Per la Indesit c'è un clima di tensione l'azienda chiede la «cassa» per 8 mila

Per la Indesit c'è un clima di tensione l'azienda chiede la «cassa» per 8 mila Si tratta al ministero del Lavoro, gli operai bloccano la ferrovia Roma-Napoli Per la Indesit c'è un clima di tensione l'azienda chiede la «cassa» per 8 mila ROMA — La vertema dell'Indesit è stata esaminata nuovamente ieri sera in una lunga rimione al ministero del Lavoro, presieduta dal sottosegretario Zito, fra i rappresentanti dell'azienda e una folta delegazione sindacale costituita da dirigenti nazionali, torinesi e campani, della Federazione dei lavoratori metalmeccanici. Presente all'incontro l'assessore all'industria della Regione campana Meloni, mentre l'assessore all'industria della Regione Piemonte non è riuscito a raggiungere la capitale a causa dei gravi disservizi nel traffico aereo. I rappresentanti dell'azienda hanno illustrato due piani di ristrutturasione, uno per il settore elettronico, l'altro per il settore degli elettrodomestici, confermando l'assoluta esigenza di mettere in cassa integrazione 8.000 sui 12.000 dipendenti. L'Inàesit, hanno sottolineato i rappresentanti, si potrà salvare soltanto se verrà realizzato un rigoroso piano che, insieme alla temporanea sospensione di un numero consistente di lavoratori, prevede il ricorso alla legge di riconversione industriale, agli aiuti destinati alla ricerca, a consistenti finanziamenti delle banche. Le reazioni dei sindacati sono state dure. Il clima di tensione che caratterizza questa controversia si è acuito ieri in seguito al blocco per quattro ore della linea ferroviaria Napoli-Roma attuato a Villa Literno da duemila operai dello stabilimento Indesit di Teverola in provincia di Caserta. I lavoratori hanno protestato contro la decisione dell'azienda dì mettere in cassa integrazione circa 5.000 dipendenti, cioè il 90% degli operai In un comizio è stato ricordato che l'Indesit ha chiesto, in un primo incontro al ministero del Lavoro, un contributo di 50 miliardi e, poi, in varie fasi, di altri 150. «Ma questa pioggia di soldi — ha detto un dirigente del consiglio di fabbrica — non dovrebbe servire nemmeno a salvaguardare i livelli occupazionali. Nel piano dell'azienda, dopo la concessione dei contributi, sono previsti anche mille licenziamenti». Il traffico dal Sud per il Nord è stato meno colpito di quello in senso contrario. I treni in partenza da Napoli sono stati deviati sulla linea Napoli-Cassino-Roma, mentre i convogli partiti dalla capitale sono rimasti bloccati lungo la strada. Alle 14,05, quando gli operai hanno abbandonato l'occupazione dei binari, è transitato finalmente un diretto per Napoli che registrava quattro ore e mezzo di ritardo. g, c. f. PALERMO — Quattrocento operai della «Fatme», azienda per componenti elettronici, sono stati sospesi dal lavoro per le difficolta economiche che da tempo hanno messo in crisi l'azienda.

Persone citate: Zito