuscito a trovarsi all'appuntamento. Si è trattato comunque di una prestazione senz'altro condizionata dal gioco chiuso del Napoli che non ha consentito a Filippi di esprimersi in modo diverso. Per il Napoli non sono esistiti problemi a centrocampo in quanto Vinicio ha imbottito la zona centrale con Vinazzani e Maio lasciando a Valente il compito del tappabuchi Dopo il 12' il Catanzaro in fase offensiva non si è più visto con. pericolosità. Per cui la saldatura disposta dal tecnico partenopeo a centrocampo ha resistito forse anche perché non ha subito martellamento ed è stata tenuta soltanto in un ipotizzato stato di allarme. Quindi lavoro di ordinaria amministrazione con un controllo assiduo e costante dell'area di rigore peraltro ben gestita dall'esperto Caporale in stretta collaborazione con Ferrarlo. Castellini, il migliore dei partenopei, ha chiuso la porta con intnlligenza' ed intuito all'inizio; quando cioè i pericoli sembravano avere una certa consistenza. Poi non ha avuto più la possibilità di esperimersi perché Palanca e Rossi non gliel'hanno offerta. Il pareggio tutto sommato alla fine ha trovato contenti e soddisfatti soprattutto i due tecnici. E forse sono anche giustificati tenendo conto che ad entrambi necessitava non perdere per la classifica ma soprattutto per il morale, specie dopo le ultime disavventure. Gerardo Gambardella