Nobili: «Giù le mani dalla Indesit»
Nobili: «Giù le mani dalla Indesit» L'amministratore delegato accenna a voci su certe manovre Nobili: «Giù le mani dalla Indesit» TORINO — Una recente indagine di mercato (limitata all'Europa) stabilisce che per i prossimi anni la richiesta di elettrodomestici non supererà i 30-31 milioni di «pezzi», contro un'offerta potenziale pari a 35-36 milioni. Come risolvere il problema? Risponde l'amministratore delegata dell'Indesit, dott. Mario Nobili: «Mi sembra troppo semplicistica l'ipotesi ventilata nei giorni scorsi di chiudere delle aziende in Italia per "tagliare" la produzione. A parte che nessuno è profeta e che gusti, esigenze e innovazioni tecnologiche possono facilmente mutare le prospettive di sviluppo, sono d'accordo sul fatto che è inutile sprecare denaro pubblico per mantenere in vita imprese decotte, purché siano veramente tali». In Italia vi sono 5 grandi produttori di elettrodomestici: Zanussi, Indesit, Philips Ignis, Candy, Ariston. Ognuna ha un proprio mercato, interno o estero, ed un'immagine •conquistata con sacrifici e un lavoro di anni». Alcune di esse producono apparecchi destinati all'esportazione, come ad esempio la Zanussi per la Germania, a 'prezzi non remunerativi» e senza marchio. »Non sarebbe giusto — si chiede Nobili —eliminare per primi questi pezzi?». Riferendosi poi alla sua azienda, in «crisi temporanea, per precedenti errori manageriali, l'amministratore delegato dell'Indesit aggiunge: 'Noi non abbiamo mai chiesto alla Zanussi o al governo o ad altri di risolvere le nostre difficoltà. Riteniamo di poterlo fare con i nostri mezzi, con la fiducia che riusciamo giorno dopo giorno a riconquistare nei confronti dei creditori e delle banche». Prosegue Nobili: «Non abbiamo neppure sollecitato finanziamenti al governo come le Smalterie Veronesi (42 miliardi) e la Ducati elettronica (decine di miliardi), consociate alla Zanussi, per mantenere i livelli occupazionali Si sono anche diffuse strane voci sul presunto acquisto, da parte dei maggiori concorrenti dell'Indesit, dei crediti di nostri fornitori Questo potrebbe significare interesse verso l'Indesit, verso la sua capacità produttiva. Vi sono tuttavia altre voci secondo le quali vi sarebbero promesse, nel caso che i fornitori-creditori si opponessero all'amministrazione controllata, di saldare per intero i debiti. Questo non ci pare corretto. Io credo che si tratti di semplici illazioni, senza fondamento-. Pino ad ora il ministro dell'Industria non ha ricevuto l'amministratore delegato Indesit per discutere le prospettive dell'azienda, »ma — sottolinea Nobili — siamo certi che un incontro ci verrà concesso a breve termine. Per allora saremo in grado di presentare qualcosa in più di semplici velleità». In effetti è stata chiesta la collaborazione di società di consulenza per le ricerche di marketing e di organizzazione interna, per snellire e svecchiare un sistema di conduzione arcaica, di tipo paternalistico, nel tentativo di rendere trasparente una « torre di avorio», di ridare credibilità ad una struttura avanzata tecnologicamente. Il riscontro della validità di questa nuova politica manageriale, secondo Nobili, è costante, quasi giornaliero, per la mole degli ordini che giungono da tutto il mondo. Afferma il vicedirettore, dott. Manassero: -Stiamo bruciando le tappe. Abbiamo anticipato i piani di ripresa, gli incrementi di produzione superano le migliori ipotesi». 'La volontà — conclude Nobili — è di continuare su questa strada, di realizzare quanto stabilito. Non credano i nostri concorrenti di poter facilmente mettere le mani sull'Indesit». Carlo Novara
Persone citate: Carlo Novara, Manassero, Mario Nobili, Philips Ignis, Zanussi
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