Indesit la paura è per ottobre

Indesit la paura è per ottobre Indesit la paura è per ottobre TORINO — La Indesit, una delle maggiori industrie italiane di elettrodomestici, anche ieri si t fermata. Lo sciopero di 8 ore deciso dai sindacati contro la messa in cassa integrazione di 6125 degli 11 mila dipendenti ha praticamente paralizzato l'attività degli impianti di None e Orbassano. Per tutto il pomeriggio, dalle 14 alle 22, i lavoratori hanno sostato con striscioni e bandiere rosse davanti ai cancelli e spiegato ai passanti i motivi della manifestazione. Oggi la protesta prosegue con una fermata che interesserà i due turni di produzione. «La nostra paura — dicono i sindacati — è per ottobre. La durata della cassa integrazione. Il notevole coinvolgimento di mano d'opera, la brutale immediatezza del provvedimento non fanno certo ben sperare. Anche le giustificazioni della direzione, in assenza di un piano preciso, rimangono semplici parole». Per questo motivo la mobilitazione è stata pressoché generale. Già nell'assemblea di martedì a None l'assessore al Lavoro della Regione, Gianni Alasla, aveva giudicato indispensabile «per difendere i posti di lavoro» un progetto finalizzato alla riorganizzazione della produzione e delle tecnologie. «Ora l'impressione si fa ancora plù4iegativa — commentano i lavoratóri — . Non possiamo accettare che degli amministratori ammettano tranquillamente la mancanza di liquidità dell'azienda e il calo delle vendite senza domandarci perche tutto ciò non sia stato previsto. E senza chiederci cosa potrebbe accadere od ottobre se anche in quel caso i calcoli di recupero del mercato si rivelassero sbagliati». Da parte aziendale non c'è risposta a tanti dubbi, solo l'impegno, preso martedì in prefettura, di non smantellare la fabbrica e di non procedere a licenziamenti. Basta? «Per noi tutto ciò non è sufficiente — ri battono i lavoratori —. Voglia mo inoltre assicurazioni sugli anticipi per la cassa Integrarlo ne ed essere certi che, In questa lunga pausa, nessuno ne approfitti per vendere l'ingente magazzino di prodotti finiti che esiste a None». Lunedi il «problema Indesit» sarà i (proposto in prefettura. «In quella sede — conclude il sindacato — devono dare una risposta alle nostre richieste. Nel frattempo continueremo gli scioperi e il presidio del magazzino», a. prò.

Persone citate: Gianni Alasla

Luoghi citati: None, Orbassano, Torino