Indesit: per 6125 Cassa integrazione
Indesit: per 6125 Cassa integrazione Indesit: per 6125 Cassa integrazione In tutta Italia; 4000 nelle fabbriche al Nord Si inasprisce la vertenza Indesit. Ieri i lavoratori hanno proclamato 4 ore di sciopero con assemblee dinanzi agli stabilimenti di None e Orbassano e manifestazione alle 10, dinanzi all'Unione Industriale. A quell'ora, l'azienda doveva comunicare ufficialmente la cassa integrazione speciale a partire dal 18 giugno per 6125 lavoratori del settore elettrodomestici («circo 4 mila nel Nord» ha precisato nel tardo pomeriggio un comunicato della direzione). I sindacati hanno chiesto di sospendere le trattative in attesa dell'incontro di oggi con il prefetto. In un documento diffuso nel pomeriggio la Firn annuncia il presidio degli stabilimenti a partire da domani e per i giorni successivi nel caso in cui l'azienda non receda dalla decisione. «Occorre mantenere una continua pressione sull'Indesit e controllare il magazzino degli impianti». Per oggi è annunciata un'assemblea sulla piazza principale di None con un corteo. Sono imitati a partecipare rappresentanti degli enti locali. n Sindacato ritiene «drammatica la situazione del gruppo» soprattutto di fronte a una totale mancanza di «volontà di impegnarsi» per risolvere' in altro modo la situazione di crisi. I metalmeccanici giudicano 11 «ricorso alla cassa integrazione un semplice tampone che non lascia intravedere prospettive concrete». CHIMICI —Si è tenuto ieri alla Cisl un dibattito di addette al settore chimico della provincia parziale proseguimento del seminario dello scorso novembre. Sono state esaminate le difficoltà delle donne nell'inserirsi in attività tradizionalmente maschili e in orari particolarmente onerosi (turno di notte). • * * La legge di parità è utilizzata, secondo le donne che lavorano in fabbrica come strumento di ricatto da parte del padronato. Ad esempio l'imposizione dei tre turni ad una donna sposata, peggio se madre crea è inevitabile gravi problemi all'interno della famiglia. Ne può derivare assenteismo, motivo di «giustificata» espulsione, di perdita del posto. Diritti e doveri sono un binomio indissolubile che assume però valori diversi se si riferisce ad un uomo o ad una donna. E' indispensabile che anche queste, ultime entrino in fabbrica, ma non per esserne cacciate fuori poco dopo. Una condizione che si verifica qualora le donne finiscano, come purtroppo accade, per svolgere mansioni peggiori, che i colleghi uomini rifiutano di accettare. «Si tratta — è stato sottolineato al termine dell'incontro al quale hanno preso parte delegate sindacali di numerose aziende —di temi emersi dal dibattito che dovranno ancora essere oggetto di esame sul posto di lavo- ro. Le nostre rivendicazioni tendono soltanto ad ottenere un miglioramento nella qualità della vita».
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