Indesit: oggi Nobili spiega come vuol salvare l'azienda di Francesco Bullo
Indesit: oggi Nobili spiega come vuol salvare l'azienda Incontro tra la Firn e il nuovo amministratore delegato Indesit: oggi Nobili spiega come vuol salvare l'azienda TORINO — Per la Indesit si continua a sperare mentre si accavallano luci e ombre, voci e speranze che si scontrano con le leggi di mercato e con le aride cifre di lavoratori messi in cassa Integrazione, con le richieste di licenziamento. Non sono in gioco soltanto gli undicimila e più posti negli stabilimenti di Orbassano, None, Rivalta e .Teverola: sull'orlo dell'abisso c'è una miriade di piccole e medie aziende, con 10-15 mila addetti, il cui fatturato dipende dalle sorti del colosso italiano di elettrodomestici. Rilancio, fallimento, commissario? Una prima indicazione dovrebbe venire stamane dall'incontro all'Unione industriale del Lazio tra il nuovo amministratore delegato, Nobili, e la delegazione nazionale della Firn. • Cercheremo di capire — dice il coordinatore nazionale Indesit, Trinci — il significato dell'assemblea degli azionisti, che Ita deciso la svalutazione del capitale sociale e il cambio al vertice (ndr, Nobili al posto di Campioni che tuttavia mantiene la presidenza), chiederemo garanzie sulle trattative in corso e sul piano di ristrutturazione: n sindacato non si accontenta comunque di informazioni sul partner-compratore. Ribadisce la propria posizione. 'Ripresa consistente, anche se parziale, della produzione — spiega Deglacomi, della Firn torinese — interventi del governo con il piano di settore, mantenimento dell'integrità aziendale: Per dar forza all'iniziativa del sindacato ieri a Torino gruppi di lavoratori hanno presidiato la Regione, la prefettura, l'Unione industriale. Oggi scioperano per quattro ore gli impiegati e gli addetti alle filiali (circa 500 persone, gli unici esclusi dalla cassa integrazione) e viene piantonata la palazzina degli uffici ad Orbassano. Domani si riunisce allo «stabilimento 6»'di None 11 coordinamento provinciale e per lunedi è prevista un'assemblea di tutti i lavoratori. Anche sul fronte dell'indotto, delle aziende cioè che lavorano per l'Indesit, la situazione è Incerta e si attende un segnale concreto da Roma. Di segno positivo l'incontro, ieri in Regione, tra dirigenti della Rinaldi (stampati per frigo e lavatrici, 42% della produzione destinata aU'lndesit, 104 dipendenti), 11 dott. Aghemo per 1 metalmeccanici Api (Animem) e i responsabili Firn, Caddeo e Chiappetta. Si discutevano i 30 licenziamenti che dovrebbero scattare il 19 settembre. Per evitare questa conclusione sono state avanzate tre ipotesi: cassa integrazione speciale (cioè nessun onere per l'azienda), cassa integrazione ordinaria (32% a carico della Rinaldi), mobilità interaziendale. L'azienda valuterà queste proposte e risponderà entro giovedì prossimo, prima che scada la procedura per 1 licenziamenti. E' stato un confronto sereno che ha soddisfatto sia 1 sindacalisti (.'Riteniamo ancora possibili — hanno detto —soluzioni alternative; certo che molto dipende dal nodo Indesit,) sia l'Api. Positiva, inoltre, l'Intesa che si sarebbe raggiunta con i creditori, anche se ufficialmente non confermata: pagamento dilazionato dell'arretrato (10 per cento al mese) e per le nuove forniture saldo a 120 giorni. Ma il quadro non è tutto"r<P seo. Altre due aziende dell'Indotto hanno chiesto la cassa integrazione. Sono la Treclplast di Cambiano e llspa di Foglizzo (rispettivamente 40 e 90 addetti): 31 dipendenti a 16 ore di «cassa» per cinque settimane nel primo caso, 65 lavoratori a 24 ore di «cassa» per quattro settimane nel secondo caso. Anche per loro può essere determinante la strada che l'Indesit imboccherà. Francesco Bullo
Persone citate: Aghemo, Caddeo, Chiappetta, Rinaldi
Luoghi citati: Cambiano, None, Orbassano, Rivalta, Roma, Teverola, Torino
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