Indesit: si va verso una soluzione ma restano ancora molte incognite

Indesit: si va verso una soluzione ma restano ancora molte incognite Sindacati e azienda trattano per la ripresa del lavoro Indesit: si va verso una soluzione ma restano ancora molte incognite TORINO — Oggi pomeriggio all'Unione Industriale di Torino direzione della Indesit e Federazione metalmeccanici si incontrano per discutere tempi e modi della ripresa parziale del lavoro. Contemporaneamente una riunione analoga si svolgerà a Caserta per gli stabilimenti di Teverola. Il rientro in fabbrica di una parte dei circa 12 mila operai e impiegati dovrebbe avvenire entro il 15 ottobre. Il piano messo a punto dall'azienda, e comunicato venerdì nel corso della riunione svoltasi a Roma alla presenza del ministro Foschi, prevede la ripresa dell'attività su un unico turno allo stabilimento «due» di None con 190 operai e 23 impiegati a settimane alterne, una di lavoro l'altra di cassa integrazione; saranno prodotte 430 lavatrici il giorno. Lo stabilimento «sette» riprenderà a produrre con le stesse modalità 215 lavastoviglie il giorno, con 120 operai e 23 impiegati. Lo stabilimento «cinque» produrrà componenti per lavatrici e lavastoviglie con il rientro di 411 persone. Agli stabilimenti di Teverola la produzione riprenderà con 765 persone che costruiranno frigoriferi e compressori. Una seconda parte del piano di ripresa produttiva prevede, poi, la ripresa del lavoro da parte di complessive 5500 persone in un periodo di un anno. Nell'incontro di oggi tra azienda e sindacato saranno affrontati i numerosi problemi connessi con il ritorno parziale dei lavoratori in fabbri¬ ca; tra gli altri vi è quello spinoso per entrambe le parti di come scegliere le persone per questa prima fase di attività. Il sindacato chiederà un rientro a rotazione per fare in modo che tutti i dipendenti possano lavorare a turno. Un altro problema che assilla il sindacato è quello dei fornitori della Indesit. Con la richiesta di amministrazione controllata, annunciata dal nvovo amministratore delegato Mario Nobili alla riunione di Roma, i debiti della società nei confronti dei fornitori (si tratta di non meno di 140 miliardi) restano per il momento congelati e saranno pagati secondo un piano che dovrà essere messo a punto dal commissario giudiziale; il sindacato teme che alcuni fornitori, che fino ad ora avevano resistito nella speranza di un sollecito incasso dei crediti, davanti alla prospettiva di un'ulteriore dilazione siano ora indotti a licenziare. Complessivamente il giudizio del sindacato sulla nuova situazione venutasi a creare aU'tndesit dopo la riunione di venerdì è positivo, ma con molte riserve. In sostanza si afferma che restano ancora aperti tutti i problemi che hanno a suo tempo messo in crisi l'azienda, in particolare le difficoltà dell'elettronica civile, la carenza di liquidità (la ripresa della produzione dovrebbe essere finanziata unicamente con 12 miliardi anticipati a titolo di cassa integrazione e che lo Stato dovrebbe restituire), la carenza delle strutture di vendita in Italia (mentre è molto efficiente quella all'estero, specie in Gran Bretagna). Vittorio .Ravizza

Persone citate: Mario Nobili, Ravizza

Luoghi citati: Caserta, Gran Bretagna, Italia, None, Roma, Teverola, Torino